Laboa: sospesi in un pop rock di bellezza liquida

Mi piaceva assai poter giocare mescolando sensazioni a tematiche centrali per questo lavoro dei Laboa. Un esordio discografico autoprodotto che si intitola “Fiumi”. Ovviamente parliamo di bellezza, ovviamente mi lascio cullare (e il caso di dirlo) da un certo suono che cerca la contaminazione esterofila, anzi apolide. Ovviamente non cerco di legarmi all’estetica fine a se stessa ma spazio oltre, dove il mio sentire guida…

Noi iniziamo sempre le nostre interviste con una domanda uguale per tutti: la bellezza. Che significa per voi? Cercando di parlarne oltre i cliché di copertina…
Domanda difficile, la bellezza è un concetto troppo ampio che coinvolge ogni ambito della vita. La bellezza della musica per noi sta nel senso di libertà che si prova su un palco o scrivendo un testo.

E in questa sospensione “postmoderna” che vive dentro il vostro disco, la bellezza che ruolo e che responsabilità ha?
Nei nostri testi raramente la bellezza trova posto. Quasi mai parliamo di cose belle, spesso le nostre canzoni sono sfoghi e quindi il sentimento che più è rappresentato è la rabbia. Probabilmente per noi la bellezza rappresenta un punto di arrivo del quale andiamo alla ricerca costante ma ci sentiamo ancora lontani quindi i nostri testi parlano del viaggio alla ricerca della bellezza.

Sicuri d’averla trovata? Oppure un disco è l’espressione artistica di chi è ancora in cerca della sua personale bellezza?
Siamo ancora alla ricerca della bellezza e i nostri testi raccontano questo viaggio.

Il rock dalle ampie sfumature inglesi… in che modo per voi arriva a contaminarsi nelle forme del pop italiano?
Musicalmente abbiamo sempre suonato rock. È la musica che più ci piace e quella che vogliamo suonare. Il pop invece è interessante per come cura le parole dei testi e, scrivendo in italiano, vogliamo imparare dal pop come si scrive un testo. Questo è il senso in cui si contaminano secondo noi, vogliamo rubare il meglio da entrambi questi mondi e creare un nostro personale modo di fare musica.

E questo lavoro apre le porte a cosa? Cosa sentite di star diventando? O cosa siete in procinto di essere?
Questo lavoro ha aperto le porte alla scrittura in italiano, ciò che stiamo diventando è una band più coesa e più sicura delle proprie capacità.