Il campione: Stefano Accorsi professore di calcio e di vita

Stefano Accorsi è il protagonista dello sport movie Il campione, lungometraggio di esordio di Leonardo D’Agostini.

Christian Ferro (Andrea Carpenzano) è il campione del titolo, il giovanissimo centrocampista della Roma. Tanto talento per il calcio quanto per la sregolatezza: risse, incidenti d’auto, alcool e nessuna disciplina. Valerio Fioretti (Stefano Accorsi), invece, è un professore di liceo, solitario e con un passato doloroso, che viene affiancato al giovane campione quando, dopo l’ennesima bravata, il presidente del club, Tito (Massimo Popolizio), decide che è arrivato il momento di impartirgli un po’ di disciplina. Se inizialmente il loro rapporto risulta conflittuale, ben presto entrambi riescono ad imparare molto l’uno dall’altro e a diventare amici.

Ad una sceneggiatura solida e ben articolata corrisponde un buon ritmo e un’accurata scenografia.

Buona è l’alchimia tra i due protagonisti su cui regge tutta la struttura del film: Andrea Carpenzano (Tutto quello che vuoi e La terra dell’abbastanza) è “coatto” al punto giusto senza mai esagerare e Stefano Accorsi ben interpreta il “Maestro Yoda” della situazione.

Il film è una triste e realistica fotografia del mondo calcistico italiano: Ferro è molto simile ai vari campioni come Balotelli o Cassano. Tutti molto giovani, che grazie al loro innato talento per il calcio si ritrovano improvvisamente ricchi e senza alcun controllo.

Il campione è un racconto di formazione che alterna registri ironici ad altri emotivi. Ci sono due mondi a confronto: il giovane senza famiglia che, grazie ad un pallone, si è ritrovato nel mondo dei balocchi, tra Lamborghini e lusso sfrenato, e l’uomo maturo, con un vissuto alle spalle, più saggio e riflessivo.

Il punto di forza del film è sicuramente nel messaggio: non conta se per gli altri sei un campione, se hai migliaia di follower sul web o se ti idolatrano per un gol messo in rete, ciò che è veramente importante è scoprire chi sei e cosa vuoi, avere la consapevolezza di te stesso al di là dell’opinione o del tornaconto altrui.

Come ha dichiarato Stefano Accorsi alla presentazione del film alla stampa: “Il film racconta un successo reale, quello del calciatore, ma anche la percezione stessa del successo che abbiamo tutti noi attraverso i social. Il mio personaggio è una bellissima figura di professore, una di quelle persone che se incontri davvero te ne ricordi tutta la vita”.

L’happy ending risulta melenso e sdolcinato, non necessario e superfluo per la resa complessiva del lungometraggio, ma Il campione è una commedia intelligente e brillante, molto realistica e che riflette un nuovo e rinvigorito cinema italiano, ironico ma, al tempo stesso, profondo.

 

 

Anastasia Mazzia