È morto il regista Abbas Kiarostami, maestro del cinema iraniano e Palma d’Oro nel ’97

Sono passati appena due giorni dalla scomparsa di Michael Cimino (leggi l’articolo), che un altro grande cineasta del cinema mondiale ci lascia. Il famoso regista iraniano Abbas Kiarostami è morto a Parigi all’età di 76 anni, dopo che a marzo gli era stato diagnosticato un cancro gastrointestinale e aveva quindi subito una serie di operazioni, di cui l’ultima appena un mese fa, proprio nella capitale francese.

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Abbas Kiarostami vince la Palma d’Oro nel 1997



Kiarostami, nato a Teheran nel 1940, era rimasto in Iran anche dopo la rivoluzione islamica del 1979 definendosi «..un albero che affonda le sue radici nel terreno. Se lo trasferissero da un luogo ad un altro, i frutti non crescerebbero… Se avessi lasciato il mio paese, sarei stato come l’albero». Dopo l’elezione alla presidenza dell’ultraconservatore Ahmadinejad, Kiarostami aveva invece continuato a realizzare all’estero le sue produzioni. Tra cortometraggi, documentari e film ne ha diretti oltre 40, di cui il più famoso è sicuramente “Il sapore della ciliegia“, con il quale vinse la Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 1997.

Due anni dopo si aggiudicò anche il Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia con “Il vento ci porterà via” ed in generale i suoi film hanno spesso vinto premi qua e là in giro per i festival di tutto il mondo. Tra i titoli principali ricordiamo “Dov’è la casa del mio amico?” del 1987, “Sotto gli ulivi” del 1994, il film a episodi “Tickets” del 2005, “Copia conforme” del 2010 con Juliette Binoche e “Qualcuno da amare” (2012), suo ultimo film.

Il regista iraniano Asghar Farhadi, premio Oscar nel 2011 con il film “Una separazione“, ricorda così l’amico scomparso: «Non era solo un film-maker.. Era un mistico moderno, sia nel suo cinema che nella sua vita privata. Ha mostrato la strada agli altri e influenzato una grande quantità di persone. Non è solo il mondo del cinema che ha perso un grande uomo, ma tutto il mondo ha perso una persona davvero grande».

Gli fa eco l’attore feticcio proprio di Farhadi, Babak Karimi, «Una perdita per il mondo del cinema, e non solo quello iraniano. È stato unico e irripetibile. Il suo sguardo sul mondo e sugli esseri umani era di una pulizia disarmante. Per me Kiarostami è stato un sostituto del padre, un maestro e un amico».

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Kiarostami dietro la macchina da presa

 
 

Ivan Zingariello

 
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