Stasera in tv in prima visione Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson

Stasera in tv in prima visione su Rai 3 alle 21,20 Licorice Pizza, un film del 2021 scritto e diretto da Paul Thomas Anderson. Il titolo iniziale del progetto, nel 2020, era Soggy Bottom; il 9 Settembre 2021 viene cambiato in Licorice Pizza, che fa riferimento alla catena di negozi di dischi della California meridionale, popolare negli anni ’70, l’insegna della quale mostrava un vinile fumante, cui allude proprio la definizione di “pizza di liquirizia”. Le riprese del film, iniziate nell’agosto 2020 a Los Angeles, sono terminate il 19 novembre dello stesso anno. Il budget del film è stato di 40 milioni di dollari. Con Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn, Bradley Cooper, Benny Safdie, Tom Waits, Joseph Cross, Anthony Molinari, Charlotte Townsend.

Trama
Il quindicenne Gary Valentine vive nella San Fernando Valley degli anni Settanta e fin dall’infanzia ha una carriera avviata da attore. Il giorno in cui nella sua scuola si scattano le foto per l’annuario, Gary incontra Alana Kane, una ragazza più grande di lui, da subito rimanendone molto colpito. I due iniziano a frequentarsi e a passare molto tempo l’una con l’altro, costruendo una grande complicità. Insieme vivono diverse avventure e crescendo giorno dopo giorno, riescono a fortificare il loro rapporto.

Boy Meets Girl: potrebbe essere questa la semplice sinossi di un film frammentato eppur sempre coerente, popolare e colto allo stesso tempo, malinconico e divertente. Arrivato al suo decimo lungometraggio (contando anche il documentario Junun del 2015), Paul Thomas Anderson non firma una pellicola d’amore, ma sull’amore, in cui è il cinema stesso a guidare il movimento perenne dei due personaggi. Basta la prima, folgorante sequenza (composta da due longtake che praticamente finiscono per incrociarsi) per delineare la natura di un film che giocherà buona parte delle sue carte attraverso il montaggio alternato e la ripetizione dei gesti, sempre in direzione opposta e, a volte, contraria, come nella potentissima sequenza del camion che va in retromarcia. Alana e Gary si cercano (con gli sguardi e con il corpo), Alana e Gary si allontanano, Alana e Gary corrono per soccorrersi (lei corre quando lui viene preso dai poliziotti; lui quando lei cade dalla motocicletta), Alana e Gary si trovano: è come se fosse il cinema stesso a farli muovere e non è certamente un caso che arrivando alla memorabile conclusione questa corsa comune vada a combaciare proprio di fronte a una sala cinematografica. Come due biglie di ferro attirate dalla calamita della Settima Arte, che possono fermarsi soltanto arrivati a destinazione. Un movimento costante e circolare, se vogliamo, come quello di un vinile (Licorice Pizza era proprio un negozio di vinili degli anni Settanta) in una pellicola in cui la musica non è semplice accompagnamento, ma co-protagonista della storia raccontata: la crisi del petrolio del 1973, che ferma anche la produzione del vinile, accompagnata da Life on Mars in cui David Bowie pronuncia «it’s on America tortured brow». Non sono (sol)tanto le canzoni però a trasportarci in un’altra epoca, o l’utilizzo della pellicola (scelta di stile comunque anche ai precedenti, altrettanto grandi film di Paul Thomas Anderson), o le tante citazioni al cinema del passato (da William Holden richiamato dal personaggio di Sean Penn), ma è nelle atmosfere generali di Licorice Pizza che finiamo da un’altra parte, in un’epoca (che Anderson può solo immaginare: aveva tre anni nel 1973) e in uno spazio (in cui è invece cresciuto) astratti e tangibili allo stesso tempo, modellabili dalla patina della magia del cinema. Come se finissimo dentro American Graffiti di George Lucas che, non a caso, usciva proprio in quell’anno o in un film di Robert Altman o Peter Bogdanovich, richiamati alla mente come tanti altri possibili autori della New Hollywood. Oltre alla confezione generale, a trascinare noi spettatori in questo vortice emotivo è anche la prova dei due protagonisti, Copper Hoffman (esordiente figlio del compianto Philip Seymour, che con Anderson aveva dato vita ad alcune delle sue prove migliori: The Master su tutti) e Alana Haim (cantante delle Haim e anche lei esordiente sul grande schermo) capaci di formare una delle coppie più belle e sincere del cinema del nuovo millennio. Tifiamo per loro fin dalla prima sequenza e soffriamo con loro fino all’ultima. Ma, soprattutto, corriamo con loro perché abbiamo fretta di vedere, ascoltare, trovare il momento e il luogo giusto in cui innamorarci. Corriamo per raggiungere prima il (grande) Cinema, quel mondo di cui non potremo mai fare a meno”.
(LongTake)

 

 

Luca Biscontini