Ieri sera gli United Voices of Faith al “Roma Gospel Festival” – La recensione

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Prosegue il “Roma Gospel Festival” all’Auditorium Parco della Musica, all’interno della manifestazione “Natale all’Auditorium“. Ieri sera è stata la volta degli United Voices of Faith (UVOF), una formazione eterogenea composta da ben 11 elementi, tra i più talentuosi musicisti gospel statunitensi.

La serata, presentata da Geppi Cucciari e sponsorizzata dalla Huawei, ha visto il ricavato andare a favore di “Make the Link“, tecnologia e scienza contro la povertà, progetto promosso da Oxfam Italia, indirizzato agli insegnanti e ai ragazzi delle scuole di tutta Italia, affinché acquisiscano maggiore consapevolezza sul ruolo che le conoscenze e le competenze scientifiche e tecnologiche hanno nell’analisi e nella soluzione dei grandi problemi legati allo sviluppo sostenibile del pianeta. Sul palco era presente anche il CEO di Huawei Italia, Edward Chan, preso simpaticamente di mira (insieme alla traduttrice) dalla Cucciari. Il potente 44enne hongkonghese non si è scomposto affatto, ma anzi è stato al “gioco”, accattivandosi le simpatie della platea.

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Il CEO di Huawei Italia, Edward Chan, con Geppi Cucciari

Ma passiamo al concerto, presentando innanzitutto gli United Voices of Faith. Lo spirito del gruppo sta tutto in quel “United” che caratterizza il loro nome: a differenza della maggior parte delle formazioni gospel, tutte molto connotate geograficamente e con differenze marcate tra Nord e Sud degli Stati Uniti, UVOF unisce musicisti provenienti sia dal nord (New York) che dal profondo sud degli Stati Uniti: la Florida e l’Alabama. I membri del gruppo si sono esibiti accanto a celebrità del gospel e della musica rock-pop quali Robin Gibb (Bee Gees), i Simple Minds, Sinead O’Connor e Mariah Carey. Una parola in più va spesa per Nicole Ingram e Eric Bernard Turner, rispettivamente leader femminile e maschile del gruppo. Nicole, con la sua formazione Perfect Harmony, ha vinto il premio come Miglior Gruppo Gospel nel celebre programma USA “Celebration of Gospel”, mentre Eric è da alcuni anni lead singer negli attuali Temptations, nonché attore in celeberrime serie televisive quali: “Law & Order” e “CSI: New York”. Eric si è anche esibito durante il ballo Inaugurale della Presidenza di Barack Obama nel 2009.

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Gli United Voices of Faith

Il concerto, dicevamo. Gli 11 elementi, con l’aggiunta dei musicisti, si presentano sul palco, schierati come una squadra di calcio durante l’inno della Champions. Da subito il ritmo è incalzante e il pubblico coinvolto, establishment compreso. E’ lo scatenato Eric Bernard Turner a correre, nonostante la stazza non indifferente, su e giù per il palco, supportato dagli altri che, uno alla volta, avranno poi modo di alternandosi sapientemente nei panni di lead vocal.

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Sulla sinistra, in giacca rossa, Eric Bernard Turner

Si arriva poi ai classicissimi, con una personalissima versione di “Amazing Grace“, forse ancora più intimista dell’originale. Poi di nuovo ritmo frenetico con “When the saints go marching in” di Louis Armstrong e con uno scatenato brano dalle sonorità jamaicane. Il concerto prosegue con gli spettatori più volte invitati ad alzarsi e ballare e con gli artisti che scendono in platea, creando ancora più amalgama con il divertito pubblico dell’Auditorium.

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Abbiamo già abbondantemente superato la metà del concerto, ed è la volta dei brani natalizi. Il primo è “It’s the most wonderful time of the year” di Andy Williams, seguita dall’immortale “White Christmas” di Bing Crosby. E poi ancora la tradizionale “Santa Claus is coming to town” e l’immancabile “Jingle Bells“, ormai arrivata alla soglia dei 150 anni e nonostante ciò ancora in grado di scatenare un’irresistibile voglia di cantarla.. anche da parte dei signori più attempati!

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Per chiudere è la volta dell’inno per la seconda venuta del Messia, “Joy to the world“, che di anni ne ha quasi 300, ed infine la più longeva di tutte, “We wish you a merry Christmas“, scritta addirittura nel 1501 in Inghilterra. Con quest’ultimo brano gli United Voices of Faith concludono il loro festoso concerto, tornando poi per un lungo bis finale con il brano pasquale “Oh happy day” e con il pubblico ormai arrivato fin sotto il palco per cantare e ballare.

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Una bella serata, quindi, per un concerto di circa 75 minuti, con gli United Voices of Faith lungamente applauditi dagli spettatori, usciti sicuramente soddisfatti da questo appuntamento del “Gospel Festival”.

 

Ivan Zingariello

(foto di Ivan Zingariello)

 

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