Musicarelli, cannibali e la sensuale Lorraine De Selle in dvd

Quelli belli… siamo noi, La montagna del dio cannibale e Una donna di notte sono tre nuove riscoperte su supporto dvd effettuate da Mustang Entertainment (www.cgentertainment.it).

L’ulteriore testimonianza della continua crescita di un catalogo molto attento al recupero di pellicole che rischiano di finire nel dimenticatoio, in questo caso tutte prodotte negli anni Settanta, ma appartenenti ciascuna ad un diverso genere.

 

Quelli belli… siamo noi (1970)

Convivente insieme a due amici dai connotati dei bravi Ugo Fangareggi e Carlo Delle Piane, il Maurizio Arcieri dei New Dada e, in seguito, dei Krisma ricopre il ruolo di un giovane meccanico che compone canzoni per poi cantarle nei night; fino ad innamorarsi di una Orchidea De Sanctis che, figlia del barbiere siciliano Carlo Dapporto, è stata già promessa in sposa ad un altro ragazzo.

E sono proprio i duetti tra Dapporto e un Lino Banfi ancora non del tutto esploso nella sua comicità cinematografica ad infarcire un tardo musicarello in cui la love story tra i due immancabilmente affascinanti protagonisti viene infarcita in maniera opportuna di ripicche, gag e coinvolgimento di volti noti della risata; da Ric e Gian ad una Isabella Biagini che non manca di cimentarsi in imitazioni.

Man mano che è possibile scorgere anche la presenza di una Loredana Berté degli esordi nella circa ora e venti di visione che, rientrante – insieme a Una donna chiamata Apache e Orazi e curiazi 3-2 – tra le pochissime prove registiche del prolifico sceneggiatore Giorgio Mariuzzo (un curriculum spaziante da Lucio Fulci e Umberto Lenzi a popolari fiction televisive quali Commesse e Il restauratore), apre sulle note della storica Cinque minuti e poi… e include tra i brani eseguiti da Maurizio 24 ore spese bene con amore, Elisabeth e L’amore è blu.

 

La montagna del dio cannibale (1978)

In possesso delle fattezze di Ursula Andress, Susan parte insieme al cognato Arthur alias Antonio Marsina per andare alla ricerca del marito, etnologo misteriosamente scomparso dopo essersi catapultato nell’esplorazione di una inviolabile montagna su un’isola della Nuova Guinea.

Con l’aggiunta di Stacy Keach nei panni di un certo Edward che si rivela poi essere un truffatore in cerca di una miniera, basta questa esile idea di partenza all’eclettico Sergio Martino – autore de Lo strano vizio della signora Wardh, Milano trema: la polizia vuole giustizia e Giovannona Coscialunga disonorata con onore – per mettere in piedi quello che, comprendente nel cast anche il tragicamente deceduto Claudio Cassinelli, insieme al precedente Ultimo mondo cannibale di Ruggero Deodato ha finito per rivelarsi l’apripista del cosiddetto filone dei cannibal movie.

In mezzo a trappole per animali, decapitazioni e immancabili nudi della ex Bond girl protagonista, infatti, gli ingredienti che hanno poi reso celebri successivi titoli quali Cannibal ferox di Umberto Lenzi e Cannibal holocaust dello stesso Deodato non risultano qui affatto assenti.

Immagini da documentario come quella del serpente che attacca la scimmietta, momenti d’antropofagia, e tanto sangue color vernice rossa, quindi, costituiscono il campionario exploitation dispensato da un’operazione che, curiosamente, sembra addirittura anticipare alcuni aspetti delle avventure di Indiana Jones.

 

Una donna di notte (1979)

Separato dalla moglie, l’Aldo Muratti interpretato da Otello Belardi si trova costretto a scrivere romanzi pornografici e, in cerca di ispirazione, tiene d’occhio una dirimpettaia giovane e bella che è solita assentarsi la sera tardi.

Dirimpettaia cui concede anima e soprattutto corpo una generosamente nuda Lorraine De Selle che, anni dopo divenuta produttrice per il piccolo schermo, era allora reduce dal poliziottesco califaniano Gardenia il giustiziere della mala e prossima al thriller incestuoso Madness – Vacanze per un massacro di Fernando Di Leo.

Una Lorraine De Selle sui cui connotati, dunque, il protagonista immagina l’eroina fidanzata dei suoi scritti, ponendola al centro di rapporti sessuali assortiti, lesbici inclusi… fino ad entrare realmente in contatto con la donna.

Ma non mancano neppure situazioni da commedia come quella del grottesco incontro al cinema con un impacciato soldato incarnato dal Sandro Ghiani di Fracchia la belva umana in Una donna di notte, il cui titolo lo lascia facilmente confondere con il documentario La donna di notte, firmato diciassette anni prima da Mino Loy.

Mentre, nello stesso periodo in cui ha concepito Le mani di una donna sola e Io zombo, tu zombi, lei zomba, è Nello Rossati a trovarsi dietro la macchina da presa di questo curioso connubio di pellicola erotica e racconto per immagini dal sapore onirico-autoriale comprendente anche un amplesso con la Ajita Wilson che pare fosse un transessuale.

Un curioso connubio presentato in questo caso sia nella versione da ottantadue minuti che, nella sezione extra del disco, in quella integrale non censurata, della durata di circa un’ora e mezza.

 

Francesco Lomuscio