Elisa Scuto: un arcobaleno, una vita, una preghiera laica

Scura la luce di questo video, scura la voce di questa donna che in qualche modo esorcizza un amore che finisce. Scura anche la rifinitura ai bordi della melodia che cerca espressioni internazionali, di quelle che vorrebbero un’orchestrazioni a contorno. Elisa Scuto sa bene come parlare di bellezza, come concentrarsi sul tema… il suo nuovo singolo è “Rainbow” e noi ovviamente ci ragioniamo su come si fa quando si ragiona di bellezza…

Noi parliamo sempre di bellezza prima di tutto. Per Elisa Scuto, la bellezza, che cosa significa per davvero? Come trovarla… dove…
Per me, la bellezza è un concetto profondo e complesso che trascende l’aspetto esteriore e si insinua nelle sfumature più intime della vita. Spesso legata all’idealizzazione della perfezione, un richiamo inconscio alla ricerca di benessere, possiamo comprenderla come l’essenza stessa dell’arte. Che si tratti di musica, dipinti o storie narrate, l’arte è intrinsecamente bella perché suscita emozioni. Se riflettiamo, ad esempio, su una scultura in marmo, la loro bellezza va oltre la durezza del materiale. L’artista, con dedizione e maestria, rende il marmo apparentemente morbido e questa capacità di plasmare la rigidità in qualcosa di delicato tocca corde profonde, stimolando emozioni e risvegliando in noi la ricerca inconscia di armonia e benessere.
La bellezza, in questo contesto, diventa una sorta di linguaggio universale che va oltre le parole, coinvolgendo direttamente le nostre emozioni più profonde.
Personalmente trovo la bellezza nelle piccole cose, nei momenti che ci regalano emozioni autentiche diventando un riflesso delle relazioni umane, delle connessioni che creiamo e delle emozioni che condividiamo.
La bellezza coinvolge tutti i nostri sensi. È la melodia che ci fa vibrare l’anima, il dipinto che ci trasporta in un mondo di colori e sentimenti, la storia che ci fa riflettere sulla condizione umana. La sua essenza risiede nella capacità di suscitare un’intensa risposta emotiva e di connetterci profondamente con il nostro io interiore. Diventa un viaggio che abbraccia la vita quotidiana, l’arte e la capacità di connetterci profondamente con noi stessi e con gli altri.

Bellezza estetica e poi il peso lirico di un messaggio. Spesso le due cose non vanno di pari passo. Come ti rapporti a questo tipo di equilibrio?
Per me, il rapporto tra la bellezza estetica e il peso lirico di un messaggio è un mix affascinante tra forma e sostanza. Potrei prendere l’esempio di “Rainbow”, il brano che ho recentemente pubblicato, in cui ho voluto che ogni elemento – dalla musica al testo, dalla sceneggiatura del video allo stile delle immagini – si intrecciasse per trasmettere e rafforzare il messaggio delle parole, seguendole letteralmente. Tuttavia, sono pienamente consapevole che ci sono momenti in cui l’estetica può essere interpretata in maniera più sfumata, non necessariamente letterale. Questo si traduce in scelte artistiche che a volte vanno in un apparente contrasto con le parole, generando un effetto di sarcasmo o complessità. Basti pensare a quei video musicali in cui ti ritrovi una coreografia che non esprime le parole ma, tramite l’espressione di movimenti, catturano il mood e l’atmosfera trasmettendo comunque il messaggio della sensazione che vuoi trasmettere. Il rischio di scelte del genere potrebbe risiedere nel fatto che un’eccessiva enfasi sulla bellezza visiva potrebbe minare la profondità emotiva o concettuale del messaggio. È altrettanto vero che, al contrario, un’eccessiva focalizzazione sul peso lirico potrebbe trascurare la potenza e l’impatto visivo che la forma può portare con sé. Trovare il giusto equilibrio è da considerarsi una vera e propria sfida, soprattutto al giorno d’oggi dove domina la velocità delle informazioni e la continua sollecitazione visiva. Questo rende l’impatto estetico fondamentale. La bellezza visiva risulta essere il primo richiamo per catturare l’attenzione del pubblico. Ci troviamo in una realtà sovraccarica di stimoli visivi ed un’estetica accattivante diventa la chiave per aprire la porta alla sostanza del messaggio, là dove essa esiste.

La tua direzione è internazionale, apolide anche. Con Matteo D’Alessandro avete scelto una forma poco italiana. Posso chiederti perché?
La mia direzione musicale è intenzionalmente internazionale, una scelta che riflette la mia personale attrazione per culture diverse dalla mia. Non si tratta di un modo per rinnegare la mia identità, ma piuttosto di includere e mixare le influenze che ho incontrato nel corso delle mie esperienze di vita. In particolare, ho sempre avvertito una connessione più fluida ed espressiva nel creare testi in inglese. L’inglese, con la sua musicalità e versatilità, mi offre un veicolo più efficace per trasmettere le sfumature e le emozioni di ciò che voglio esprimere. La collaborazione con Matteo D’Alessandro per “Rainbow”, il mio primo brano di cui ho creato testo e musica qualche anno fa, è stata dettata dalla sua capacità di comprendere la mia visione musicale, trasformando in una forma concreta ciò che avevo in mente. La collaborazione con Matteo ha significato per me avere un alleato capace che ha portato alla concretizzazione di un progetto a me caro. La nostra collaborazione mira a trasmettere questo messaggio fin dove può arrivare, superando le barriere linguistiche o geografiche.

E se ti chiedessi invece che cosa hai pescato dall’Italia?
Me stessa? Sono nata in Italia! Vale? O il fatto che il brano è autoreferenziale e parla di una precisa esperienza realmente vissuta, qui in Italia? Vale? Va detto che il legame con le mie radici è evidente nella produzione “made in Italy” della mia canzone e nel video girato interamente nella mia città natale. C’è da dire che sono sempre pronta ad aprire una finestra sulla mia città e sul territorio siciliano. In passato mi ero cimentata in una web serie tutta ambientata nella mia città, un esperimento per mettere in pratica le nozioni di regia e sceneggiatura che stavo assimilando e perfezionando. Attualmente, ci sono progetti in fase di realizzazione che daranno ancora più spazio alle mie radici. Non posso rivelare troppo, ma posso anticipare che saranno iniziative entusiasmanti che metteranno in primo piano la ricchezza culturale della Sicilia, fonte di arte in tutte le forme.

Nelle foto promozionali sei a piedi nudi… penso sia un vero significato. I piedi nudi lo sono sempre… o sbaglio?
Nelle foto promozionali, sì, sono a piedi nudi. Tuttavia, è importante specificare che queste immagini non sono strettamente promozionali del singolo “Rainbow”, ma sono parte di un photoshoot pensato per esplorare e presentare la mia persona artistica e il progetto complessivo che sto realizzando e che parte da “Rainbow”. Queste foto rappresentano una sorta di dichiarazione visiva dell’inizio di questa fase artistica. In un certo senso, sono la mia maniera di mettermi a nudo, un modo di dire che non si riferisce solo al fatto di essere a piedi nudi, ma anche al fatto di volermi mettere in gioco e in discussione per ciò che sono in grado di realizzare, senza timori. Mentre per il brano ho scelto di utilizzare una foto dove ho lo stesso outfit del video e creare una connessione coerente e identificativa per il brano.