In blu-ray la Gaia Weiss del claustrofobico Meander – Trappola mortale

Con immancabile booklet incluso nella custodia amaray inserita in slipcase cartonato, Koch Media rende disponibile all’interno della sempre più ricca collana Midnight Factory, dedicata al cinema horror, la limited edition blu-ray di Meander – Trappola mortale, diretto nel 2020 dal Mathieu Turi che aveva debuttato tre anni prima dietro la macchina da presa grazie a Hostile.

Un regista, Turi, cui probabilmente piacciono le situazioni di tensione immerse in un unico ambiente circoscritto, considerando che, se il suo citato esordio vedeva una donna di un futuro post-apocalittico incastrata sotto al suo automezzo cappottatosi e impegnata a sopravvivere agli attacchi di una mostruosa creatura cannibale nelle vicinanze, anche quest’opera seconda cala una giovane protagonista in un contesto ristretto e alla ricerca della salvezza.

La Gaia Weiss vista in Bianca come il latte, rossa come il sangue e Hercules – La leggenda ha inizio, per la precisione, la quale, decisa a togliersi la vita a causa di un recente lutto, viene salvata da un individuo dalle fattezze del finlandese Peter Franzén; che la carica in automobile prima che lei apprenda dalla radio che l’uomo ha appena compiuto degli omicidi. Una breve introduzione destinata ad evolversi con la ragazza che, svenuta, si risveglia all’interno di una sorta di stretto condotto d’areazione fornita di uno strano marchingegno al polso, nonché impegnata a trovare una via d’uscita e a cercare di capire come sia finita lì dentro.

Un involucro decisamente claustrofobico, quindi, che spinge lo stesso spettatore ad immedesimarsi nel sofferente trascinarsi della povera Weiss per scoprire insieme a lei quale posto sia quello in cui è rinchiusa.

Infatti, il regista spiega: “Nelle storie di questo tipo, in film come Buried – Sepolto o Cube – Il cubo, vengono fornite informazioni, man mano che la storia avanza, sul perché i personaggi sono finiti in una certa situazione di blocco. Credo che i film nei quali non tutto viene detto risultino più angoscianti, sono una sfida alla fantasia dello spettatore che può riempire il non detto con le spiegazioni che preferisce”.

E, non a caso, mentre i dialoghi si rivelano ridotti all’osso è proprio l’angoscia a presentarsi quale elemento dominante di Meander – Trappola mortale.

All’insegna di una tesa circa ora e mezza di visione a base di labirintica circostanza. Un gioco di matrioske preternaturali in fotogrammi comprendente tra i diversi ostacoli da superare il fuoco, l’acqua, acidi e, non ultime, affilate e roteanti ventole che avanzano verso la vittima.

 

 

Francesco Lomuscio