Il Dr. Banner e Mr. Hulk: Il gigante verde sullo schermo

Negli ultimi anni, abbiamo avuto modo di vederlo affiancato dallo Steve Rogers meglio conosciuto come Captain America, dalla sexy Black Widow, dal corazzato svolazzante Tony Stark alias Iron man, da Occhio di falco, dal Dio del tuono armato di martellone Thor e da Nick Fury in The Avengers, diretto nel 2012 dallo stesso Joss Whedon occupatosi tre anni più tardi anche di Avengers: Age of Ultron, nel quale si sono aggiunti la Scarlet dotata di poteri magici, telepatici e ipnotici e il velocissimo fratello gemello Quicksilver. Interpretato dal bravo Mark Ruffalo in quel dittico che ha provveduto a radunare su celluloide la squadra dei Vendicatori, supereroi più amati dell’universo fumettistico targato Marvel, lo scienziato Bruce Banner e il suo mostruoso alter ego dalle incredibili dimensioni è tornato ora all’opera in Thor: Ragnarok di Taika Waititi e non mancherà di essere presente anche in Avengers: Infinity War, a firma degli Anthony e Joe Russo già dedicatisi a Captain America: The Winter soldier e Captain America: Civil war.

La forza che nasce da… Lee!

Nel non esaltante film di Waititi, addirittura, si scontra all’interno di un’arena con il dio del tuono del titolo colui che l’ex Mister Universo Lou Ferrigno portò alla notorietà sul piccolo schermo e che fece la sua prima apparizione in sei fumetti marveliani nel 1962, creato dal disegnatore Jack Kirby insieme al mitico Stan Lee che ha anche avuto modo di raccontare: “Da giovane adoravo il film Frankenstein, in cui Boris Karloff interpretava il mostro, così come ero affascinato da Dr. Jekyll e Mr. Hide. Un giorno ho pensato che poteva essere una buona idea combinare quelle due storie e creare un personaggio che da normale essere umano diventa un mostro. Tra l’ altro sono sempre stato convinto che il mostro di Frankenstein fosse davvero un brav’uomo. Non voleva fare del male a nessuno e doveva sempre stare attento a quegli idioti con le torce che lo inseguivano su e giù per le colline. Allora ho immaginato un mostro simpatico, che però avesse la possibilità di tornare uomo e viceversa. Così Hulk è diventato il primo Supereroe mostro della storia dei fumetti”. L’Hulk ispirato anche alla mitologia de La bella e la bestia e che già a partire dal 1966 cominciò a finire all’interno di serie televisive animate.

Il Bruce e la bestia

Serie televisive che hanno preceduto di oltre un decennio quella live action che, ideata e prodotta da Kenneth Johnson per la CBS, s’impossessò tra il 1977 ed il 1982 dei tubi catodici, prendendo il via dal pilot intitolato L’incredibile Hulk. Un autentico gioiellino del 4:3 che non può fare a meno di individuare un vero e proprio momento da antologia nella sequenza della prima trasformazione sotto la pioggia del David Bruce Banner in possesso delle fattezze del compianto Bill Bixby, impegnato in una ricerca sulla forza sovrumana. Ricerca che lo porta ad investire il suo organismo con radiazioni gamma, finendo, appunto, per mutarsi nella verdastra massa di muscoli che, prima del citato Ferrigno, pare dovesse manifestare i connotati del Richard Kiel di 007 – La spia che mi amava e 007 – Moonraker: Operazione spazio. Gioiellino che ci ha oltretutto portati a conoscenza della splendida colonna sonora filodepressiva a cura di Joseph Harnell e del giornalista Jack McGee, perennemente in cerca del mostro; prima che, tra il 1977 e il 1978, a proposito di tv-movie prendessero forma anche The incredible Hulk: Death in the family di Alan J. Levi e il The incredible Hulk: Married conosciuto, inoltre, come Il ritorno dell’incredibile Hulk, sempre per mano di Johnson.

David e il Golia… verde!

E fu soltanto l’inizio del mito, perché il telefilm riscosse talmente tanto successo da generare tre nuovi lungometraggi da piccolo schermo in cui, tra l’altro, il Golia verde si ritrovò affiancato da altre icone dei disegni su carta. Il primo, con il protagonista che, ancora inseguito da McGee ed intento a liberarsi della sua metà oscura attraverso un nuovo transponder, fu Thor e Hulk – Gli invincibili di Nicholas Corea (ma affiancato da un non accreditato Bixby), distribuito in home video con il titolo La rivincita dell’incredibile Hulk e che lo vide nel 1988, appunto, alleato alla mitologica divinità vichinga Thor, evocata di volta in volta da un suo ex allievo. Anticipando di un solo anno il Processo all’incredibile Hulk che, uscito in videocassetta e dvd semplicemente come L’incredibile Hulk, partì dal salvataggio di una donna molestata da due malviventi in metropolitana per poi tirare in ballo addirittura il giovane avvocato non vedente Matt Murdock che i fan sanno benissimo essere il giustiziere mascherato Daredevil, purtroppo in quel caso rappresentato con un costume nero in stile ninja (complice, di sicuro, la allora dilagante moda cinematografica dei camuffati guerrieri giapponesi). Un tassello diretto dallo stesso Bixby, come pure il conclusivo La morte dell’incredibile Hulk, datato 1990 e che, con Banner impegnato a fronteggiare spie e terroristi in un laboratorio di ricerca del governo dove potrebbe sbarazzarsi una volta per tutte del suo doppio, approdò, purtroppo, ad una conclusione tanto ridicola quanto inaccettabile, considerata l’invulnerabilità a cui ci aveva abituati la creatura di Lee e Kirby.

I nuovi mostri

Una fine che, sorvolando sull’infinità di cartoon sfornati in circa cinquant’anni di storia hulkiana, è stata tale fino al 2003, quando, in seguito al notevole consenso di pubblico registrato da cinecomic del calibro di Spider-man e X-Men, si pensò bene di consentire alla immensa mole verde di invadere finalmente il grande schermo con Hulk di Ang Lee. Un reboot cinematografico in cui fu Eric Bana a ricoprire il ruolo dello scienziato destinato a cambiare in chi sappiamo quando in preda ad attacchi d’ira e che, con un ricco cast comprendente Jennifer Connelly, Nick Nolte e Sam Elliott, vide Ferrigno soltanto coinvolto in una fugace apparizione; in quanto sostituito da un surrogato digitale simil-Shrek. Surrogato che, impegnato a saltellare da una parte all’altra dello schermo, però, non fece altro che cancellare tutta la seriosità respirata nella prima parte della piuttosto soporifera pellicola; destinata ad annoiare i bambini, a causa della scelta del regista di privilegiare l’aspetto conflittuale-interiore, ed a far storcere il naso agli intellettuali, troppo esigenti per accontentarsi del pupazzone verde alle prese con aerei e carri armati. Tanto che andò decisamente meglio con L’incredibile Hulk, che, messo in piedi nel 2008 da Louis Leterrier e con Edward Norton, Liv Tyler e William Hurt al posto di Bana, Connelly ed Elliott, sembrò ripartire direttamente dalla serie tv. Infatti, dosando a dovere azione e dialoghi, inscenò la continua fuga del dottore dalla brutale macchina militare intenta a catturarlo per sfruttarne i poteri; fino allo spettacolare duello finale contro il feroce Abominio, evoluzione del malvagio Emil Blonsky incarnato da Tim Roth. Ricorrendo, inoltre, ad una computer grafica decisamente migliorata rispetto al film precedente.

Francesco Lomuscio