In home video Battle Royale – Director’s cut e sequel

Grande assente da diversi anni nel mercato dell’home video tricolore, grazie a CG Entertainment (www.cgtv.it) torna disponibile in home video Battle Royale, l’instant cult diretto ad inizio terzo millennio dal giapponese Kinji Fukasaku, la cui lunga filmografia include, tra gli altri, il fanta trash Il fango verde, datato 1968.

Ma la label non si limita a rilanciare in dvd la versione director’s cut restaurata della pellicola che ha fatto impazzire l’ex enfant prodige di Hollywood Quentin Tarantino, in quanto ne distribuisce su disco digitale anche il meno ricordato sequel Battle Royale II – Requiem.

 

Battle Royale – Director’s cut (2000)

In una società nipponica travolta da una crisi economica e sociale senza precedenti quarantadue studenti vengono selezionati per partecipare al programma annuale Battle Royale, che, voluto dal governo per disciplinare i giovani, li vede spediti su un’isola remota dove ricevono un’arma con l’ordine di eliminare entro tre giorni i propri compagni.

Con il cineasta Takeshi Kitano – autore, tra gli altri, di – Hana-bi – Fiori di fuoco e della trilogia malavitosa Outrage – nei panni di uno spietato professore impegnato a sorvegliare il crudele gioco al massacro, è da un romanzo di Koushun Takami che prende progressivamente forma una battaglia all’ultimo sangue il cui sopravvissuto dovrà essere soltanto uno.

Una battaglia che, non priva di splatter, scandisce circa due ore di movimentata visione in cui, quasi come se ci trovassimo dinanzi ad un videogioco, il conteggio dei morti viene fornito in sovrimpressione. Ma, al di là della forte, indispensabile dose d’intrattenimento fornita dall’insieme, risulta evidente il sapore di denuncia in salsa a suo modo satirica rivolta al sistema sociale giapponese; mentre, considerando l’epoca in cui venne concepito il lungometraggio, è impossibile non vedere in esso l’autentico anticipatore del cosiddetto filone “young adult” che, portato al successo dalla saga Hunger games, si basa per lo più su racconti di fantascienza distopica popolati da adolescenti in lotta tra loro al fine di sopravvivere.

Il theatrical trailer, un dietro le quinte diviso in quattro parti, cinquanta minuti di making of, undici di intervista a Kitano e quasi nove di riprese dell’edizione speciale occupano la sezione extra del supporto.

 

Battle Royale II – Requiem (2003)

“Pace” non è altro che una futile parola? Tre anni dopo il fallimento del programma governativo che dà il titolo al film, il Giappone è vittima dell’organizzazione terroristica Wild Seven, capeggiata da Nanahara Shuya alias Tatsuya Fujiwara e costituita dai sopravvissuti al primo Battle Royale. Organizzazione che, nel momento in cui decide di attaccare la città di Tokyo, porta il governo a rispondere reclutando una classe di diplomati delle scuole superiori affinché parta in una missione all’ultimo sangue mirata ad eliminare in soli tre giorni Nanahara e ad annientare i terroristi all’interno della loro roccaforte.

E, mentre Takeshi Kitano appare questa volta solamente nel corso di piccoli flashback, come nel capostipite tornano in scena i collari pronti ad esplodere ad ogni tentativo di ribellione e sabotaggio; man mano che, con il movimento protagonista a cominciare immediatamente dai primissimi fotogrammi, prende forma un altro survival immerso nel duro dramma sociale e dalle cui immagini sembra emergere ancor più prepotentemente il look da war movie. L’ultima fatica registica di Kinji Fukasaku, purtroppo scomparso proprio durante la lavorazione, portata poi a termine dal figlio Kenta con il risultato di un sequel sostanzialmente dettato dal notevole successo di pubblico e di critica riscosso in patria da Battle Royale e, di conseguenza, maggiormente propenso a spargimenti di liquido rosso e all’aumento delle sequenze spettacolari nel rispolverare lo schema narrativo del primo capitolo.

Con un making of della durata di tredici minuti e un dietro le quinte diviso in due parti a fare da contenuti speciali.

 

Francesco Lomuscio