I 40 anni di “Keoma”: intervista a Enzo G. Castellari

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Il 1976, è stato un anno che ha regalato parecchio al cinema italiano e non solo.  E’ stato l’anno di “King Kong” del grande Carlo Rambaldi, è stato l’anno del primo “Rocky” interpretato magnificamente da Stallone e ancora, l’anno di “Taxi Driver” lo straordinario cult movie della coppia De Niro/Scorsese. Ma il 1976 è stato anche l’anno che ha segnato praticamente la fine di più di un decennio di un certo cinema di genere italiano, la fine del cosiddetto Western all’Italiana, o come dicevano taluni, quasi per denigrarlo del Western Spaghetti.

Il Western all’Italiana nasce timidamente agli inizi degli anni 60 ma è soprattutto verso la fine della prima metà degli anni 60 che si afferma con vigore in Italia e all’estero, grazie al primo dei tre film di Sergio Leone, che faranno parte della famosa trilogia del dollaro: “Per un pugno di dollari”, “Per qualche dollaro in più” e “Il Buono Il Brutto e il Cattivo”. Da quel momento in poi, per circa 10 anni verranno girati quasi 200 film, alcuni di successo, altri meno, altri ancora per niente.

Ma torniamo al 1976, anno nel quale è uscito praticamente l’ultimo vero e proprio Western all’italiana, un film che è diventato un Cult molto amato dal pubblico di tutto il mondo, uno dei film dai quali Quentin Tarantino  ha preso spunto per il suo “Django”. Il nome del film è “KEOMA” ed oggi, per festeggiare i 40 anni di questo capolavoro, di questo straordinario e quasi poetico western, sono qui in compagnia del regista: il Maestro Enzo G. Castellari.

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Maestro, per prima cosa voglio ringraziarla per avermi dato l’occasione di festeggiare con lei i 40 anni del suo “KEOMA”, come sta innanzitutto?

Alla grande, grazie!

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Sono passati  40 anni, eppure riguardandolo ancora oggi “Keoma” riesce ad essere molto attuale ed emozionante, si è mai chiesto perché il suo film piace ed è piaciuto così tanto?

Partiamo dal “principio” che io sono il primo spettatore dei miei films…quando sto realizzando una scena mi chiedo sempre: “Questa mi piacerebbe vederla sullo schermo?” E se la giudico valida per me, come spettatore, penso che potrà essere gradita anche agli altri…almeno a quasi tutti !!! Tornando a KEOMA, è il film, fra i tanti da me realizzati, che io amo di più, quello nel quale mi riconosco completamente come regista, sceneggiatore, per il senso della scenografia, l’uso dei rallenty, creatore delle azioni, scelta dei personaggi, ritmo, soluzioni originali di montaggio, interpretazione personalissima dei flashback, per la creazione pittorica delle inquadrature … !!!

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Il soggetto originale di Luigi Montefiori, prevedeva un “Keoma” un po’ differente, che poi è stato modificato in corso d’opera, per quale motivo ha deciso di modificarlo?

Ero impegnato nell’edizione del film “Il Grande Racket” e non potei realizzare la sceneggiatura come in tutti i miei films, Manolo Bolognini, il produttore, affidò la scrittura ad altri sceneggiatori…la preparazione del film si fece sulla base del soggetto di Montefiori perché avevamo uno “stop day” di Franco Nero che aveva un altro film da fare subito dopo, quindi c’era la necessità di avere il copione immediatamente…iniziammo a girare senza la sceneggiatura, realizzando solo scene d’azione con i cavalli che sapevo sarebbero comunque rimaste…lo script arrivò il secondo giorno di riprese…lo lessi la notte e ne rimasi scontento, sconcertato, insoddisfatto ed incazzato !! Svegliai tutti per telefono dando la notizia: “La sceneggiatura fa schifo !!!” DRAMMA !!! Che facciamo? Mi chiesero Franco e Bolognini…lasciatemi il resto della notte per pensare ad una maniera possibile per continuare e domattina, sul set, vi darò una mia soluzione…Mattinata di fuoco…ma la mia proposta era l’unica possibilità per  continuare le riprese : “Inventerò le scene giorno per giorno!” La storia è valida, quindi l’ideazione delle scene e del dialogo avverrà sul set, fortunatamente John Loffredo, l’attore americano che interpretava uno dei fratelli Shannon è anche scrittore e, girando il film in inglese, gli anticipai tutte le intenzioni che avevo per la scena, fornendogli le idee ed i temi e lui così realizzò i dialoghi…ed è qui LA MAGIA … mi sono ispirato a tutti i film che avevo amato, a tutti i registi che avevo idolatrato, a tutte le scene che mi erano rimaste nel cuore e riversai in ogni scena questa mia grande passione per il Cinema Americano (anche Svedese !!!) portando avanti la lavorazione !!! Un sogno !!!…Poter realizzare estemporaneamente le scene che avevo adorato negli altri films e “farle mie, totalmente mie !!!” E’ stata veramente una fantastica esperienza!

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So che per girare Keoma ha dovuto superare non pochi  imprevisti, difficoltà e problematiche varie, vuole raccontare al nostro pubblico che cosa è successo?

I problemi furono solo della sceneggiatura che però mi ha dato la possibilità di cambiarla a mio gusto…con l’assenso degli attori e del produttore. Spesso Franco mi chiedeva : ”Questo cambio va benissimo ma dopo ?” “E che ne so…per ora funziona poi avrò altre idee e soluzioni…” E le idee venivano fluenti e continue, magicamente !!! Il personaggio di Woody Strode non era previsto nel soggetto, ma l’attore passò per Roma e venne a salutare Manolo Bolognini…come lo vidi andai in trance : “Ti prego Manolo, fallo rimanere, fallo partecipare al film !!!” “Per fare quale ruolo ?” “Non lo so, però lo invento!” E nacque un ruolo fantastico !!! Woody era tutti i giorni sul set e come mi nasceva l’idea lui era pronto. Alla fine del film, nel salutarmi e ringraziarmi della straordinaria esperienza che aveva fatto, mi confessò : “Enzo io ti ho osservato tutti i giorni come creavi, inventavi le tue inquadrature, come realizzavi le azioni, come escogitavi le situazioni, come parlavi con gli attori..e ti devo fare i miei complimenti…soprattutto perché mi sembravi ogni volta John Ford…ho fatto diversi films con lui e tu me lo ricordi tanto!” A momenti svenivo ! Quello che mi ha detto l’ho sempre considerato come il mio Oscar !!!

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Il suo rapporto con Franco Nero è sempre stato un rapporto speciale, un rapporto di grande stima, rispetto e profonda amicizia da parte di entrambi, ma come nasce la scelta di Franco nel ruolo di “Keoma”?

Non c’è stata nessuna scelta, quando Bolognini mi portò il soggetto era insito che fosse per me e per Franco! Partimmo Manolo ed io per Monaco dove Franco stava girando “21 0re a Monaco” (la storia sulla tragedia delle Olimpiadi dove un comando di palestinesi attaccò la residenza degli atleti ebrei) gli portammo il soggetto e si riformò di nuovo la coppia Nero-Castellari.

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Keoma, vanta la partecipazione di importanti attori tra i quali ricordiamo naturalmente oltre a Franco Nero, Woody Strode, William Berger, Olga Karlatos, Orso Maria Guerrini, Antonio Marsina, Joshua Sinclair, Donald O’Brien e Wolfango Soldati  a proposito di Wolfango Soldati, c’è una scena famosissima, che vede protagonisti Franco Nero e appunto Wolfango Soldati, mi riferisco a quella delle 4 pallottole; vuole raccontare al nostro pubblico come è stata costruita? Ma sopratutto (sorrido) di chi è la mano che conta le pallottole?

(Sorride) E’ una delle mie tante “invenzioni sceniche” durante la lavorazione… ma ogni volta che nei miei films ho girato inquadrando un’arma in primo piano con la canna che punta verso un obiettivo, l’ho sempre realizzata io come cameraman usando le mie stesse mani, sempre!

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Come è nato il titolo del film?

Il titolo KEOMA lo abbiamo trovato in un magnifico libro che portò Woody dall’America, sulla storia dei pellerossa, stupendo, con delle illustrazioni magnifiche…in uno dei racconti appare questo nome che apparteneva ad una donna indiana che fu barbaramente uccisa. Mi sembrò un nome perfetto per il nostro personaggio, graficamente da “me cojoni” !!!…In seguito io ho sempre raccontato che nel dialetto della tribù di Woody Strode voleva dire “Libertà”…e nessuno mi ha mai contestato questa imprecisione, prendendola per vera !!

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Fermo restando che dal primo all’ultimo, mi sono piaciuti tutti i ruoli e le interpretazioni dei vari personaggi del film, ho trovato però, davvero interessante la differenziazione dei tre fratelli Shannon, magistralmente interpretati da Orso Maria Guerrini, Antonio Marsina e Joshua Sinclair (John Loffredo) ; come è nata la loro partecipazione al film, ma sopratutto con quale criterio ha scelto i loro ruoli rappresentanti tre fratelli con tre stili così diversi?

La ragione è semplicissima: Orso Maria Guerrini, John Loffredo e Antonio Marsina erano fra i protagonisti de “Il Grande Racket” che avevo appena girato ed ho creduto opportuno, visto il rapporto creatosi durante la lavorazione, di ripetere la bella esperienza con questi tre attori.

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C’è una scena del film, che tutte le volte che la vedo anche a distanza di anni, mi mette i brividi tanto è coinvolgente ed emozionante, mi riferisco alla sequenza che va dall’uccisione del padre di Keoma, (il bravissimo William Berger) fino alla cosiddetta “Crocifissione di Keoma”. In questa scena, lei ha utilizzato diverse tecniche di ripresa compreso il rallenty, che hanno reso il tutto veramente coinvolgente. Che cosa mi racconta a riguardo?

Devo confessare che anche io, ogni volta che rivedo la sequenza mi si mette un groppo alla gola. L’uccisione del padre di Keoma rimane per me uno dei pezzi migliori che abbia mai girato! La crocifissione invece l’ho tenuta nel cuore da quando girai “Johnny Hamlet” con  la messa in croce del protagonista, Andrea Giordana. Sapevo che avrei potuto girarla molto meglio e così, approfittando della mia libertà di inventare tutte le scene del film…ho ripreso questa mia voglia di esibirmi in una spettacolarizzazione dell’emblema del “sacrificio estremo” e l’ho fatto !!!…Amo profondamente questa scena e mi riconosco di averla girata bene !!!

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Un altra delle importantissime componenti del suo film, sono le bellissime musiche dei fratelli  Guido e Maurizio De Angelis, come è nata la loro partecipazione al  film?

Dovete sapere che io monto ogni mio film tutte le sere, finita la lavorazione sul set il grande regalo che mi concedo è quello di andare subito in moviola…devo montare il film contemporaneamente alle riprese, devo poter avere la stessa febbre creatrice che ho avuto sul set anche in moviola, senza far passare tanto tempo da quando ho creato le scene in location e quindi il montaggio segue il ritmo delle riprese… sapeste la “moviola” in quanti paesi l’ho fatta arrivare…nella roulotte, nelle stanze d’albergo, negli scantinati, nel retro dei negozi, nel fondo del saloon, nei deserti, nelle montagne…sempre !!! E’ una mia necessità narrativa di editare quello che ho girato nei giorni precedenti. Ma a questo aggiungo che non posso montare senza musica !!! Quindi per Keoma, Gianfranco Amicucci, il mio montatore, ed io, scegliemmo le musiche di Bob Dylan e Leonard Cohen con le loro ballate straordinarie e le adattavamo alle scene e viceversa. Visto che avevo deciso che il mio Keoma aveva un dialogo continuo con la Morte pensai anche a quale testo dovesse ispirarsi ogni pezzo cantato, era sempre il mio Keoma che si esprimeva sulla sua vita e sui suoi accadimenti… Finito il montaggio, completo di musiche, chiamammo i De Angelis che videro la proiezione del film montato “completo di musiche” e non dovettero fare altro che “interpretare” quello che avevo già scelto come “musica guida” !!!

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Mi è capitato di vedere Keoma in compagnia di diversi amici, in diversi periodi della mia vita, ma quasi tutti alla fine del film si sono chiesti: “Come mai Keoma lascia il bambino tra le braccia della Morte?” Morte, che ricordiamo è interpretata da una bravissima Gabriella Giacobbe. Riesce a soddisfare la curiosità dei miei amici e dei tanti suoi fan che forse si saranno fatti la stessa domanda?

Bella domanda !!! Tutto l’inizio ed il finale l’ho girato i primissimi giorni in un piccolo villaggio distrutto a Palestrina, vicino Roma. Chiaramente non avendo la sceneggiatura ho azzardato di realizzare l’inizio e la fine del film in questo luogo sapendo che così mi piaceva l’inizio e così come l’ho girato, mi piaceva il finale…soprattutto la morte dei fratelli Shannon commentati solo dalle grida della partoriente, senza rumori e musica…poi avrei cucito e giustificato tutto girando il resto del film…non si nota la frammentarietà delle varie riprese ed il vero miracolo è quello che alla fine il film sembra veramente super pensato e discusso per mesi…invece lo inventavo giornalmente !!!…Mi piacque infinitamente il dare “una fregatura” alla Morte costringendola a salvare una vita…poi assemblando tutto, forse il finalissimo mi lasciò interdetto…ho cercato più volte di darmi spiegazioni per  questo finale…ma alla fine l’ho riconosciuto come una mia elucubrazione genuina, alla quale non dovevo dare spiegazioni, anzi ho sempre risposto: “Ma come non hai capito il significato della creatura appena nata fra le braccia della Morte ?”

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Nel 2007 Keoma è stato omaggiato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia , all’interno della retrospettiva sugli spaghetti western, con quale emozione ricorda questo prestigioso riconoscimento?

Con tanta emozione, commozione ed infinito entusiasmo !!!!!!

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Siamo quasi arrivati alla conclusione della nostra intervista, ma prima di chiudere, ritengo doveroso farle questa domanda. Alcuni critici cinematografici, ritengono che una delle cause della fine dei western all’italiana siano state alcune pellicole ambientate nel west ma eccessivamente comiche, anche lei pensa che uno dei motivi sia questo ? 

E’ una delle cause…se ne fecero troppi di western…molti anche brutti…qualcuno invedibile…altri scarsi, poveri, sciatti, ripetitivi…

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Maestro, prima di chiudere c’è ancora qualcosa che vorrebbe dire ai nostri tantissimi lettori e sopratutto ai suoi innumerevoli fan?

Grazie…GRAZIE…G R A Z I E !!!!!!!!!!

E’ stato un grande onore e piacere ospitarla nel mio magazine, la ringrazio per averci raccontato un po’ di retroscena di questo “Capolavoro” del cinema western italiano, ne  approfitto anche per congratularmi con lei per la sua straordinaria carriera di regista, ma anche per la sua passione inerente la pittura. Grazie Maestro!

E naturalmente invito tutti coloro che ancora non hanno visto “Keoma” di vederlo, magari acquistando il Dvd con ricchi contenuti speciali.

Alessandro Cunsolo

Per saperne di più: visitate la sua pagina facebook https://www.facebook.com/ENZO-G-CASTELLARI-45188401282/