INTERVISTA A VALERIO MOHICANO RICCIARDI DEI BACKSTAGE HEROES

Buon anno cari lettori e lettrici di MondoSpettacolo!! Avete festeggiato alla grande?

Vi siete ripresi dalle fatiche del 2013?

Io voglio iniziare questo 2014 offrendovi l’opportunità di conoscere un po’ meglio Valerio Ricciardi, in arte “il Mohicano”, il talentuoso chitarrista dei Backstage Heroes, band hard rock che se bazzicate per il Nord Ovest del nostro bel Paese potete aver modo di ascoltare dal vivo facilmente.

Diamo quindi il benvenuto a Valerio e partiamo dalla domanda che vi avranno fatto in tantissimi, ma di cui ancora non ho chiara la risposta: “Backstage Heroes”, come mai questo nome?

Innanzitutto Grazie per lo spazio concessomi e un saluto a tutti i lettori!

L’origine del nome è da ricercare in una presa di posizione molto autoironica su quelli che sono sempre stati i cliché del nostro ambiente e del genere musicale che proponiamo:

conosciamo tutti storie e leggende metropolitane che narrano di retropalchi roventi e di attimi di vita gloriosi che bruciano e si consumano nel backstage, e siccome di eroi sul palco ne abbiamo sempre avuti e ne abbiamo tutt’ora, noi volevamo cominciare ad essere eroici occupandoci prima del lato spartano della cosa..  (ride)

 

Capelli lunghi, magliette aderenti (o inesistente), jeans strappati, ma c’è altro oltre all’aspetto fisico e basta sentirvi suonare per capirlo.

Come mai rimanete così legati a questo look? Quanto pensi che possa influenzare la vostra musica?

 In realtà ci conciamo in modo tale da sentirci estremamente a nostro agio. Non c’è alcun studio particolare legato al look, abbiamo sempre e solo cercato di fare attenzione a non apparire troppo “scompattati” l’uno con l’altro, ma fondamentalmente ognuno si veste (e si sveste) come meglio crede.. come meglio si sente rappresentato. Chiaro che l’elemento stradaiolo o l’orpello un po’ trasandato, non sono lasciati al caso.. ma direi che è la musica stessa a guidare il biglietto da visita che proponiamo.. suoniamo un genere rock molto aggressivo, festaiolo e al tempo stesso anche sensuale. Sono richiami che istintivamente, ci mettono in condizione di apparire con le sembianze di ciò che trasmettiamo in modo naturale, suonando.

Poi, e con questo scopriamo l’acqua calda, è anche inevitabile che una comunicazione coerente a livello d’immagine, possa rendere l’attrattiva verso la band ancora più efficace, da parte del pubblico.

 In passato il look ha influenzato lo stesso genere musicale, basta pensare al genere hair metal… Valerio, non avete paura che questo connubio musica/look possa creare dei pregiudizi?

Li crea certamente e lo abbiamo giù vissuto sulla nostra pelle.. in diverse occasioni. Ma non sono e non siamo disposti a crearci problemi per le persone che ragionano in questo modo.

Credo che essere spontanei e naturali sia sempre la scelta più giusta: se sei bravo e hai qualcosa da dire, di certo non saranno i pregiudizi a fermarti.

 

Giusto! La musica è prima di tutto divertimento, non solo per chi la ascolta, ma anche per chi la crea. A proposito di divertimento e bei momenti, la domanda di routine ai miei artisti: qual è stata l’emozione più bella che hai vissuto con i Backstage Heroes?

Nel nostro curriculum live la data che a me ha toccato maggiormente il cuore, fu quella in cui presentammo il nostro primo disco, “Too Rude To Be Cool”. Facemmo tutto da soli, Location, programma della serata, pubblicità..

Parteciparono all’evento circa 350 persone.. e credetemi che per una band dell’underground come la nostra, questa fu una manifestazione d’affetto impagabile..tutti in prima fila con la nostra maglietta, tutti a cantare le nostre canzoni, tutti a festeggiare con noi il nostro primo traguardo.. non lo dimenticheremo mai.

Nel nostro percorso ci è anche capitato di poter fare da opening act per artisti che tutt’ora ammiriamo e adoriamo. In una di queste occasioni fummo di supporto a Steven Adler: l’adrenalina era al massimo. Sempre nella stessa location (il Rock n Roll Arena, che a mio parere rimane uno dei palchi migliori del Nord Italia), un anno dopo, fu il nostro turno come opener per gli Hardcore Superstar. Il pubblico numerosissimo ci regalò uno dei più bei ricordi di sempre.

Come componete le canzoni? Cosa vi ispira?

L’aspetto più naturale di un pezzo che funziona, ha a monte un approccio molto istintivo. Tutto comincia con un riff figo e una bella jam,.. il resto lo fanno l’ intesa e le buone energie spontanee.

Dopodiché – e questo lo fa prevalentemente il nostro cantante –  si comincia a lavorare su  una linea vocale, su un testo che sia stimolato dalla musica stessa e che a sua volta influenzerà la direzione della struttura del pezzo.

Le tematiche affrontate precedentemente avevano la figura della Donna al centro di tutto …

e sentimenti naturali come eccitazione, amore, rabbia, ironia macabra, nostalgia, solitudine e voglia di rivalsa, prendevano il loro posto come fossero caselle di un puzzle.

Le situazioni e/o fatti realmente accaduti in questi contesti a ciascuno di noi, sono diventate ispirazione.. e riprendono vita quando ne sentiamo vibrare le sfumature mentre le eseguiamo. La consapevolezza di aver scritto qualcosa di vero e sentito ha solidificato il prendere sul serio quello che abbiamo fatto fin’ora.

 

Qual è la canzone che più vi rappresenta e perché?

Parlando del vecchio disco “Too rude to be Cool”, il pezzo che meglio ci rappresentava era senz’altro “Anybody” a mio avviso.

Perché era uno schiaffone dritto in faccia, era rock incazzato, ma con un marcato e spiccato senso melodico: ritornello ruffianissimo che quasi a perdifiato ci sottoponeva quella che è stata la domanda più spinosa per ciascuno di noi in tale periodo, mentre ci si chiedeva se realmente necessitassimo di qualcuno da amare per essere noi stessi. L’Assolo veloce, “notturno” ed esplosivo, ha colorato il resto.

La ciliegia sulla torta l’abbiamo messa facendolo diventare il singolo di presentazione del disco: il clip ha ritratto un istantanea perfetta di quello che eravamo tre anni fa.

 Valerio, io so che siete stati in tour in Europa e avete avuto il piacere di aprire a molte band piuttosto importanti, cosa vorreste raggiungere come prossimo obiettivo?

 Inseguire il sogno di fare della musica rock il proprio mezzo di espressione e sostentamento ci ha portato spesso a fare i conti con la dura realtà esterofila del paese in cui viviamo. Per cui l’intenzione è quella di accattivare l’interesse di qualche agenzia ed etichetta che possa permetterci di compiere un passo in avanti rispetto a quanto realizzato finora, col lo sguardo più che mai orientato oltreconfine. Prima di ciò ci aspetta un’impegnativa fase di pre-produzione e un disco nuovo da registrare. Non vediamo l’ora!

  A livello personale, come ti senti, cosa provi quando suoni con i Backstage Heroes?

Adrenalina e consapevolezza.

La prima è una condizione naturale in cui mi trovo ogni volta che si crea energia e chimica con la gente davanti al palco e  l’aria si riempie di elettricità.

In quei momenti prendo per mano uno degli aspetti di me che amo di più  e mi lascio andare totalmente… sono sincero, genuino e molto coinvolto quando c’è buon feeling col pubblico e quando c’è un umore particolarmente cameratesco anche tra noi, beh quel concerto diventa addirittura magico…anche nella più sperduta delle bettole della val Germanasca!  Ahahahah!

Vado fuori di testa per i riff di alcune nostre canzoni, a volte mi emoziono pensando a quante ore passo sulla chitarra ogni giorno da quando ho quindici anni, pur di cercare di trasmettere quello che i sacri padri della sei corde sono sempre riusciti a trasmettere a me col  loro coinvolgente modo di suonare ed è come se alcuni istanti di alcuni concerti, fossero la giusta ricompensa per tutta quella fatica.

Non forzo MAI NULLA on stage, sono sempre me stesso e credo e spero con tutto il cuore di trasudare la passione che provo per la musica e per la chitarra a tutti coloro che mi vengono a sentir suonare: questo è il feedback più motivante che si possa ricevere!

La consapevolezza è data dalle colonne portanti della mia band: mi giro e so di avere al mio fianco gente appassionata, che farà un magnifico concerto anche quella sera… e sono orgoglioso di suonare con tutti loro. (sorride)

 

Avete da poco cambiato cantante, facendo un cambiamento notevole, non solo per il look molto diverso tra l’attuale cantante e il precedente, ma anche per il tipo di voce.

Cosa vi ha spinti a scegliere qualcuno di così diverso? Si può considerare come una volontà di cambiamento della band?

In realtà non ci eravamo prefissati alcun target o restrizione: abbiamo ascoltato molti validi cantanti, dalle caratteristiche vocali più disparate tra loro. Alla fine è arrivato Ivan e ci ha messo tutti d’accordo. Ci ha colpito la sua passione profonda e infinita per il canto, la sua umiltà e la straordinaria naturalezza con cui riesce in pochi attimi a creare linee melodiche sbalorditive: è stato fin da subito fondamentale per ridare carburante ai motori.

La band ora sta trovando una nuova direzione in funzione delle capacità di Ivan e viceversa. Per cui aspettatevi novità interessanti a livello di sound. J

 Quindi la domanda è d’obbligo: quali sono i vostri progetti futuri o imminenti?

 Un disco nuovo! E presto un bel tour per l’Europa! Ringrazio tutti i lettori per l’attenzione dedicata e vi invito a tenere d’occhio la nostra pagina facebook e il nostro canale youtube!

Saluto così questo ragazzo così deciso, eroe del backstage e gli auguro che il 2014 possa fargli raggiungere i suoi obiettivi!

Per chi volesse maggiori info sui Backstage Heroes, vi lasciamo i link sotto come di prassi!

http://www.youtube.com/user/BackstageHeroes

 

https://www.facebook.com/backstageheroes

Sara Vivian