Ghyblj intervista (la Iena) “Nina Palmieri”

Nina Palmieri, benvenuta su Mondospettacolo, come si diventa una iena?

Ciao Ghyblj un saluto a te e a tutto il pubblico di Mondospettacolo. Come si diventa una “iena”, allora è una domanda difficile questa, perché ognuno di noi è approdato in modo diverso, quindi ti potrei fare 38 esempi di differenti percorsi fatti da ognuno di noi,  chi è arrivato magari da internet, dai Social, YouTube e compagnia bella e si è fatta\o notare per la sua creatività, la sua simpatia, per le idee che magari ha fino a quel momento condiviso con il suo pubblico e chi arriva invece da altre esperienze magari con un bagaglio anche importante e quindi anche un po’ più grande di età, tipo me, che ho collaborato per un po’ di tempo come autrice e poi dopo ho cominciato a metterci la faccia, ma questo solo dopo aver maturato anche esperienze in video da altre parti, io sono arrivata tardi alle Iene insomma in tarda età e poi ci sono altri che invece solo basandosi sulla loro bella faccia tosta e delle belle idee, si sono presentati al nostro capo a Davide Parenti e hanno ottenuto così la loro possibilità e l’hanno saputa cavalcare, non sempre tutti ci riescono, è un posto difficile, insomma restare alle Iene, lavorare alle Iene non è solo quello che vedete voi è anche molto faticoso, per cui noi lo diciamo sempre C’è una selezione naturale, Cioè se sei volenteroso e hai delle belle idee alle Iene vieni preso, poi il problema è restare, riuscire a sopravvivere.

Tu sei anche una brava autrice, prima di diventare iena hai firmato, seguito e diretto importanti servizi giornalistici, avendo oggi testato entrambe le figure professionali, è meglio lavorare dietro o davanti la telecamera?

Si come dicevo prima ho lavorato tanto come autrice. Ho iniziato a lavorare a 22 anni in televisione, facendo stage a destra a sinistra e  poi ovviamente ho seguito la mia strada, perché non avevo in testa quello che poi è successo dopo e quindi di andare in video, anzi l’ho evitato per tanto tempo come ti ho già detto prima appunto e adesso ovviamente non tornerei indietro, in quel momento ero molto convinta di quello che stavo facendo ero convinta che la mia strada fosse quella del racconto delle storie delle persone, ma da dietro la telecamera, quindi ho sempre fatto cose mie da autrice appunto e anche cose di altre persone ma senza mai volerci mettere la faccia. Poi ad un certo era un momento particolare della mia vita in cui stavo scrivendo un libro ma non stavo lavorando nel vero senso della parola. E un mio amico mi ha proposto di provarci, ci ho provato, mi sono divertita e adesso ho questo bel piatto e me lo magno tutto. Però rifarei tutto esattamente come l’ho fatto.

Nina, con le iene spesso ci mettete di fronte a realtà cruente, scioccanti, a volte sconvolgenti fino a togliere il respiro, ma tu che sei in prima linea a realizzare il servizio ed essendo molto sanguigna, come fai a controllare le tue emozioni?

Ti rispondo semplicemente che mi trattengo, perché so che non posso passare dalla parte del torto. Non posso prendere a legnate le persone anche quando se lo meritano, anche quando viene proprio il prurito alle mani. Poi appunto sono molto sanguigne, fumantina, per cui mi succede e si vede che ogni tanto perdo il controllo, però ovviamente mi devo necessariamente raffreddare e trattenere. Faccio appello alla mia professionalità e alla mia esperienza e porto avanti la mia missione che è quella comunque di raccontare e di portare agli occhi di tutti la verità, non le mie reazioni violente di fronte a un pedofilo o uno che ha ucciso a mazzate la moglie. Anche se spesso mi è venuto voglia di tirare il microfono in testa ai cattivi che mi sono trovata davanti.

Fare la giornalista di inchiesta e la jena in particolare è un compito molto pesante, ma quando torni a casa, riesci a staccare la spina o i pensieri del tuo lavoro ti seguono anche a casa?

Spesso mi porto tutto a casa, è un po’ difficile non portarsi a casa il lavoro, soprattutto quando il lavoro è la vita delle persone, per cui il dolore ti rimane dentro e ho imparato a convivere con questa cosa. Fortunatamente io ho una terapia stupenda a casa che è mia figlia e diciamo che poi quando arrivo da lei mi immergo in una dimensione che mi protegge. Lei è la mia corazza, la mia fortuna e la mia pace. E quando incontri i veri mostri che poi si vestono da persone normali, perché come dice una mia cara amica: il demonio è una persona normale, per proteggerti dal demonio che vive nelle persone normali devi comunque elaborare e la mia salvezza è Amanda, la mia bambina, la sua purezza, la sua felicità nel vedermi quando torno a casa.

C’è stato un qualcosa che mai avresti voluto raccontare o che particolarmente ti ha segnato?

Non c’è nessun servizio che e che non avrei mai voluto raccontare. Nel senso che se lo faccio è perché penso che debba essere raccontato, quella storia deve essere raccontata, anche una storia che fa male e che fa venire il vomito, che fa incazzare. Anzi, a maggior ragione bisogna dare voce a chi non ne ha e quindi anche se faticoso lo faccio. Storie che mi hanno particolarmente segnato? Guarda sono tantissime, in particolare una storia della quale ho anche scritto un libro, che è la storia di una ragazza italo/turca rapita dai suoi genitori e portata in Turchia contro la sua volontà, siamo riusciti a riportarla a casa, adesso è una ragazza libera, felice di vivere la sua vita è si è fidanzata con un mio amico, quindi tutto bellissimo. Un’altra storia pazzesca che mi è rimasta dentro e mai dimenticherò è la storia di Walter ed Emanuel la definirei “amore oltre la morte”. Walter era un ragazzo che stava morendo di leucemia, poi purtroppo è morto 3 giorni dopo il nostro incontro e prima di morire ha voluto simbolicamente sposare il suo fidanzato Emanuel, è stata una cosa pazzesca. Poi proprio in questi giorni, è stato arrestato un parroco, un ex parroco pedofilo che ho affrontato la settimana scorsa e che mi ha lasciato assolutamente senza parole. Per quanto l’ho riempito di parole durante il nostro incontro con lui, una persona davvero fredda e incredibilmente così dura, che negava tutto, che rideva di fronte alle accuse, alle mie domande, ai fatti che gli esponevo, alle prove schiaccianti, comunque è stato arrestato. Questa è la mia grande soddisfazione oggi sono felice è un giorno felice.

Dove e come reperite le notizie?

Le notizie arrivano dalle tantissime segnalazioni che sono il nostro pane quotidiano e ci arrivano sul nostro sito delle Iene. C’è una redazione composta da delle ragazze bravissime che fanno la scrematura e selezionano per noi le notizie che possono diventare un servizio delle Iene, perché ormai abbiamo sviluppato un certo intuito, sappiamo dove possiamo andare a parare e quindi dove possiamo intervenire dando un senso alla nostra missione, in modo da avere appunto poi un compito da portare a termine. Poi le notizie le reperiamo anche tantissimo dai giornali, dalla lettura dei quotidiani e delle notizie online, ma anche dalle persone che ci fermano strada dalle tantissime persone che ci riconoscono e ci raccontano i loro problemi, i loro drammi, così prendiamo i numeri di telefono, li giriamo alla redazione che si occuperà appunto di chiamare le persone e valutare se andare avanti o meno nell’inchiesta giornalistica.

Nella foto: Nina Palmieri in compagnia delle altre conduttrici delle Iene ( Roberta Rei e Veronica Ruggeri)

Cos’è per Nina Palmieri l’ingiustizia?

L’ingiustizia è in tante piccole cose, l’ingiustizia è quando la giustizia non riesce o non fa il suo corso come dovrebbe, l’ingiustizia è quando le persone vengono condannate, ma poi la loro colpa viene prescritta perché è passato troppo tempo e magari è morta una bambina questa è l’ingiustizia.

Nella foto: Nina Palmieri in compagnia delle altre conduttrici delle Iene ( Roberta Rei e Veronica Ruggeri)

Io da telespettatore prediligo più i servizi di una iena (tra cui i tuoi 😍) piuttosto che di altri. Che rapporto c’è con i tuoi colleghi? Vige la concorrenza e la gelosia del tipo: tu sei più brava di me, lui è più capace dell’altro, oppure si vive una sana competizione?

Che rapporto c’è con i miei colleghi? Guarda io lo dico sempre che mi sento di far parte di una grande famiglia; la famiglia in giacca e cravatta, mi sento molto fortunata, sono molto fortunata. Poi è chiaro come tutte le famiglie c’è il cugino che mi piace di più, che amo alla follia e quello con cui ho meno rapporti, ma anche per una questione proprio di frequentazione. Cioè nel senso che alcune persone le vedo spessissimo altre meno. Fuori dall’ufficio coltivo dei rapporti di vera amicizia con alcune Iene mentre con altre ci fermiamo al computer della redazione, però è un bel rapporto con tutti, c’è una sana competizione, non ho mai visto nessuno prendersi a botte all’interno di questa famiglia, tutto si vive con un grande affetto e una grande stima reciproca.

Nella foto: Nina Palmieri in compagnia delle altre conduttrici delle Iene ( Roberta Rei e Veronica Ruggeri)

Conosco il vostro produttore il buon Davide Parenti, definiscilo con una parola?

Davide, una sola parola non basta, però se la devo cercare la trovo ed è: un faro, Davide è UN FARO.

Un racconto, un aneddoto simpatico che ti ha visto protagonista durante la realizzazione di un tuo servizio?

Si verificano sempre dei grandissimi aneddoti, soprattutto quando siamo in appostamento che è un qualcosa che può durare un momento, come può durare 17 ore, come mi è successo ultimamente. Quando aspettiamo il cattivo in macchina, ci sentiamo molto poliziotti americani, con le ciambelle, i popcorn e poi dopo abbiamo il problema della pipì, del non farci vedere, indossiamo parrucche e altre cose di questo tipo per mimetizzarsi. Insomma è tutto molto divertente anche se molto stressante, è divertente perché dopo che ti sei fatta 17 ore in compagnia di una persona che conosci poco, la stessa può diventare il tuo migliore amico, tra parolacce, imprecazioni e anche grandi risate.

Nadia Toffa, un tuo ricordo?

Su Nadia è stato detto tutto, meritatamente ovviamente, tutto quello che è stato detto è tutto vero. Nadia era un portento, una persona, uno scricciolo ma con una forza pazzesca che quando ti parlava, ti guardava ad un centimetro dalla faccia, era magnetica ti guardava proprio negli occhi e ti diceva quello che ti doveva dire, sia cose belle che cose brutte. Lei ha guardato in faccia così anche il tumore che l’ha portata via. Aveva questa forza, questa determinazione, questo coraggio, perché è stato qualcosa di più, lei era qualcosa di più, mi si spezza troppo la voce quando parlo di lei e non solo perché sono raffreddata. Ci manca tanto, ma la sentiamo molto presente, ne parliamo sempre come se ci fosse.

E se Nina Palmieri non fosse stata una iena che mestiere avrebbe voluto fare nella propria vita?

Avrei voluto fare l’autrice televisiva, che io poi l’ho realizzato quel sogno e poi ti dico la verità, proprio un sogno banale: vorrei tanto avere una scuola di surf, una scuola di windsurf, una robetta che mi renda felice sulla spiaggia, ma questo è un piano B che posso sempre realizzare. Comunque quando ero piccola dicevo che volevo fare quello che faccio, raccontare le storie, va bene così mi è andata bene dai, però forse sarei stata brava anche a fare tipo l’arredatrice d’interni, ho questa passione, metto a posto le cose di tutti, sistemo le case di tutti, mi viene facile, mi piace, però dai possiamo dire che sono contenta di fare quello che faccio. Va benissimo così.

Come condividi la tua vita professionale con quella privata in famiglia? Tra le mura domestiche, sei più iena o più agnellino?

Se dovesse rispondere il mio compagno a questa domanda ti risponderebbe sicuramente una iena al cubo, però a casa mia mi chiamano la lupa, da sempre, da quando ero piccola, uno per questioni proprio di propensione al cibo al buon cibo, a quanto magno. E poi sostanzialmente anche un po’ per carattere, per cui diciamo che se non sono una iena sono una lupa.

Ghyblj  

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Le foto in esterna sono di Francesca Coccia. Quelle nello studio delle Iene di Daniele Schiavello