Gli orrori di Lovecraft al cinema negli anni Ottanta

Negli anni Ottanta il cinema torna a ispirarsi alle opere di Howard Phillips Lovecraft, grazie soprattutto ai notevoli progressi attuati nel campo degli effetti speciali di trucco, che consentono una migliore e maggiormente veritiera rappresentazione visiva delle creature che popolano la fantasiosa mitologia del Solitario di Providence.

Ad aprire le danze nel 1980, però, non è un lungometraggio, bensì un cortometraggio realizzato da John Strysik per un progetto cinematografico studentesco al Columbia College: The music of Erich Zann (foto qui sopra), tratto da La musica di Erich Zann, racconto incredibilmente compatto e teso, nonché una delle storie preferite dallo stesso Lovecraft, che lo considerava uno dei suoi lavori migliori. Una storia bizzarra sul potere dell’arte di aprire, letteralmente, le porte verso altri mondi. Qualcosa di difficilmente traducibile in termini cinematografici. Un poema lunatico le cui atmosfere sontuose, per quanto minimaliste, culminano in un crescendo di stravaganza per concludersi poi in un “viaggio cosmico” che ricorda molto quello di David Bowman alla fine di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. E Strysik lo traduce in un elaborato in fotogrammi dalla bellezza ammaliante e di una poesia spaventosa, girato nello stile dei film espressionisti tedeschi degli anni Venti per inscenare un giovane studente di metafisica costretto a prendere alloggio in un edificio fatiscente e decrepito in una parte sconosciuta della città, una pensione parigina situata nella misteriosa Rue D’Ausiel; dove, ogni notte, sente una ossessionante e insolita musica di violino provenire dalla stanza sopra di lui, che poi scopre provenire da Erich Zann, muto ed eccentrico germanico che suona di notte in un’orchestra locale. Fino ad una terrificante rivelazione.

 

RE-ANIMATOR (1985)

Dal racconto Herbert West, rianimatore, Stuart Gordon gira il suo film d’esordio. Un esordio col botto, perché l’horror diventa uno dei migliori prodotti degli anni Ottanta.

Si narra la storia di Herbert West, magnificamente interpretato da Jeffrey Combs, ambizioso e folle studente di medicina che inventa un siero per resuscitare i morti, ma che non ha fatto i conti con la rivalità professionale del dottor dottor Hill, il quale arriva a scatenare nell’obitorio un’invasione di altamente aggressivi cadaveri tornati in vita e del tutto fuori controllo.

Il film riesce a catturare perfettamente le atmosfere della sua controparte cartacea e segue in maniera abbastanza fedele il racconto, restituendo il senso della dannazione dello scienziato pazzo e la sua ossessione malata che lo conduce a violare i limiti imposti dall’etica per risvegliare i morti.

Un tripudio di splatter, spargimenti di frattaglie e teste parlanti hanno trasformato Re-Animator in un’autentica pietra miliare degli zombie movie sfornati nel decennio reaganiano, tanto da generare nel 1989 e nel 2003 i sequel Re-Animator 2 e Beyond Re-Animator, entrambi diretti dal Brian Yuzna qui produttore.

 

FROM BEYOND – TERRORE DALL’IGNOTO (1986)

Un anno dopo Re-Animator, Stuart Gordon torna ad attingere da Lovecraft traducendo il suo racconto breve Dall’ignoto in un cult dell’horror a basso costo tramite cui sfoggia tutto il proprio amore nei confronti del grottesco in generale e dello scrittore americano nello specifico.

Il plot gira attorno ad un macchinario capace di stimolare la ghiandola pineale, così da espandere le percezioni sensoriali e aprire le porte di un’altra dimensione che ci circonda e che è popolata da esseri mostruosi e disgustosamente viscidi. Ma alla fine viene fuori quanto sia l’uomo ad essere il vero mostro, visto che Pretorius, uno degli studiosi al progetto, inizia ad utilizzare il macchinario  per scopi personali e rimane talmente intrappolato da questa realtà mostruosa da diventare lui stesso un essere ributtante.

A differenza di Re-Animator, però, From Beyond – Terrore dall’ignoto punta molto meno all’umorismo e maggiormente alle atmosfere lovecraftiane. Anche in questa occasione Stuart Gordon dimostra di essere uno dei rari esempi di artista che, pur traendo ispirazione da altri e rimanendo fedele al materiale d’origine, usa l’ispirazione al fine di creare opere  totalmente soggettive e personali.

 

LA FATTORIA MALEDETTA – THE CURSE (1987)

Tennessee. L’adolescente Zack e la piccola sorellina Alice vivono con la madre Frances nella fattoria del nuovo compagno della donna, un burbero e manesco contadino ossessionato dalla religione. Il ragazzino ha un rapporto difficile con il patrigno e con l’odioso e idiota fratellastro, e la madre stessa si macchia di adulterio. Rapporti già instabili che precipitano definitivamente quando un meteorite cade nei pressi della proprietà, cominciando lentamente ad infettare le acque e, di conseguenza, le colture e il bestiame. A farne le spese per prima è proprio Frances che, dopo aver raccolto una verza e dei pomodori dall’aspetto invitante ma avariati all’interno, comincia a subire una lenta trasformazione psico-fisica, fino a divenire una mostruosa creatura indemoniata.

Liberamente tratto dal racconto Il colore venuto dallo spazio, La fattoria maledetta è un horror italoamericano di David Keith a cui partecipano Lucio Fulci agli effetti speciali (accreditato come Louis Fulci) e Franco Micalizzi alle musiche, con protagonista il giovane Will Wheaton di Stand by me – Ricordo di un’estate e la sorellina Amy.

Viene girato nel Tennesee per quanto riguarda gli esterni, mentre le ricostruzioni interne sono realizzate negli studi della Videa a Roma.

La pellicola è intrigante e realizzata con professionalità, nella media dei grandi b-movie degli anni Ottanta, con sequenze horror cariche di tensione e momenti ripugnanti e disgustosi.

 

LA CREATURA (1988)

Da La dichiarazione di  Randolph Carter, racconto pubblicato nel 1920 e narrante la strana storia della scomparsa dell’occultista Harley Warren, Andrew Leman e Sean Branney realizzano nel 1987 un mediometraggio amatoriale di cinquanta minuti girato a colori su VHS.

Un anno più tardi Jean Paul Ouellette (regista della seconda unità di Terminator), s’ispira invece a L’ Innominabile, la seconda storia appartenente alla saga letteraria di Randolph Carter, per concepire questo slasher sovrannaturale ambientato in una vecchia villa di Arkham, dove vive rinchiusa una creatura innominabile. Si inizia con un prologo nel 1800, quando una donna partorisce un mostro talmente orrendo da essere chiamato, appunto, “l’innominabile”. La creatura, impazzita per via di un temporale, massacra brutalmente la sua famiglia e rimane intrappolata nel luogo a causa di una maledizione. Si passa poi al presente, quando un gruppo di ragazzi della Miskatonic University decide di entrare nella magione Winthrop, oggetto di orribili e sanguinarie leggende, per verificarne la veridicità.

Il resto, ovviamente, è la mattanza tipica del filone, che ha poi generato nel 1992 il seguito: The unnamable II – The statement of Randolph Carter, sempre diretto da Ouellette e inedito in Italia. 

 

PULSE POUNDERS (1988) 

Pulse pounders è un film antologico del 1988 diretto dal re dei b-movie Charles Band e composto da tre film di trenta minuti, due dei quali sono i sequel de Il demone delle galassie infernali e Trancers. Il terzo è un adattamento de  Il prete malvagio di Lovecraft, con Jeffrey Coms, David Gale e Barbara Crampton, protagonisti di Re-Animator.

Il film era andato perduto, per poi essere stato ritrovato nel 2011 e pubblicato in dvd dalla Full Moon l’anno successivo, ricevendo recensioni per lo più positive. 

Said Brady (la Crampton) ritorna nell’antica dimora del suo amante Jonathan (Combs), che sembrerebbe si sia tolto la vita. Brady scopre che l’uomo abita ancora nella residenza e che era un prete che aveva relazioni con donne sparite subito dopo. Era una specie di scienziato, che utilizzava i topi per i suoi esperimenti creando un grosso roditore descritto come una “bestia dal volto umano” (Gale in un costume da topo). Brady si trova quindi a dover affrontare entrambi. 

 

DARK HERITAGE (1989)

Mai arrivato in Italia, il film di David McCormick è un adattamento non accreditato del racconto La paura in agguato per dare vita ad un slasher davvero inquietante.

Dopo un violento temporale, dei corpi mutilati vengono trovati in un campeggio della Louisiana. Il giornalista investigativo Clint Harrison scopre un’oscura leggenda locale riguardante la famiglia Dansen, che potrebbe essere collegata agli omicidi. Determinati a scoprire la verità, Clint e i suoi amici decidono di trascorrere una notte tempestosa nella villa Dansen, apparentemente abbandonata.

 

Daniela Asmundo