Stasera in tv Distretto 13 – Le brigate della morte di John Carpenter

Stasera in tv su Gold alle 23,30 Distretto 13 – Le brigate della morte (Assault on Precinct 13), un film del 1976 scritto e diretto da John Carpenter. Negli Stati Uniti la sua uscita è avvenuta il 5 novembre 1976, mentre in Italia fu distribuito nel 1979. Per alcune scene di violenza il film si è guadagnato un posto di riguardo nella corrente della shoxploitation. Dopo aver girato Dark Star, John Carpenter incontrò un gruppo di investitori indipendenti che gli diedero carta bianca per realizzare qualsiasi film volesse, ma con un budget limitato. Carpenter avrebbe voluto girare un western, ma sapeva di non avere le risorse per ricreare lo scenario dell’epoca. Scrisse il film in modo che risultasse un western moderno e molto stilizzato, ispirandosi essenzialmente ad Un dollaro d’onore di Howard Hawks. Con Austin Stoker, Darwin Joston, Laurie Zimmer, Martin West.

Trama
A Los Angeles, un’isolata stazione di polizia è presa d’assalto da una gang sanguinaria. Suspense, ironia e azione si alternano in un meccanismo potente e perfetto. Un capolavoro scritto (con lo pseudonimo di John T. Chance, in omaggio a un personaggio di “Un d’ollaro d’onore” di Hawks, di cui il film è un ideale remake) musicato e diretto da John Carpenter.

Distretto 13 – le brigate della morte, secondo lungometraggio di Carpenter, si può, a tutti gli effetti considerare come il suo vero debutto. Senza per questo voler assolutamente sminuire Dark Star e sottovalutarne il cosiddetto «periodo delle sceneggiature», ma è con Distretto 13 che con precisione si delinea il suo mondo espressivo-poetico, la sua weltanschauung. Se tale è possibile definire la sua urgenza di fare cinema. Carpenter, infatti, ha sempre considerato il suo lavoro non secondo direttrici e concezioni artistiche, ma come prodotto d’un onesto artigianato. Intrattenimento d’evasione secondo l’insegnamento degli eterni maestri: Howard Hawks, Alfred Hitchcock, John Ford. Sotto il loro segno difatti nasce Distretto 13, un suspencewestern svolto e vissuto in un contesto moderno-metropolitano: assedi, attacchi, ombre silenziose che s’aggirano incontrastate padrone della notte, e salvataggio finale in extremis da parte delle forze alleate sul far del giorno. L’happy end. Usato, però, in questa circostanza come un vuoto segnale consolatorio. Come consolatoria e di puro spettacolo è l’intera organizzazione del film; non c’è più nulla da poter salvare, né tantomeno da sottrarre al sangue delle bande voodoo, di sangue appunto assetate. Il cinema classico, dunque, esiste come riferimento privilegiato, pura realtà illusoria di un mondo armonico (o ricomponibile nell’armonia) che di fatto non è mai esistito”.
(G. Salza, C. Scarrone, Il cinema di Carpenter, Fanucci 1985)

“Da grande appassionato di western, John Carpenter coglie al volo l’occasione per un’affascinante e intelligente rivisitazione in chiave moderna del classico Un dollaro d’onore (1959) di Howard Hawks: il risultato è un thriller d’assedio claustrofobico, teso e compatto, con rimandi neanche troppo velati a una perla del genere horror uscita qualche anno prima, La notte dei morti viventi (1968) di George A. Romero. La lotta per la sopravvivenza messa in scena da Carpenter sospende la più classica divisione tra buoni e cattivi, mentre il vero nemico è impalpabile, senza un nome, cresce nelle strade e si nasconde nelle ombre. Ritmo incessante e sviluppo incisivo, nonostante qualche parentesi a tratti approssimativa; in ogni caso, un’opera che veicola il germe di uno straordinario talento autoriale. Alcuni inserti decisamente violenti, e ancora oggi disturbanti, causarono non pochi problemi al regista (responsabile anche delle musiche e del montaggio) al momento dell’ uscita del film”.
(LongTake)

 

 

Luca Biscontini