Un amico straordinario: un Tom Hanks da (candidato) Oscar

Diretto da Marielle Heller e interpretato da Tom Hanks – candidato agli Oscar come miglior attore non protagonista – al fianco di  Matthew Rhys (la spia russa della serie tv The Americans), Chris Cooper, Wendy Makkena e Tammy Blanchard, Un amico straordinario è tratto da una storia vera.

La storia molto made in USA di Fred Rogers, noto presentatore di un programma per bambini. Dolce e  pacato, ha per anni spiegato in modo  schietto e sincero a tanti  piccoli spettatori molti aspetti della vita, anche quelli più drammatici.

Una figura non poco amata, che potremmo paragonare al mago  Zurlì della storia della nostra tv , personaggio inventato da Cino Tortorella.

Il film scaturisce da un articolo del giornalista di Esquire Lloyd Vogel (Matthew Rhys), che, diventato padre, viene incaricato dalla sua caporedattrice di scrivere un articolo su Fred Rogers. Un compito che l’uomo non ritiene adatto alle sue capacità, essendo un giornalista investigativo, e che accetta a malincuore. Ma, proprio grazie all’incontro con Rogers, la sua vita di giornalista depresso, rabbioso e in conflitto con il padre cambia.

Una figura, quella di Fred Rogers, che ci viene introdotta dalla regista attraverso la sua trasmissione tempestata di pupazzi animati che doppia lui stesso e che ci riporta al dorato mondo della infanzia, riuscendo anche a sfuggire alla retorica grazie ad un Tom Hanks davvero perfetto.

Al servizio di un film che è, a modo suo, una celebrazione di un mito americano, ma che, come già accennato, molti spettatori non più giovanissimi potranno facilmente associare ad alcuni dei loro eroi televisivi, dallo storico e citato mago Zurlì alla leggendaria Marta Flavi, fino al pupazzo Uan affiancato da due giovanissimi presentatori come Licia Colò e Paolo Bonolis e alla mitica Posta di Sonia, molto conosciuta nel centro italia.

Tratto dal articolo da un articolo di Tom Junod , Un amico straordinario ci porta un vero ritratto di famiglia in una storia garbata e semplice, come il suo vero protagonista, ed è, in definitiva, un film utile per scoprire un altro mito americano a noi sconosciuto e farci ripensare che, a conti a fatti, Uan e il mago Zurlì erano bravi quanto Fred Rogers.

 

 

Roberto Leofrigio