Stasera in tv Tutti i battiti del mio cuore di Jacques Audiard

Stasera in tv su Rai Movie alle 23,30 Tutti i battiti del mio cuore (De battre mon cœur s’est arrêté), un film del 2005 diretto da Jacques Audiard. La pellicola, che ha vinto molti premi sia in patria che all’estero, ottenendone ben 8 (su 10 candidature) ai Premi César 2006, è un remake del film Rapsodia per un killer di James Toback. Il titolo originale del film, ossia De battre mon coeur s’est arrêté, è ripreso da una strofa della canzone La fille du père Noël di Jacques Dutronc. Con Romain Duris, Niels Arestrup, Emmanuelle Devos, Jonathan Zaccaï.

Trama
Thomas, 28 anni, sembra aver seguito le orme del padre nel lavoro: si occupa di compravendite immobiliari, ricorrendo a metodi poco ortodossi per sgomberare le palazzine occupate dagli immigrati. L’incontro casuale con il suo vecchio maestro di pianoforte, lo spinge però a credere che potrebbe ancora diventare un pianista di talento. Per questo inizia a prepararsi seriamente al provino.

“‘De battre mon coeur s’est arrêté’ conferma Jacques Audiard fra i migliori registi francesi d’oggi. Si tratta di un libero rifacimento di un film Usa del ’78, ‘Rapsodia per un killer’, dove Harvey Keitel era incerto fra la carriera del gangster e quella del pianista. Il personaggio viene rielaborato con dolente vitalismo da Romain Duris in una Parigi notturna, fra spedizioni punitive ed estasi improvvise, un padre canaglia e martire (Niels Arestrup) e l’incantevole Lin Dan Pham che dà lezioni di pianoforte parlando solo il cinese.”
(Tullio Kezich, Corriere della Sera, 18 Febbraio 2005)

“Jacques Audiard, a quattro anni di distanza da Sulle mie labbra (2001), dirige un altro film animato dal preciso proposito di far breccia nella spettatore attraverso la fisicità non indifferente e prepotentemente invasiva del suo protagonista, interpretato da uno strepitoso Romain Duris: l’attore transalpino dà corpo a un giovane uomo magrissimo e nevrotico, in rotta col mondo e animato da un febbrile trasposto per la musica, che vive il proprio interesse più grande come una valvola di sfogo per evadere da un mondo che non sembra concedergli vie di fuga e che, per mezzo dell’ingerenza stritolante della figura paterna, sembra proporgli soltanto malaffare e vita ai margini, situazioni potenzialmente rischiose e servizi loschi da svolgere col massimo della sveltezza e dell’operosità. Audiard, se possibile, amplifica ancor di più la componente sensoriale del proprio tessuto visivo rispetto al film precedente, raccontando un personaggio di fatto alle soglie dell’autismo ma senza porre tra lui e le immagini, che dalla sua stessa nevrosi paiono generarsi, filtri di nessun tipo; la pellicola è scandita soprattutto dalle lezioni di piano di Thomas, messe in piedi con coinvolgente immedesimazione, ma anche dalle molteplici inquadrature che raccontano la sua adesione alle note che lo avvolgono e il suo rapporto con gli spazi. Finale potentissimo e di impressionante forza, evocativo e drammaticamente simile al più gelido dei pugni nello stomaco. Alexandre Desplat, autore della colonna sonora, è stato premiato al Festival di Berlino”.
(LongTake)

 

 

Luca Biscontini