SAVAGE: un ritorno di stile, un ritorno al passato

Un ritorno di grandissimo stile quello del progetto personale di Roberto Zanetti in arte SAVAGE. Torna con un lavoro dal titolo “Love and Rain” pubblicato lo scorso 7 Febbraio per DWA Records… in bilico tra speranza e nostalgia, tra resistenza e rivoluzione. Un concetto di bellezza il suo che è tutto nel contenuto e nel tutto della sua forma canzone. Un concetto di bellezza che inevitabilmente, quando si parla di Savage, si tiene ancorato in un passato lontano, d quella dance e di quel pop digitale negli anni dell’emancipazione. Perché bellezza passa anche per l’emancipazione… in fondo anche questo significa “Love and Rain”. Un bellissimo suono che non ci manchiamo di sottolineare…

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Noi parliamo di bellezza. E lo facciamo con un artista come te che di bellezza se ne intende e anche tanto direi. La bellezza per Savage cosa significa?
La bellezza è quel concetto astratto che dentro noi ci fa esclamare “whauu!”.La puoi trovare dappertutto, anche nelle cose o persone più brutte…è soggettiva…Nella musica, per me, bellezza è quell’insieme di note, tante o poche che siano, che quando le ascolti ti fanno venire i brividi, pelle d’oca, lacrime… spesso più la musica è semplice e più ti produce sensazioni, bellezza.

Quanta bellezza c’è dentro l’estetica delle tue scritture. Quanto conta la bellezza e come gestisci l’equilibrio tra questa e il messaggio profondo di un brano?
Ce n’è tanta, ha la priorità sul contenuto. La musica deve soprattutto coinvolgere, per coinvolgere deve essere bella. I testi più belli sono quelli che si capiscono poco, che ti fanno sognare, che ti fanno dare una tua interpretazione a quello che affermano vagamente. Quando sono troppo chiari perdono di poesia, di magia. Importante trasmettere un concetto, poi l’ascoltatore se lo fa suo e lo amplifica. Il messaggio profondo viene così fuori dall’interiorità dell’individuo.

Veniamo al suono: anche questa è materia estetica o sbaglio? Cerchi una dimensione estetica ben precisa non è così?
Certo! Le note sono sette, più i cinque semitoni, i tasti neri del pianoforte. Se riesci ad ordinarle con gusto hai la bellezza se non riesci fai un disastro. La mia dimensione estetica è accoppiare le sonorità nel modo giusto. I sintetizzatori sono strumenti freddi, ma diventano “bollenti” se li usi insieme ai violini, alle voci corali ai suoni della natura, a un bel canto.

E parliamo della copertina, delle immagini di questo disco, dei colori. Mi viene in mente una nebbia fitta illuminata da una rinascita… cosa mi rispondi?
Quando ero ragazzo, sui 14 anni, scrivevo fumetti e mi ero inventato Savage, un personaggio dark che faceva il musicista…tutta la mia vita di Artista è nata da lì. Io sono sempre salito sul palco con emozione, cantando le mie melodie malinconiche, inventandomi movimenti che prima non esistevano, la bellezza della gestualità. Cantavo senza sorridere, senza ballare, non lo faceva nessuno… Il fumo è un elemento fantastico nel trasmettere emozioni, la copertina è nata così, ma dal fumo non c’è una rinascita, preferisco dire un ritorno.

Per chiudere: per te la musica si è fermata negli anni ’80? Questo disco è straordinario anche per questo…
Alla fine degli anni 80 la musica stava cambiando, alcuni miei colleghi come Spagna e Raf si erano spostati sull’italiano, con grande successo devo dire…io ho preferito fermarmi. Ho continuato nella musica scrivendo canzoni per altri, ma il Savage cantante è rimaso fermo per non snaturare quello che era. A distanza di 30 anni ho capito che era arrivato il momento di scrivere nuovamente per me, per i miei fans che nell’epoca dei social aumentano di giorno in giorno…ed ho voluto riprendere da dove mi ero fermato. Non mi interessano le classifiche, ma mi interessano i commenti, ho ricevuto frasi nei social che danno il senso a una vita, questo è appagante, questo è il motivo per cui ho scritto e registrato l’album, questo è la bellezza della vita. La musica di oggi è tutta carina ma troppo artefatta, troppi effetti sonori che si mangiano la voce dei cantanti e così le canzoni non restano. Una volta usare l’autotune era un disonore, oggi se non ci fosse sparirebbero il 50% dei cantanti. Alcuni artisti nuovi sono interessanti, quelli più forti (vedi Billie Eilish) si ispirano molto agli anni 80…
Uno dei commenti più belli che ho trovato nei miei social, e devo dire scritto da molti fan da diversi paesi, è che il mio disco ti fa sognare, soprattutto se lo ascolti in cuffia, in un ambiente tranquillo, isolato, da inizio alla fine, intraprendi un viaggio di sensazioni ed emozioni uniche….Anche questo è bellezza no?