Il Criticone n.38 – Esce oggi “The Boy”, discreto horror di William Brent Bell

RECENSIONE – Arriva finalmente in Italia l’attesissimo horror “The Boy” diretto da William Brent Bell, anticipato da un trailer che lasciava ben sperare e che ha fatto il record di visualizzazioni dopo la sua messa online.

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Greta (Lauren Cohan)

Greta (Lauren Cohan) è una ragazza americana in fuga da un compagno violento; decide di rifugiarsi nella campagna inglese accettando un lavoro da baby-sitter presso una grande ed isolata villa vittoriana. Qui conosce i signori Heelshire (Jim Norton e Diana Hardcastle), i due anziani genitori di Brahms, il bambino di otto anni di cui dovrà prendersi cura. Greta nota però che c’è qualcosa di strano in loro, ed infatti colui che dovrà accudire non è un essere umano, ma una bambola a grandezza naturale che i due vecchietti trattano come un bambino vero.

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L’inquietante pupazzo Brahms

Dopo le iniziali perplessità e la conoscenza del ragazzo delle provviste, l’affascinante Malcolm (Rupert Evans), Greta resta sola in casa con Brahms e con una lista di rigide regole da rispettare, imposte dai genitori, tra cui quelle di non lasciarlo mai da solo e di non coprirgli mai il viso. La ragazza ovviamente non ritiene che una bambola necessiti di tutte quelle attenzioni, disobbedendo quindi alle norme, ma una serie di eventi inquietanti e inspiegabili le faranno scoprire presto che Brahms è più vivo di quanto sembri..The Boy 4

Malcolm (Rupert Evans)

Il tema del “pupazzo maledetto” è già stato battuto dal cinema decine di volte, sin dai tempi del bellissimo film a episodi “Incubi notturni” (1945), proseguendo poi con cult del calibro di “Trilogia del terrore” (1973) (l’episodio “Amelia” con Karen Black) o della saga di Chucky “La bambola assassina” o dei “Puppet Master“, fino ai recenti “Dead silence” (2007) e “L’evocazione – The Conjuring” (2013) con la stronzissima pupazza Annabelle, protagonista anche dell’omonimo prequel. Cosa poteva aggiungere, quindi, “The Boy” ad un genere già così abusato? Il tentativo di stravolgere alcuni stereotipi classici del tema.

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Ancora Brahms e il suo sguardo

Infatti al di là dei soliti cliché della casa isolata, del telefono che non ha campo e dei rumori notturni, qui troviamo uno sviluppo interessante del personaggio di Greta che, dopo i timori (e le urla) iniziali, si immedesima progressivamente nel suo ruolo, creando quasi una simbiosi con il pupazzo Brahms, un po’ come accadeva a Karen Black con la casa di “Ballata macabra” (1976). Inoltre l’ultima parte del film svolta decisamente in un’altra direzione, rendendo tangibili le paure quasi ormai sopite e creando un vero colpo di scena, forse non credibile fino in fondo, ma sicuramente apprezzabile.

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Greta e Brahms

Tutto questo va riconosciuto al regista, William Brent Bell, il quale dopo “L’altra faccia del diavolo” e “La metamorfosi del male” (sicuramente il migliore dei tre), dirige un film intriso di cupe atmosfere, più un mistery che un horror, evitando di ricorrere a beceri trucchetti da “salto sulla poltrona” (tipo gatti che passano improvvisamente davanti alla macchina da presa) e provando a sfornare un prodotto “diverso”. Non ci riesce del tutto, ma il tentativo è apprezzabile. Se la cavano bene i due giovani attori, la bella Lauren Cohan alias Maggie di “The Walking Dead” e Rupert Evans, mentre nel ruolo dei signori Heelshire si sarebbe forse potuto ricorrere a qualche vecchia gloria del cinema horror, anziché ai due (pur bravi) attori inglesi.

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I signori Heelshire (Jim Norton e Diana Hardcastle)

In definitiva un discreto horror che riesce comunque a mantenere alta la tensione, fino alla pirotecnica parte finale, dove starà a voi apprezzare o meno la direzione che prenderà la vicenda.

VOTO: 6.5

 

Ivan Zingariello

 

The Boy Locandina