Le Mans ’66 – La grande sfida: Matt e Christian, veloci come il vento

Tralasciando la recente impronta blockbuster della saga on the road Fast & furious, se guardiamo esclusivamente al mondo delle auto da competizione possiamo avvertire come cinema e corse su quattro ruote siano sempre andati a braccetto, grazie e titoli come Grand Prix di John Frankenheimer, Le 24 ore di Le Mans con Steve McQueen o il recente Rush di Ron Howard, affascinante ritratto del confronto sportivo (e umano) tra i campioni Niki Lauda e Jams Hunt.

Archiviata la magnifica esperienza rappresentata dal cinecomic Logan, James Mangold decide di raccontare in Le Mans ’66 – La grande sfida una reale pagina sportiva che vide coinvolti due nomi di grande spicco come il noto pilota Carroll Shelby, qui interpretato da Matt Damon, e il suo amico e collaudatore Ken Miles, dal volto del camaleontico Christian Bale, entrambi chiamati a lavorare per la casa automobilista Ford con il compito di farle vincere un’importante competizione su quattro ruote, dando filo da torcere alla favorita Ferrari.

Il risultato è, quindi, uno spaccato biografico sullo scontro tra due grandi società automobilistiche, metafora di come si possano concretizzare sogni impossibili con tanta buona volontà e concentrazione.

E tutto comincia quando l’americana Ford, sotto la guida dell’erede Henry II (Tracy Letts), decide di evitare il peggio cercando di rilanciare la propria immagine con la vittoria delle 24 Ore di Le Mans, competizione dove ormai è l’italiana Ferrari ad avere la meglio da tempo, guidata dal magnate Enzo Ferrari (Remo Girone).

Per poter arrivare alla vittoria, la società a stelle e strisce ingaggia, appunto, Carroll Shelby, ormai dedito alla vendita delle auto, il quale decide di coinvolgere l’amico e collega Ken Miles, meccanico e pilota dai metodi poco ortodossi, ma vero e proprio asso del volante.

Il materiale da portare sullo schermo, dunque, non era cosa da poco, e Mangold, mestierante solido e professionale, sa bene cosa vuole raccontare con questo Le Mans ’66 – La grande sfida, appoggiandosi esclusivamente sul rapporto fraterno tra i due collaudati Damon e Bale, ma non riuscendo a sviluppare degnamente alcune sfumature nel parlare di uomini e sportivi.

Quindi, assistiamo alla boriosa ambizione di un magnate come Ford, personaggio descritto in tutti i suoi pregi (pochi) e difetti (parecchi), in un plot in cui la caratterizzazione dei protagonisti risulta poco degna di nota (Damon tipico yankee dall’andazzo sicuro di sé, Bale schizzato che, alla lunga, gigioneggia un po’ fin troppo) e l’italiana Ferrari viene sbeffeggiata non poco.

Ma fin qui può trattarsi tranquillamente di scelte artistiche dovute a determinate testimonianze storiche del caso; quello che lascia abbastanza insoddisfatti è la scelta di ridurre al minimo le corse automobilistiche per concentrare il tutto sull’amicizia tra Shelby e Miles, offuscando, così, il potenziale di una trainante competizione su quattro ruote.

 

 

Mirko Lomuscio