This Is EllE con la sua intima rivisitazione di High Hopes

High Hopes”, famosissimo e meraviglioso brano dei Pink Floyd scritto da David Gilmour e dalla carismatica moglie Polly Samson, parla di come, crescendo, l’essere umano si ritrovi a non gioire più delle cose meravigliose che questa vita ci offre, dando spazio ad ansie, paure, desideri ed ambizioni sempre maggiori che portano solo a stare male e sempre più in solitudine: “L’erba era più verde, la luce era più luminosa, circondati di amici nella notte delle meraviglie”.

Ciao This Is EllE, presentati ai nostri lettori.

Ciao, sono This is EllE, cantautrice di origine romana ma musicalmente figlia del mondo. Scrivo e canto i miei pezzi in inglese da quando sono adolescente, non ho nulla contro la lingua italiana, è solo che, quando la canto non ritrovo più me stessa, e fare arte per me significa esprimere ciò che si è, a prescindere da tutto. Ho avuto molti progetti nel tempo, ma ora sono focalizzata sul mio progetto da solista che ha iniziato a vedere luce proprio in questi giorni con l’uscita del capitolo 0 “High Hopes”. A breve anche il videoclip che preannuncerà l’inizio di una saga con i miei pezzi originali che vi svelerò man mano nel corso dei prossimi mesi.

Sempre convinti che ogni forma d’arte sia la massima espressione della bellezza. Tu da artista che rapporto hai con la bellezza? Quale il tuo pensiero in merito, in una società ormai distrutta dall’agognata apparenza, in cui l’arte sembra passare in secondo piano?

Dunque, la bellezza è molto importante, ma non la bellezza in senso di perfezione estetica. Si può essere brutti come la morte ma meravigliosamente affascinanti e super magnetici. L’importante a mio avviso è non essere mai trascurato e prendersi sempre cura di se e della propria parte spirituale prima di ogni cosa. Inutile dire che la società di oggi ha travisato totalmente il vero senso di bellezza che tutti dovremmo avere…

Perché la scelta della colossale “High Hopes”? Cosa si nasconde dietro la canzone?

High Hopes ha sempre rappresentato tanto per me, posso decisamente definirla come la colonna sonora della mia vita. Ho deciso di iniziare così questa mia nuova avventura musicale, con un pezzo di me, e dopo il fortuito incontro di un anno fa con l’autore (e che autore) David Gilmour, che passeggiava serenamente per Portobello Road a Londra (mentre io ho quasi rischiato l’infarto), ho deciso di fargli questo tributo con tutto l’amore e il rispetto che si deve necessariamente avere per un pezzo enorme della storia della Musica mondiale.

Un sound che trasuda originalità e personalità e con il forte riferimento ai grandi del passato, quando la musica rappresentava ancora l’apice dell’espressione umana evolvendo e condizionando l’intera società. Ti occupi tu degli arrangiamenti o sei seguita da uno staff? Come si è evoluto il tutto?

Io e il mio fedele compagno di avventure Matt Petacca ci occupiamo di ogni singola cosa. Dalla scrittura all’arrangiamento, al recording, alle riprese del video… Insomma, tutto homemade ed autoprodotto. Io e lui ci siamo rincontrati circa 3 anni fa ed abbiamo iniziato a collaborare, grazie anche al mio produttore olandese Barend Van Dijk (che ora non c’è più purtroppo. Quando Barend ci ha annunciato che non avrebbe vissuto a lungo, io e Matt gli abbiamo scritto un pezzo in 24 ore e glielo abbiamo mandato. È stata una delle esperienze più forti della mia Vita. Il pezzo è ovviamente incluso nella saga di cui parlavamo prima e lo ascolterete nei prossimi mesi.

Quali sono gli obiettivi da voler raggiungere? Cosa ti aspetti da questo percorso artistico e discografico?

“Fare tanto e non aspettarsi nulla”, questo è il mio motto ultimamente. Le aspettative fanno male all’anima e non ti fanno vivere a pieno il momento presente, rovinando anche l’arte che uno fa, che non ha assolutamente bisogno di vincoli mentali per esprimersi al meglio. Ovviamente senza essere ipocriti… Se arriva roba, ben venga!

Artisticamente parlando, rifaresti tutto oppure hai dei rimpianti?

Rifarei tante cose ma me ne eviterei sicuramente altrettante. Molta roba ci fa solo perdere del tempo prezioso, onestamente dato che è l’unica cosa (o quasi) che non si può comprare, lo gestirei sicuramente in modo diverso in molte situazioni che ho vissuto.

L’ultima parola a te!

Che dire, grazie mille per questa intervista insieme e seguitemi in questo meraviglioso viaggio… Ne vedrete delle belle!