CLAUDIA CONTE INTERVISTA FABRIZIO STEFAN

Carissimi lettori di Mondospettacolo, oggi la vostra biondissima redattrice Claudia Conte ha il piacere di intervistare l’attore Fabrizio Stefan.

Ciao Fabrizio! Iniziamo dalla prima domanda. Desideri ed aspirazioni da bambino. Già in tempi non sospetti sognavi di diventare un attore?

 

Ciao Cla… Ah cominciamo proprio da epoche non sospette… bene! Dunque, da bambino mostravo sicuramente già una inconsapevole propensione verso la recitazione perché ero in grado di imitare i parenti e personaggi dei film che guardavo. Non ne ero consapevole, per me era un GIOCO che a mano a mano veniva arricchito da dettagli, particolari che, di volta in volta, divenivano sempre più sottili. Mi affinavo col tempo! Ho sempre avuto molta fantasia da piccolo, cosa che mi sono sempre portato dietro fino ad ora. Non sognavo di prendere questa strada perché forse non ne ero nemmeno a conoscenza. Sono nato e vissuto in un paesino sul mare… mio padre e’ un marittimo e ha sempre girato il mondo per lavoro sulle super petroliere. Ho visto mio padre per metà della mia vita… ma quando tornava, dopo quattro mesi di assenza, mi raccontava cosa aveva visto, dove era stato, le persone che aveva incontrato… e io riuscivo a volare con la fantasia, ero anche io in quei posti con lui, riuscivo a vedere attraverso i suoi occhi! Sognavo le avventure di mio padre. Adesso riesco a tornare indietro nel tempo, col senno di poi, e ho motivo di credere che tutto e’ cominciato grazie ai “diari di bordo” di mio padre (che di cinema e teatro non ci capiva davvero nulla!)

 

Fabrizio Stefan agli esordi. Come è iniziata l’avventura nel mondo dello spettacolo?

Quanto tempo ho a disposizione? I miei esordi sono divisi in due fasi. Una fase prettamente amatoriale e una fase professionale vera e propria. L’esordio nella fase amatoriale è stato grazie al mio professore di inglese del liceo che era appassionato di teatro, e in particolar modo per Shakespeare. Lui era solito farci imparare a memoria i monologhi in inglese per recitarli in classe. Il primo monologo che ci assegnò fu il monologo di Cassio del “Giulio Cesare” di Shakespeare. Eravamo molto stimolati perché se glielo recitavi tutto a memoria sulla cattedra fioccavano i 10 in inglese (mai visto un 10 in nessuna materia prima di allora). Dopo il primo episodio ne seguirono altri… eravamo diventati tutti dei fenomeni Shakespeariani bramosi di un 10 in pagella, che si sarebbero tramutati in una banconota da 100 mila lire non appena le nostre nonne avrebbero visto la pagella. Quell’anno la metà di noi riuscì ad acquistarsi un motorino 50 con quei soldi… e fu li che il prof decise finalmente di mettere su, per la fine del primo anno di liceo, lo spettacolo del Giulio Cesare di Shakespeare. Facevamo i doppi ruoli e io facevo Cassio e Marcantonio al secondo atto. Mi piaceva… era una emozione mai provata prima. Quel William Shakespeare non lo conoscevo… ma lui pareva conoscesse me alla perfezione! L’anno successivo il prof volle mettere in scena “Sogno di una notte di mezza estate” sempre di quel William. Stavolta avevamo l’approvazione della preside e soprattutto avevamo a disposizione il teatro Ariston di Gaeta da 900 posti, un teatro che fu calpestato anche da Eduardo De Filippo. Te la faccio breve… crescemmo molto negli anni del liceo perche questi spettacoli durarono fino agli esami di stato. Il mio prof fondò con noi alunni la prima compagnia stabile del liceo scientifico E. Fermi di Gaeta. La mattina si andava a scuola e il pomeriggio si facevano le prove… era diventato un vero e proprio impegno serio per tutti noi, prof compresi. Lì cominciai a pensarla come una possibile strada futura in sostituzione della già preannunciata strada verso i meandri dell’ingegneria elettronica. Diventammo delle vere e proprie star e io cominciai a godere di una fama planetaria (in tutte le scuole locali) senza eguali. Avevo dei permessi speciali a scuola… dei benefit scolastici da non sottovalutare. Mannaggia ora non voglio tediarvi con le mie storie… dovrei scrivere un libro o magari un film. (ride)

Passiamo adesso alla fase professionale. Il mio prof di inglese mi consigliò di andare a Roma e di iscrivermi in una scuola di teatro perché, a suo dire, se avessi fatto l’ingegnere, avrei sicuramente causato danni all’umanità! Così feci! Mi iscrissi alla scaletta del maestro Gianni Diotajuti e ci rimasi per sette anni! Da lì ci fu l’esordio professionale in uno spettacolo di Silvano Spada per il Festival di Todi dove io facevo un ragazzo autistico (Lollo). Il mio primo incontro fu cosi: Silvano mi incontrò nel suo ufficio, mise due copioni sulla scrivania e mi disse: “Scegli! Uno è un ruolo di un ragazzo come te, uno studente, presente in tutto il secondo atto e parla molto… l’altro invece è un ruolo con una sola battuta alla fine, sta sempre in scena muto nel suo angolino e sta nel suo mondo perche è un ragazzo autistico”. Senza pensarci su scelsi il ruolo da una battuta sola perche non c’era sfizio a fare “uno come me”… sempre per il fatto che da bambino lo consideravo un gioco… e giocare ad essere me stesso era di una noia mortale! Lo spettacolo mi portò fortuna… tanto sacrificio e tanta soddisfazione e sicuramente me lo porterò nel cuore. Dopo e’ stato un continuo susseguirsi, una cosa tira l’altra, che mi ha dato la spinta e la motivazione giusta per andare avanti, nonché la soddisfazione di essere certo di aver preso la strada giusta! Basta, prometto di essere più conciso.

L’evento che ritieni il più importante per la tua carriera.

Personalmente ritengo importanti tutti i passi che ho fatto fino adesso perché sono stati passi sudati… e ancora adesso avanzo passo dopo passo continuando a superare una sfida dopo l’altra. Sono soddisfazioni per me perché dopo oltre 15 anni, adesso mi volto indietro e vedo le orme dei miei passi… le vedo tutte e posso contarle. Ma il bello è che a me sembrano passati pochi minuti da quando ho recitato il mio primo monologo di Shakespeare in primo liceo. La strada è ancora lunga ma conservo ancora la stessa verve e passione che avevo da bambino e credo che la conserverò fino alla fine dei miei giorni.

Cinema, televisione e pubblicità. Cosa ami di più e perché?

Beh, domanda intelligente e difficile da centrare per me. Ci provo in due parole. Nasco artisticamente con il teatro perche ho avuto grandi maestri che mi hanno trasmesso la passione per il teatro. Però ho una passione spasmodica per il cinema da quando ero piccolo. Pensa, Claudia, che i miei primi ricordi cinematografici risalgono al primo film che ho visto al cinema: “Compagni di scuola” di Carlo Verdone (1988). Avevo 4 anni… Rasento l’autismo per quanto riguarda il cinema, penso lo hai notato, no? (ride) Torniamo a noi. Amo Cinema e Teatro in egual misura… televisione e pubblicità costituiscono una veloce dose surrogata per un “drogato” di Cinema come me! Stare su un set è sempre emozionante, ho avuto la fortuna di stare in tutti i tipi di set (cinema, televisione o pubblicita’, corti, web…). Amo il set Cinema perché hai la sensazione che tutti stiano lavorando per la stessa cosa, tutti abbiano gli animi a mille e tutti contino allo stesso modo, perché si lavora per un bene comune: il Cinema. Invece in un set televisivo questa sensazione decade perché tutti lavoriamo per noi soli… ognuno fa il suo e raramente lo condivide con gli altri. Il Cinema è una famiglia (dal regista al protagonista al runner che porta le pizzette). La televisione è una fabbrica dove tutti timbrano il cartellino! La pubblicità invece è molto più vicina al Cinema, è una action figure in scala del Cinema.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sicuramente non sono a caccia di fama… i miei progetti hanno un solo scopo: “Fare ciò che amo” … o meglio, avere l’opportunità di poter esprimermi e di poter dimostrare il mio valore artistico (quello personale penso che serva solo a guidarti nelle scelte)

C’è un attore che stimi particolarmente e cui ti ispiri?

Speravo in questa domanda (mi strofino le mani di gusto). Basta aprire la mia pagina facebook (ride). Sono tanti gli attori che venero. Sono per me come gli dei dell’Olimpo. Robert De Niro, Jack Nicholson, Al Pacino, Marlon Brando… la lista è lunghissima. Ognuno ha la sua qualità divina specifica. Però, sicuramente il mio Zeus è Marlon Brando perché maggiormente incarna il “Genio”.  A destra di Zeus come non posso venerare Robert De Niro? E a sinistra di Zeus, a contrapporsi a Bob, la scelta è ovvia su Jack Nicholson. Ho avuto anche la fortuna di scambiare 2 ore e 30 di chiacchiere con Robert De Niro su skype e mi ha cambiato la vita! Se ci penso ancora mi si drizzano i peli.

Ed ora andiamo un po’ a conoscere Fabrizio Stefan dal punto di vista personale. Dimmi i tuoi maggiori pregi e difetti.

Mmm ci penso una settimana e ti rispondo! Scherzo! Uno dei miei pregi è sicuramente la caparbietà, se mi metto in testa una cosa la faccio! Un altro pregio che riconosco in me è il saper ascoltare, adoro ascoltare, certamente lo preferisco al parlare.  In passato era il contrario ma adesso ascolto molto di più. Il terzo pregio, anche se in realtà ne ho milioni, (ride) è lo spirito di sacrificio e abnegazione. Sono uno che si sacrifica molto anche per gli altri. Nel mio lavoro specialmente passo giornate intere a lavorare, studiare, pensare, creare.  Vi dico l’ultimo pregio perche è uno dei più validi per me… La fantasia, l’immaginazione! Senza la mia fantasia non sarei nulla. Questo è un insegnamento che mi hanno dato mio padre in primis e il mio maestro Gianni Diotajuti, che per me è stato un po’ come un padre putativo artistico dai 18 anni fino adesso. Veniamo adesso ai difetti… brutto riconoscere dei difetti ma è uno sporco lavoro che qualcuno deve pur fare! Diciamo che ho smussato o addirittura eliminato moltissimi difetti, sono rimasti degli scogli che non ho intenzione di eliminare perché costituiscono una parte molto razionale di me. Un difetto che ho è che sono troppo razionale… tutto per me ha una spiegazione! E spesso le persone non lo accettano. Io cerco sempre di riflettere e risolvere l’”enigma”. Questo difetto mi porta automaticamente a un secondo difetto: non do seconde chance, non perdono mai! Do tanto nei rapporti, mi sacrifico davvero tanto, ma se sbagli con me io non ti perdono. Perché dico sempre :”Se ti perdonassi è come se ti regalassi un secondo proiettile da spararmi quando vuoi e dove vuoi… no grazie, un proiettile mi è bastato!” . Chi mi conosce lo sa e devo dire che sono fortunato perché raramente capita che facciano dei passi falsi nei miei riguardi! Ovviamente questo discorso vale soprattutto per me. Non credo di poter mai essere perdonato per i miei passi falsi perché il libero arbitrio mi ha portato a fare una scelta ponderata (vale sia per me che per gli altri), ho scelto di fare quella cosa… ne sono consapevole e se ho sbagliato è giusto che non venga perdonato! E’ un discorso contorto ma ha delle motivazioni. Concludo con un altro difetto sennò facciamo notte! (ride) Sono estremamente preciso in tutto… quasi maniacale. Ordine! Se entrate nella mia stanza non c’è una cosa fuori posto! Il mio pc, i miei copioni precisi con gli appunti precisi. Metto le banconote nel portafogli tutte nello stesso verso, roba da matti. Nella vita sono molto comodo… mi godo ogni secondo. Nel lavoro sono il contrario, sempre di corsa mantenendo la precisione tanto che i miei amici e colleghi dicono che ho il dono dell’ubiquità… ma nella vita di tutti i giorni sono lento, ho i miei tempi dilatati per tutto, ogni cosa diventa un rito. Anche allacciarmi le scarpe. (ride) poi non avviso mai le persone che da ore mi stanno aspettando al pub. Mi permetto il lusso, ahimè, di dare appuntamenti alle persone e di non presentarmi, perche la mia mente bacata pensa “ma tanto non sono indispensabile” o perche mi dimentico! C’è sempre un ottimo motivo per dare le sole (ride)

Se la tua vita fosse un film quale sarebbe e perché?

Sicuramente un film meraviglioso! La prima cosa che mi salta in mente è Forrest Gump… anche se non è il mio preferito in assoluto ma fa parte della mia top 5 list! Beh Forrest Gump perché mi fa sognare, soprattutto perche è un inno alla semplicità e alla purezza e ancor di più è un inno ai grandi valori che mi sono stati trasmessi dalla mia famiglia e dai miei amici. Per me Forrest Gump è un tripudio di sentimenti e mi rispecchia molto anche per il fatto che la mia vita è una continua avventura. Potrei scrivere un libro davvero. Nel bene o nel male me ne capitano di tutti i colori, ma il bello è proprio raccontarle!

Quando non lavori, come trascorri il tuo tempo libero?

Quando sono a casa di solito studio copioni nuovi, leggo molto, guardo tantissimo cinema e serie tv. Spesso, però, ho bisogno di uscire e adoro camminare per Roma alla scoperta di posti particolari, vado nei mercati e cerco di parlare con le anziane signore. Sono meravigliose! Spesso ho in spalla la mia fotocamera perché una mia passione è la fotografia, vado a caccia di situazioni, dettagli, persone. Mi allena la mente… e spesso mi capita di fare esposizioni dei miei scatti still life. Coltivo molte passioni perché ho bisogno di esprimere la mia arte mediante altre cose… A volte disegno, suono la chitarra elettrica (sono un rockettaro). Da un mesetto invece mi è nata la passione per lo skateboard, quindi spesso esco in strada con lo skate o vado negli skate park a cadere. Diciamo che coltivo molte passioni, alcune sono più presenti rispetto ad altre ma in genere seguo molto il mio cuore.

Attualmente c’è qualcuna nel tuo cuore?

Una sola? (ride) scherzo. Sono sincero, ci sono tante persone nel mio cuore perche non ho filtri e mi porto tutti nel cuore. Però ce n’è una in particolare, una donna che credo abbia capito che tasti premere! Lo ammetto, mi ha fatto un effetto mai provato prima, non so se e’ amore, ma sicuramente è qualcosa di molto forte! Ecco sono diventato rosso. Lei è tutto ciò che io cerco in una donna… e soprattutto non urla raggiungendo picchi elevatissimi di decibel! (ride)

Un tuo motto o una frase che più ti rappresenta?

“Sei il pensiero felice che mi permette di volare come Peter Pan” e’ una frase che dico spesso! Non vi dico a chi. Mi rappresenta molto perché mi basta pensare a quella cosa e mi sembra di volare.

Grazie per la tua disponibilità e il tempo che ci hai dedicato. E’ stato un vero piacere. La nostra intervista si è conclusa. Manda un saluto ai nostri lettori di Mondospettacolo!

Anche per me e’ stato un piacere… dopo questa intervista tutti penseranno che sono matto… ebbene si, lo sono! Saluto tutti i lettori, ringrazio te, Claudia, che mi hai dato questa splendida opportunità e soprattutto per la tua pazienza! Un ultimo saluto lo rivolgo a chi vorrebbe fare questo lavoro meraviglioso: Vi prego diffidate dai ciarlatani e da chi vi dice che basta il visetto bello e un bel fisico per fare l’attore o l’attrice… tutte stupidaggini! E’ un lavoro che si fa soprattutto con una passione infinita, un lavoro di continuo studio e sacrificio, uno studio su te stesso che non termina mai. Se volete fare questo lavoro mettetevi in testa che dovete studiare! Nessuno al mondo si farebbe mai operare da uno che non e’ un medico… nessuno si farebbe mai difendere da uno che non è un avvocato… studiare, studiare, studiare! Infine, se volete fare questo lavoro, soprattutto CREDETECI.  Un abbraccio e a presto!

Da Claudia Conte per ora è tutto! Arrivederci al prossimo articolo amiche ed amici di questo meraviglioso portale!

 

Claudia Conte