Stasera in tv Trainspotting di Danny Boyle

Stasera in tv su Iris alle 23,30 Trainspotting, un film del 1996 diretto da Danny Boyle, tratto dal romanzo omonimo di Irvine Welsh del 1993. Il film è stato presentato fuori concorso al 49º Festival di Cannes del 1996. Presto diventato un vero e proprio cult, nel 1999 il British Film Institute l’ha inserito al decimo posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo. Nel 2004 il film è stato definito come il miglior film scozzese di tutti i tempi in un sondaggio di pubblico generale. A oltre vent’anni di distanza ha avuto un seguito, T2 Trainspotting del 2017. Con Ewan McGregor, Robert Carlyle, Ewen Bremner, Jonny Lee Miller, Kevin McKidd, Kelly Macdonald, Peter Mullan, James Cosmo, Eileen Nicholas.

Trama
Edimburgo. Mark Renton, ladruncolo per necessità, ha scelto un’onesta e sincera tossicodipendenza. Begbie, uno psicopatico violento e alcolizzato spaventa perfino i suoi amici, ma non si sognerebbe nemmeno di toccare la droga. Spud, un disperato, ma amabile eroinomane. Sick Boy, un narciso dalle conoscenze enciclopediche su Sean Connery, in grado di tenere sotto controllo la propria dipendenza dall’eroina. Poi c’è Tommy che non si droga, è un maniaco delle escursioni all’aria aperta e di Iggy Pop. Ai margini della storia, ci sono le ragazze del gruppo.

“Scomodo, amorale e sporco, Trainspotting vuole essere emblematico di un certo tipo di sottocultura giovanile (in questo caso inglese e, per la precisione, scozzese), presentandosi come un’opera di crudo realismo con squarci di inquietante onirismo allucinato. Danny Boyle porta sullo schermo (senza mezze misure) droga e dipendenza, raccontate con occhio cinico e beffardo ma, forse, anche un po’ compiaciuto. Il sudicio raccontato senza filtri, una certa violenza che rincorre lo spettacolo, eccessi straripanti e situazioni ai limiti del grottesco fanno da sfondo alle vicende di personaggi divenuti di culto (almeno nei giovani cresciuti in quegli anni). Una girandola fredda e maleodorante, dove la colonna sonora è efficace (Blur, New Order, Iggy Pop, Lou Reed, Underworld) e la sceneggiatura (John Hodge, nominato all’Oscar), basata sull’omonimo romanzo di Irvine Welsh (che compare nel breve ruolo dello spacciatore Mikey), spesso colpisce nel segno. Troppo ridondante, ma capace di raggiungere gli obiettivi che si è prefissato. Oltre ad essere stato un notevole successo di pubblico, Trainspotting è diventato un’icona britannica (e cinematografica) degli anni ’90, incappando in numerose controversie che hanno contribuito solamente ad accrescerne la notorietà. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes”.
(LongTake)

 

 

Luca Biscontini