CARA SARA: SONO FEDERICA QUAGLIERI E DOPO AVER VISTO IL TUO SERVIZIO SU LA 7 HO DECISO DI RISPONDERTI!

Mi accingo a scrivere l’articolo di oggi, in merito ad un servizio che mi è capitato di vedere,  andato in onda su La 7 , per PIAZZAPULITA. Invito chi ancora non lo avesse visto a guardarlo qui sotto per poter meglio comprendere la mia riflessione.

Sara è molto carina, e nel servizio ci mostra il suo mondo. Ci racconta di sé e dei suoi sogni ma forse, spero  per la sua giovane età, dice cose di un’ingenuità disarmante,su varie questioni. Così,dato che quando sento delle corbellerie trovo sbagliato non replicare in qualche modo, vorrei poter dire cosa penso in merito.

Dunque , a parte farci vedere come indossa il velo, i suoi abiti, le sue scarpe, i libri che legge, ad un certo punto del servizio le viene posta la domanda su come veda  il matrimonio,e con chi.  Lei risponde, che ci si deve sposare con persone della stessa religione. Qualora però dovesse innamorarsi di un cattolico, piuttosto che di un ebreo, non ci sarebbe problema. Basterà solo  che lui si converta all’Islam.

Lo dice con occhi grandi, da cerbiatto.  Per  quanto apparentemente questa affermazione possa risultare  romantica, e di apertura verso persone di diversa appartenenza, è in realtà nella sostanza  ( almeno a mio avviso molto grave).

Se ci si converte, qualunque sia la religione  a cui si intende passare, lo si dovrebbe fare per personale convinzione e Credo. Abbracciare una religione, significa in qualche modo, abbracciare Dio.

Non si smercia il Divino per fini utilitaristici; e  nello specifico, per poter coronare un “amore” tutto terreno. Mutare Credo  di appartenenza, non è esattamente come cambiare Paese in cui si risiede.

Questo, forse a Sara qualcuno dovrebbe dirlo. A lei, che dice di credere fermamente nella sua religione. Peccato, però, che le religioni siano umane.

A Dio, invece, ci si dovrebbe avvicinare con tutt’altro tipo di rispetto.

Se davvero si crede sopra ad ogni cosa nell’Assoluto, qualunque nome gli si voglia attribuire, lo spirito col quale ad esso ci si avvicina, non dovrebbe certo essere quello di sceglierlo per far piacere ad un’altra persona. Dio non è comprabile! Almeno non dovrebbe essere posto su quel piano…. deprecabile già per il genere umano.

Altro argomento sul quale mi sento di porre l’attenzione, forse perché chiamata in causa, e forse perché rispetto a Sara ho un filo di esperienza in più all’attivo, è quello che riguarda il suo sogno di fare l’attrice.

Sara (che al momento ha partecipato come attrice solo ad una pellicola in cui interpretava  una ragazza Siriana. Direi , perciò, non lontana da se stessa) dice, che il suo sogno è fare l’attrice e vincere l’Oscar, senza mai dover togliere il velo e far vedere il suo corpo; ma venendo apprezzata solo per la sua bravura.

Ecco, rispetto a questa affermazione mi viene un po’ da sorridere. Ma Sara è giovane, come dicevo all’inizio, e non credo abbia la dovuta conoscenza degli argomenti che tratta.

Essere attori, significa essere versatili. Ricoprire ruoli in cui spesso si è lontanissimi da stessi. Si ingrassa, si dimagrisce, si muta colore di capelli abbigliamento si cambia persino epoca in cui vivere.  Insomma, ci si mette a servizio del personaggio, come si dice in gergo.

Ora, non esattamente tutte le attrici si sono mostrate “ senza veli “. Altre, invece, lo hanno fatto ma non per questo sono scadute nella volgarità, o hanno per questa ragione perso credibilità rispetto al loro talento. Come dimenticare, ad esempio, i ritratti di nudo  della meravigliosa Marylin desnuda ,o della nostra Sofia Loren ?

Tornando però alla questione del velo, un personaggio che lo indossi sempre, ne  dà subito una connotazione ben precisa. Lo caratterizza, cioè.

A noi attori, invece,  sin dai provini, viene chiesto di presentarci nel modo più neutro possibile. Questo, proprio per poter essere malleabili; per poterci immaginare trasformati nelle fattezze,senza far prevalere le nostre caratteristiche personali, che sarebbero dominanti rispetto a quelle del personaggio che si vuole far vivere .

Perciò, se Sara vuole essere apprezzata per la sua  bravura senza fare questo doveroso percorso legato al mestiere, in cui nulla c’entra la religione, probabilmente dovrà cercare di ricoprire ruoli in cui ci sia la necessità di un personaggio femminile islamico. Sarà una dottoressa musulmana, piuttosto che una studentessa…..musulmana, ma pur sempre caratterizzata e poco eclettica. Farei fatica ad esempio ad immaginare Elizabeth McGovern , che in “ C’era una volta in America “, invece dell’acconciatura d’epoca, sta col velo. Altro esempio a cui penso, dato che lei dice che quando lo indossa si rivede nelle Dive di altri tempi, è quello di  una  Liz Taylor, che “ Nella gatta sul tetto che scotta”,sta sempre con il foulard.

Vorrei inoltre  ricordare a Sara, che le Dive a cui fa riferimento, indossavano quello che lei chiama velo,  nelle scene in cui ,con grandi occhiali scuri ( da Diva, appunto), erano alla guida di macchine cabrio; e che il foulard in questione, era indossato non per non mostrarsi al mondo, o per segnalare la propria  religione, ma per non scompigliare i capelli. Semplicemente questo.

Potrei però suggerirle di fare doppiaggio, o trasmissioni radiofoniche . Sono due ambiti degnissimi dello Spettacolo, in cui la bravura viene apprezzata enormemente. Lì, potrebbe farla valere senza mostrare il suo corpo. Affermazione che uso  senza polemica, ma  intesa nel senso più appropriato  ,parlando di questo mestiere.

Ad ultimo, la ragazza chiude l’intervista , dichiarandosi dispiaciuta della manifestazione che si è tenuta a Parigi per le 12 persone uccise.

Dice, che dal suo punto di vista è stato come vedere che esistono morti di serie A e serie B.

Questo, perché manifestazioni di quel tipo, non ci sono per i morti che ogni giorno cadono  in Siria.

Posto che serie A e serie B per me esistono nel calcio ,e non rispetto a persone morte; mi pare necessario chiarire un punto alquanto pleonastico : in Siria c’è una guerra in atto, a Parigi c’è stato un attentato. Non sono la stessa cosa.

Forse ,è per questa ragione che le persone, i Capi di Stato e di Governo, si sono sentiti di dover scendere in piazza. No?!

Per concludere il mio intervento, chiaramente del tutto personale, vedendo il servizio andato in onda, non mi sono arrabbiata con Sara per le cose che con candore ha detto. Certo che no! Invece, un po’ lo sono  con i media ,che con “falso buonismo”, più propriamente detto ipocrisia, negli ultimi tempi danno spazio e appoggiano dichiarazioni di parte, che io starei attenta a diffondere così a cuor leggero.

Fossi stata una persona diversa da quella che sono, mi sarei potuta sentire  offesa da certe frasi e giudizi di quel servizio. Sposare un punto di vista, senza controbattere o fare delle doverose specifiche ( così come ho fatto io qui ) ,significa ingenerare astio tra  culture diverse.

Ciò è molto pericoloso. Specie in tempi come questi, in cui il mio Dio è migliore del tuo, io sono più pulito di te, la mia verità è superiore alla tua. Io sono migliore di te.

ATTENZIONE!!!

Questo tipo di notizia  “giornalistica”, non è conoscenza della diversità , come base  propedeutica al rispetto e all’integrazione. Questa, è a suo modo faziosità; anticamera di intolleranza, di odio razziale piuttosto che religioso.

Ma in questo momento, in cui tutti facciamo i buoni, nemmeno stiamo più a difendere le nostre peculiarità di Mondo Occidentale. Tacciamo su tutto . Permettiamo a chiunque di giudicare i nostri usi e costumi, perché replicare ci fa esporre. Potremmo essere  tacciati di intolleranza se non addirittura di razzismo e xenofobia.

Non è così per me. Avere diritto di replica, e non rinnegare col silenzio  chi siamo e da dove veniamo, lo trovo  doveroso. Segno non di prevaricazione, ma di identità.

Detto ciò, faccio a Sara il mio più grande in bocca al lupo per la sua vita sentimentale e lavorativa !

Il desiderio di vedere realizzati i  propri sogni, è qualcosa che tutti a questo mondo, viviamo allo stesso modo.

Federica Quaglieri