Gli inediti Bunny the killer thing e Luz – Il fiore del male arrivano in blu-ray

Uno datato 2015, l’altro 2019, approdano su supporto blu-ray – nelle versioni originali provviste di sottotitoli italiani – per Digitmovies gli inediti Bunny the killer thing e Luz – Il fiore del male.

Produzione finlandese diretta da Joonas Makkonen, il primo provvede a trascinare lo spettatore in un clima di pura follia splatter di matrice indipendente fin dall’avvio, con la sanguinosa deflagrazione di una testa a causa di un colpo di fucile e un autore che, deciso a scrivere il suo ultimo romanzo in un’isolata baita nel mezzo di una foresta, finisce rapito da una setta di pazzi e sottoposto ad un particolare esperimento genetico.

Esperimento che lo trasforma in un pelouchissimo coniglio antropomorfo (!!!) impegnato ad andarsene in giro gridando “Fica fresca!” (!!!) e munito di eccitatissimo pene da utilizzare come mortale arma contro chi capita sulla propria strada. Ovvero una combriccola di giovani con tanto di sexy ragazzotte al seguito; in modo che la quasi ora e mezza di visione assuma i connotati di un assurdo slasher immerso nello humour (i protagonisti, tra l’altro, pensano a salvare i superalcolici mentre si consuma il massacro!). Man mano che nel calderone delle nefandezze include un membro mozzato, un bulbo oculare cavato e una lattina di birra conficcata nel collo e trasudante un vero e proprio geyser di liquido rosso.

Fino ad un’ultima sorpresa posta durante i titoli di coda di un delirante già cult del cattivo gusto che, insieme a trailer e galleria fotografica, offre nella sezione extra un estratto video di quattordici minuti curato da Horror Dipendenza e riguardante la figura del coniglio nel cinema horror, a cominciare da La notte della lunga paura di William F. Claxton.

Mentre ci troviamo in tutt’altro territorio cinematografico nel caso del secondo titolo, decisamente più raffinato esordio dietro la macchina da presa per il colombiano Juan Diego Escobar Alzate, che ne firma anche la sceneggiatura.

In Luz – Il fiore del male, infatti, non è affatto una certa dinamicità mirata al divertimento fuori di testa a scandire l’insieme, che si evolve invece lentamente nel raccontare di una comunità guidata sulle montagne da un predicatore e nella quale arriva un bambino. Un bambino che è presumibilmente il nuovo Messia e che porta con sé distruzione e redenzione; tanto che le tre figlie dell’uomo iniziano a mettere in discussione le origini di Dio e la vera natura dell’amore, del piacere e della libertà personale.

Perché, con splendidi paesaggi naturali a fare da scenografia, la oltre ora e quaranta in fotogrammi suggerisce, nel mezzo, che confondere il bene con il male sia una delle cose più facili nella vita. Senza dimenticare neppure una abbastanza cruda sequenza di parto nel concretizzare un folk horror che, impreziosito da una buona confezione tecnica e da attori che non lasciano affatto a desiderare, potremmo tranquillamente classificare all’interno di quel calderone di recenti elaborati autoriali appartenenti al genere quali The witch di Robert Eggers e Midsommar – Il villaggio dei dannati di Ari Aster.

Con teaser, trailer, cinquantacinque minuti di making of e quarantasette di resoconto dell’esperienza al Festival di SITGES – entrambi curiosamente girati in formato vhs – a fare da contenuti speciali al disco, oltretutto caratterizzato da copertina reversibile.

 

Francesco Lomuscio