RICORDANDO LEONARD NIMOY: SPOCK ERA UN VERO FIGO

Sono nato nel 1980. Mi sono formato negli anni ’90. La prima serie di Star Trek non fa parte dunque della mia generazione.

Potrei parlarvi dei ragazzi di Beverly Hills 9010, di Melrose Place, di Willy il Principe di Bel Air o di come era abile McGyver nel disinnescare una bomba con uno stuzzicadenti.

Star Trek non fa parte dunque della mia generazione, ma fa parte di me. Il merito è di mio zio, che con il suo entusiasmo è stato capace di tramandarmi molte delle sue passioni: Tex, i film horror e Star Trek tra le varie.

Kirk, McCoy e Spock!

Quelle orecchie, quegli occhi… da bambino mi conquistarono subito (come poteva essere altrimenti?). La serie negli anni ’80 non mi interessava, io volevo guardare l’Uomo Tigre, Holly e Benji, ma Spock mi incuriosiva.

Quando ricevetti alcune vhs contenenti diversi episodi della serie classica di Star Trek (sempre da mio zio), mi innamorai del telefilm, dei personaggi e imparai a conoscere meglio questo vulcaniano, dal sangue per metà umano, ma dal temperamento così freddo e distaccato, che in teoria avrebbe dovuto rappresentare l’anti personaggio per eccellenza. Ma proprio questo suo carattere, o meglio questi suoi tratti, resero di Spock il simbolo di una serie che mi aprì le porte verso la fantascienza, che mi permisero di trascorrere notti a leggere tutti i libri di Asimov e le storie di Bradbury.

Spock era un figo. Se Kirk aveva quel sangue terrestre che non gli permetteva di affrontare sempre con lucidità le problematiche spaziali, l’amico con le orecchie a punta aveva sempre una soluzione o una visione a portata di mano.

Il simbolo di Star Trek… il mio professore di tecnica delle medie, ci “puniva” se sbagliavamo qualcosa con la famosa presa vulcaniana. Marty McFly in Ritorno al Futuro, per convincere il suo futuro padre nel 1955 a chiedere di uscire alla sua futura madre, diceva di essere un extraterrestre proveniente dal pianeta Vulcano.

Sheldon Cooper, genio nerd di Big Bang Theory aveva come mito Spock, un personaggio spesso presente anche nei Griffin o nei Simpson. Spock e Fonzie di Happy Days sono forse i due personaggi più longevi della storia dei telefilm del ‘900 anche dopo il famigerato “salto dello squalo” delle serie stesse.

Mio zio mi permise di conoscere più a fondo Leonard Nimoy, quando mi fece leggere il libro “Io sono Spock”, scritto dallo stesso attore, che raccontava i retroscena di Star Trek, le origini del suo famoso saluto vulcaniano e molto altro.

Un personaggio, quello di Spock così forte, che quando Nimoy recitò nella serie tv “Fringe”, la prima volta che fu inquadrato, fu naturale dire: <<ma quello è Spock!>>

Un uomo intrappolato dal suo stesso personaggio, che gli regalò fama e soldi, ma che gli impedì di mostrare il lato vero di Mr. NImoy.

Leonard se n’è andato, ma il suo volto resterà. Ogni volta che andrà in onda un episodio della serie classica di Star Trek, ad ogni raduno di appassionati, ad ogni accenno di fantascienza, quelle orecchie a punta spunteranno. Il destino dei miti.

Live Long and Prosper mio caro Spock.

Tai nasha no karosha

Luca Brida *

P.S. Per completezza di informazione, lo zio da me citato nell’articolo è lo straordinario direttore di MondoSpettacolo 😉

* Luca Brida Giornalista e appassionato di motori. Social e community Media Manager.