“SCUSI, ATTRICE A CHI?” IL REGISTA IMMAGINARIO. DI CRISULA STAFIDA

Il regista immaginario ( specializzato in locandine)

In fondo gli attori sono degli esseri fragili, a volte mistici, tormentati. In balia di se stessi e degli eventi, se hai un cuore non puoi che guardarli con occhi compassionevoli. Magari possono sembrare un pò altezzosi ma è una sorta di difesa, portare sulle spalle il fardello di un lavoro continuamente precario  richiede quantomeno  di darsi un certo tono e poi chiunque indurirebbe la sua corazza se messo al cospetto di esseri ancora più complessi, ingestibili e con la perenne etichetta “sono sto caxxo” impressa sulla fronte : i registi o aspiranti tali. Ed anche questo è assolutamente normale, pensate a quanta autorevolezza debba servire per gestire un cast di personalità deliranti, è la dura legge del mercato, per emergere il carisma non può mancare.  Mi ricordo di un tizio che voleva fare il regista e con cui all’inizio del mio percorso lavorativo incrociai la mia strada. Non aveva nessun carisma e passava nottate a creare locandine di ipotetici futuri film e trailer di colossal che ovviamente non sarebbero mai partiti, insomma un cucciolone che non poteva non ispirarti un misto di pietà e disprezzo, uno di quelli che non sai se troverai ancora vivo il giorno dopo o se magari avrà deciso di stordirsi con l’economica ma sempre efficace canna del gas.

Passava una parte della notte a chattare con sconosciute mezze nude sue papabili muse ispiratrici che spacciava agli amici come fidanzate o ipotetiche focose amanti e l’altra, appunto, a creare  posterini di dubbio gusto. Aveva l’aspetto di chi non vedeva il sole da anni, la sua pelle era talmente trasparente che potevi intravedere la rete capillare delle sue occhiaie violacee e quando si staccava dal computer per partecipare suo malgrado alla vita reale riusciva ad inciampare anche per arrivare al bagno. Era un povero Cristo di cui in seguito persi completamente le tracce, ancora lo immagino chiuso nella sua stanza a creare mostri e draghi fantastici che un giorno, e lui ne deve essere ancora certo, Hollywood gli produrrà. Nonostante il dispiacere e i sensi di colpa  decisi di abbandonare un essere terminale divorato dai suoi sogni che cercava di trascinare anche me nel suo labirinto senza uscita, ero già la protagonista mio malgrado di ben tre locandine di suoi fantomatici film, dovevo scappare lontano il prima possibile o per me non ci sarebbe stato mai più nulla da fare. Nessuno sarebbe venuto a salvarmi e sarei rimasta intrappolata nei secoli dei secoli nel suo castello virtuale 2.0.  Per fortuna, dopo qualche tempo arrivarono “gli horror”… ma questa è un’altra storia…

Crisula Stafida

Le foto sono di S.Ricciardi