Stasera in tv Un sacco bello di e con Carlo Verdone

Stasera in tv su Cine 34 alle 21 Un sacco bello, un film del 1980 diretto e interpretato da Carlo Verdone. Costituisce il fortunato esordio come regista, sceneggiatore e attore protagonista di Verdone, che interpreta i tre protagonisti insieme ad altri tre personaggi secondari. Per la sua interpretazione Verdone vinse un David Speciale ai David di Donatello 1980, un Globo d’oro al miglior attore rivelazione e un Nastro d’argento al migliore attore esordiente ai Nastri d’argento 1980. Prodotto da Sergio Leone, scritto e sceneggiato da Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi e Carlo Verdone, con la fotografia di Ennio Guarnieri, il montaggio di Eugenio Alabiso, le scenografie e i costumi di Carlo Simi e le musiche di Ennio Morricone, Un sacco bello è interpretato da Carlo Verdone, Mario Brega, Renato Scarpa, Veronica Miriel, Fausto Di Bella, Isabella De Bernardi, Luciano Bonanni, Pietro Zardini.

Trama
Tre episodi. Enzo, un bulletto romano, si mette in viaggio con un amico per la Polonia. Scopo: fare strage di cuori. Ruggero, che ha fondato una comunità hippy, ritrova dopo anni il padre e rientra, per poco, in famiglia. Leo, succube di una madre castratrice, incontra una ragazza in crisi. Quando potrebbe scoccare la scintilla ricompare il fidanzato di lei.

“Siamo nel 1980 e, anche se l’esperienza del grande cinema italiano è quasi agli sgoccioli, i giovani di talento ricevono opportunità e mezzi per crescere. Certo, i film sulla resistenza e sul terrorismo sono soppiantati dalla gigioneria delle commedie sexy e i Moretti vari sono condannati a fare gli autarchici, ma Cinecittà è ancora in piedi e, grazie all’intercessione di Leone, per Carlo Verdone si aprono i cancelli dell’Olimpo. Il film s’intitolerà Un sacco bello e intreccerà tre storie interconnesse da legami deboli, tutte interpretate da Verdone, che, oltre ai protagonisti, presta il volto anche a diversi personaggi secondari che sono giustamente rimasti impressi nell’immaginario collettivo. Seguiamo le vicende di un hippy fuggito di casa, di un burino in cerca di un compagno di viaggio per fare del turismo sessuale e di un perito elettronico dalla mente semplice che vive ancora con la mamma. Tutti e tre si muovono in una Roma deserta di Ferragosto, tutta assolata e piena di personaggi al limite del grottesco ma non c’è cattiveria nello sguardo di Verdone, anzi, c’è solo tanta complicità e amore incondizionato (Roma ci piace perché è brutta, e noi continuiamo a meritarci Alberto Sordi). Tutta la crudeltà presente nel film la indirizza ai suoi personaggi, quindi a se stesso: omini caricaturali, hippy qualunquisti, burini tristemente sfigati e bravi ragazzi che si lasciano sfruttare da una bellezza straniera che fa la svampita. Per loro non c’è mai presa di coscienza: si lasciano vivere senza mai guardarsi allo specchio e non basterà nemmeno lo scoppio di una bomba a svegliarli dalla loro routine, a fargli prendere una decisione che vada nella direzione del cambiamento. Meglio così perché la sconfitta fa parte del fascino di Verdone: le sue creature ci piacciono perché sono così semplici e sfortunate. Non proveremmo più empatia per Leo se riuscisse a conquistare la bella spagnola, perderemmo interesse in Enzo se egli raggiungesse davvero la Polonia e proveremmo un fastidioso sapore agrodolce in bocca se Ruggero, il figliol prodigo, si riconciliasse con suo padre. Un sacco bello fu un successo di pubblico e la formula a tre linee narrative fu ripresa in Bianco, rosso e Verdone, che consacrò l’uomo e i personaggi al pubblico italiano; il resto è storia.”.
(Stefano Lalla, Mediacritica, 30 Gennaio 2016)

 

 

Luca Biscontini