Gli idoli delle donne: Lillo e Greg seduttori

Tutt’altro che spiccante per intelligenza e acume, ma incredibilmente sexy, a destreggiarsi tra una prestazione sessuale e l’altra nel corso dei primissimi minuti di visione de Gli idoli delle donne è un Francesco Arca calato nei panni del richiestissimo gigolò Filippo.

Gigolò che, però, tre mesi dopo un incidente, a causa di un imprevisto legato alla plastica facciale che ha dovuto subire si ritrova il viso e il corpo di… Lillo Petrolo!

Il Lillo Petrolo che, dunque, vedendo crollare irrimediabilmente il numero delle proprie clienti, ovviamente non attratte dal suo nuovo aspetto fisico, decide di rivolgersi al più grande e ambito gigolò di sempre, misteriosamente ritiratosi dal giro: Max, cui concede anima e corpo Greg alias Claudio Gregori, il quale dovrà insegnargli a conquistare le donne attraverso la sensualità e la dialettica. Il Greg che, insieme allo stesso Lillo, firma anche la regia della circa ora e mezza di visione al fianco dell’Eros Puglielli autore, tra l’altro, di Tutta la conoscenza del mondo e Copperman.

Una circa ora e mezza di visione che, al fine di generare divertenti gag ed equivoci, poggia chiaramente sul classico rapporto tra allievo e maestro grottescamente inscenato, grazie a cui la coppia comica proveniente dalla band demenziale dei Latte e i Suoi Derivati ha fatto la fortuna della propria carriera, dagli sketch teatrali e televisivi all’episodio incluso nel cinepanettone De Laurentiis Colpi di fortuna.

Uno stratagemma che ne Gli idoli delle donne – che apre attribuendo assurdamente ad Oscar Wilde l’osservazione “Dove si fermano i camionisti si mangia bene” – regala il momento migliore nella divertentissima situazione al ristorante (con auricolare incluso). Mentre, tra un’apparizione per un Marco Mazzocca autista e una per un Lallo Circosta taxista, commette probabilmente l’errore di concedere eccessivo spazio a Corrado Guzzanti nel ruolo del pericoloso narcotrafficante Joaquim.

Un narcotrafficante proto-Pablo Escobar che, marito della Maria interpretata da Ilaria Spada e padre della Juanita dal volto della influencer Maryna, intenta ad avvalersi delle prestazioni di Filippo, sfoggia un look che tanto richiama il Robert Z’Dar di determinati trash movie (si pensi soltanto a Samurai cop).

Riconfermando quella certa comicità datata e ormai sempre meno divertente, tipica di colui che è stato considerato in maniera decisamente esagerata un genio della risata.

Quindi, man mano che la colonna sonora sfodera vecchie hit del calibro di Everybody’s talkin’ di Harry Nilsson e Call me dei Blondie, quale è la risultante de Gli idoli delle donne? Una commedia che, con un ultimo momento posto durante i titoli di coda e una Radio Coatta Classica (!!!) inclusa nel mucchio, dispensa di sicuro diverse occasioni che spingono lo spettatore a ridere, ma senza riuscire a celare un ritmo generale non troppo incalzante e una evidente ristrettezza di idee su cui si costruisce.

 

 

Francesco Lomuscio