Recensione: Free fire, proiettili, sangue e risate in una sparatoria senza fine

Novantuno minuti di pura azione adrenalinica che non lascia spazio a una trama composita.

Siamo a Boston, è il 1978 (ma potrebbe essere anche oggi), dieci criminali e due mediatori (Brie Larson, unica donna, e Armie Hammer) si incontrano in una fabbrica abbandonata per una compravendita di armi. Ci sono i soldi, ci sono i fucili e ci sono due delegazioni: gli uomini dell’IRA in cerca mitragliatrici e i trafficanti di armi con la merce. L’accordo sembra fatto, ma un piccolo malinteso tra due membri delle gang rivali scatena il caos.

Pochi preamboli, appena quelli necessari a capire dove siamo, con chi e perché, e subito ci troviamo catapultati in una vorticosa sparatoria senza respiro. Da questo momento, pistolettate, proiettili, colpi, contraccolpi e violenza si susseguono senza freni in una corsa pazza per la sopravvivenza che si dipana fino alla fine del film.

Eppure, a discapito degli ingredienti, non c’è nulla di veramente drammatico in Free fire. Perché Ben Wheatley – regista e autore della sceneggiatura scritta con la moglie Amy Jump – strizza l’occhio al pulp anni Novanta e dissemina, nella storia, battute e momenti di genuina comicità che ruota intorno alla caratterizzazione di personaggi travolgenti. Impersonati da un cast di tutto rispetto che vede tra le proprie fila Sharlto Copley, Armie Hammer, Brie Larson, Cillian Murphy, Jack Reynor, Babou Ceesay, Enzo Cilenti, Sam Riley, Michael Smiley e Noah Taylor, criminali ‘duri a morire’ invischiati in eventi tragicomici.

Colpiti dai proiettili o miracolosamente incolumi, non ne vogliono sapere di abbandonare la scena e basta poco per iniziare a simpatizzare con il loro stravagante carattere. Ciascuno a modo suo, nessuno escluso, si fa amare e prende pienamente parte a una storia che mostra subito il proprio aspetto corale.

E che importa se la trama è semplicissima e il finale, in parte, prevedibile? Prodotto da Martin Scorsese, Free fire scorre velocissimo, diverte, coinvolge, carica di adrenalina e attesa e, quando tutto è finito, fa venir la voglia di ricominciare da capo la visione.

Valeria Gaetano