Intervista a Peripezie con il suo nuovo singolo Cicatrici

Il brano racconta la fine di una storia, in particolare la volontà di archiviare definitivamente tutto ciò che c’è stato, sia il bene che il male. Tutto si consuma davanti a un immaginario falò dove vengono bruciati i ricordi, con la speranza che questi ultimi non tornino a consumare la mente. Le cicatrici sono segni inevitabili che rimarranno però visibili con il tempo.

Leggiamo l’intervista!

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?

Canzoni sempre più brevi, abbiamo tutti fretta. Mi piacerebbe che ci si potesse fermare un attimo di più. Vorrei fare questo effetto alle orecchie di chi mi ascolta e che la mia musica rappresentasse un segnale di stop. O almeno di precedenza.

Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?

Senza dubbio i Coldplay. Sono nato e morirò come un bimbo di Chris Martin. La mia musica è fortemente ispirata da loro e riescono a rendere i loro concerti un’esperienza indimenticabile. E poi vorrei vedere il pubblico con i braccialetti luminosi dal palco, e al momento non ho il budget per comprarli ai miei concerti.

Quali sono i tuoi piani più immediati?

Chiudere il primo album il prima possibile e poi live. Tanti live. L’esigenza di confrontarsi con un pubblico è forte, per fortuna manca poco all’estate. Mi manca troppo sentire l’urgenza di andare in bagno prima di esibirmi.

Hai un videoclip nel cassetto, oppure dovremmo ancora attendere?

Non amo particolarmente fare videoclip, preferisco che parli la musica. Metti poi che si veda il doppio mento, sarebbe un disastro.

Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?

Penso che si debba sempre abbracciare le nuove tendenze. Bisogna però renderle davvero proprie, sfruttarle con originalità. Internet è fonte di ispirazione, informazione e divertimento. Attenzione però, che non sostituisca le altre forme di comunicazione, quelle fatte di sguardi, parole, silenzi, baci, pianti. È questo il rischio che vorrei tutti potessimo evitare.

Come nasce un tuo brano di solito? Raccontaci qualche aneddoto!

Nascono quasi sempre casualmente, spesso le idee delle mie canzoni vengono partorite proprio nei momenti in cui la mia testa dovrebbe essere focalizzata su altro, ma va bene così. Cicatrici è nata mentre mi stavo passando il filo interdentale. Ultimamente molte idee si palesano all’interno di momenti dedicati, dei veri e propri briefing musicali dove io e le persone (le poche) di cui mi fido musicalmente buttiamo giù bozze in maniera randomica e questo ci fa sentire molto bene.

Sempre convinti che ogni forma d’arte sia la massima espressione della bellezza. Tu da artista che rapporto hai con la bellezza? Quale il tuo pensiero in merito, in una società ormai distrutta dall’agognata apparenza, in cui l’arte sembra passare in secondo piano?

Alla fine, è bello ciò che piace. Anzi, è bello ciò che riesci a far credere sia bello. Ecco perché la convinzione è la bellezza 2.0: credici e ci crederanno anche gli altri. Prima o poi. Peripezie è molto bello (Ripetilo 10 volte ogni sera prima di dormire).

C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti?

Che quello che ascolto mi sembra sempre più bello di quello che compongo io, ma sono estremamente autocritico. Poi mi passa e so apprezzare anche la farina del mio sacco, con i miei brani solitamente ci faccio pace dopo 1 anno dall’uscita.

Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?

Sebastiano, Davide e Cristian, i miei compagni di avventura musicale. Menzione speciale per Cristian, (in arte LOKAP) che nell’ultimo periodo mi sta aiutando molto e con cui sto facendo tanta (bella) musica che a breve faremo uscire. Nicoletta, che mi ha insegnato che sbagliare, è molto bello. Giulia, perché mi fa sentire una superstar, ogni giorno. Ringrazio infine chi inciampa nella mia musica e si sente capito/a, anche per pochi secondi.