FACCIAMO IL PUNTO SULL’ITALIAN HORROR SHOW

Prima di cominciare, voglio ringraziare tutti quelli che, per via privata, tramite email, telefonate e chat varie, stanno esprimendo il loro apprezzamento per l’organizzazione di questo evento. Addetti ai lavori, artisti e appassionati del settore. Tutti, difendendolo a denti stretti.
Fortunatamente sono di più, molti di più, di quanti si sono schierati come bastian contrari alla cosa, senza neanche “indagare”(termine da loro utilizzato, palesemente, male) a fondo.

Pensare che sarebbe bastata una telefonata. Una email. O il semplice Facebook, tanto amato per sferrare attacchi mediatici al limite della diffamazione per mezzo stampa.

L’evento è nato, a fatica, con un unico scopo: portare a Latina, un qualcosa di nuovo, fresco, che desse una smossa a una città in uno stantìo stand-by, ormai da anni. Purtroppo, dopo mesi di lavoro, iniziato negli ultimi mesi del 2016, come nei peggiori degli incubi, ci siamo visti sbattere delle porte in faccia, proprio a 2 mesi dalla data dell’evento.

Fortunatamente, abbiamo potuto contare sulla disponibilità del polo fieristico di Campoverde e, in una miracolosa corsa contro il tempo, ricominciare da zero, per portare a termine il progetto.

Non starò qui a lodare l’impegno profuso da tutti, dalla Latina Multiservice alla ASI, passando per il LatinaComics fino al Girasole 2014, e nella persona di Angelo Tripodi, vero angelo custode del tutto.

Senza di loro, non ce l’avrei mai fatta.

E, proprio per loro, mi schiero in difesa dell’Italian Horror Show.

Nella foto: Crisula Stafida (Madrina dell’evento)

Il festival che andremo ad allestire è un qualcosa di ampio respiro, con all’interno lo show dedicato al settore dell’horror. Quello è: uno SHOW. Non un festival horror, e non un horror fest(a).

Abbiamo voluto creare qualcosa che potesse interessare tutti, dagli appassionati dei fumetti, fino al cosplay, alle famiglie che volessero trascorrere una o due giornate insieme, in un ambiente che proponesse un po’ di tutto, dallo sport al mercatino vintage, fino alle esibizioni di rock band e con una bella fetta di horror, ad occupare tardo pomeriggio e nottate.

È facile concentrarsi solo su un concetto, estrapolarlo dal contesto e criticarlo, senza neanche avere la correttezza di essere limpidi e onesti nell’analisi dell’insieme.

Siamo stati accusati di esserci impossessati di un primato. Quale? Dove? Perché diciamo di essere “il primo Italian Horror Show”? Certo, è la verità. È la prima edizione dello show. E nel contesto del festival, è un evento unico, che non vuole e mai ha preteso di essere in competizione con altri o si è definito come il solo presente sul suolo italiano.

Questa gara a chi ce l’ha più lungo, almeno io, l’ho lasciata ai tempi delle scuole medie. A 42 anni non ho più queste insicurezze. Per fortuna.

Siamo stati accusati di esserci impossessati del termine “italian horror”. Non sapevamo ci fosse il copyright su questi due termini associati. Abbiamo cercato ma, niente. Non esiste. Se avessimo voluto essere così viscidi, avremmo preso anche l’altro termine, visto che è in disuso da anni. Ma, siccome siamo uno show, incentrato sul cinema horror, ESCLUSIVAMENTE, italiano, ci sembrava il nome più adatto.

Voglio comunque ringraziare anche chi, completamente sconosciuto ai più, ha preteso di suggerirci il nome che potevamo scegliere, per il nostro evento.

Scemi noi a non pensarci. Come tutti quegli allenatori di calcio da serie A, che non vanno nei bar a sentire tutti i consigli calcistici che la gente ha da proporre, in maniera animata, nei post-partite.

Siamo stati accusati di avere lo stesso format e gli stessi ospiti.

Fatemici pensare un po’. Parliamo di cinema horror, ospitiamo registi e attori… tirando le somme i nomi storici del settore si contano sulle dita di una mano (anche due, dai, scavando bene), difficile riesumare cadaveri e proporre nomi alternativi. Peccato che tutte le proposte nuove, che si stanno affacciando sul mercato cinematografico italiano, siano state totalmente snobbate, in questa critica. Eppure, noi li mettiamo sullo stesso piano, allo stesso tavolo dei nomi sacri, per discutere e confrontarsi in libertà. Ah, e non facciamo pagare niente a nessuno. Perché il nostro scopo è dare spazio e lustro al cinema italiano del settore. Perché quello ci interessa e amiamo. Tutti gli artisti hanno vitto, alloggio e biglietti di viaggio, aereo o ferroviario che sia, pagati. Anticipatamente.

Forse, un pochino, ci differenziamo. Un po’ come dire che The Voice non dovrebbe esistere perché c’è Idol e Idol non dovrebbe esistere perché c’è X-Factor. Non regge, mi spiace. Non siamo al corrente di diritti di esclusività su eventi dedicati al cinema italiano, di settore o non.

Eppure, ribadisco, sarebbe bastato un semplice, umano, contatto. Oltre al semplice e ragionevole fatto che, qualsiasi cosa, va vista, vissuta, prima di essere criticata. Ma qui subentra l’italico mòdus operàndi medio: criticare aspramente e senza cognizione di causa, quando si affronta qualcosa che non si comprende e non si vuole accettare, per dei preconcetti che, spesso, sono solo la scusante per difendere le proprie uova nel paniere.

Noi, le uova, le abbiamo, non ci interessano quelle degli altri. Anzi, le nostre le condividiamo volentieri con il prossimo.

E, soprattutto, il venire a sottolineare la nostra volontà di fare beneficenza, a 360 gradi, dall’Unicef fino alla raccolta fondi per Amatrice, come se fosse quasi un torto, avrebbe dovuto far storcere il naso ai più. Fa parte di tutto il contesto che, però, a voi rimane invisibile, come se fosse superfluo. Per noi è essenziale, invece. E lo sarà sempre.

Ma, questo, è chiaramente un attacco mediatico studiato a tavolino, atto a minare la riuscita del nostro evento. Avrei accettato, tranquillamente, critiche post-evento, laddove vi fosse ragione di sottolineare nostre mancanze, verso ospiti e pubblico. Avrei accettato anche un incontro/scontro verbale, face-to-face, che potesse essere chiarificatore. Come sono abituato a fare. Perché non ho niente da nascondere. Purtroppo, si è scelta la strada più vigliacca. Quella del social, di internet, usato come coltello a senso unico, con il ban immediato di chi chiede spiegazioni e chiarezza, o la non autorizzazione a rispondere a articoli, lasciando i commenti sospesi “in attesa di moderazione”.

Applausi. Spero che abbiate del pubblico che possa apprezzare questo Vostro comportamento. E farvene a bizzeffe.

Ho voluto rispondere solo perché, laddove la libertà di parola viene negata, non accettata, insultata, bannata, c’è ancora modo di dire la propria, di difendersi da attacchi gratuiti.

Siamo umani, sbagliamo anche noi. E ci scusiamo. Non sappiamo bene per cosa, ma ci scusiamo.

Io mi scuso. Con voi che leggerete queste righe, perché in un contesto di puro intrattenimento, di divertimento, dover leggere queste faide basate sul nulla cosmico, è davvero deprimente. Lo è per me, in primis. Quando si cerca di fare qualcosa di positivo, si spera sempre in un riscontro altrettanto solare. Non è così, purtroppo.
Ma, non ci fermiamo. Proseguiamo a testa alta e ci auguriamo che nuove realtà del genere possano sorgere e risorgere, senza invidia o timori. L’importante è il cinema italiano. È l’horror.

Il resto, è fuffa mediatica.

Con rispetto, e porgendo nuovamente le mie scuse a tutti voi,

Latina Eventi 360 e tutta l’organizzazione dell’IHS 2017 (il primo, eh!)

Francesco Bernardis