The devil’s candy, in dvd un horror inconsueto che resiste alla tentazione dell’antropomorfizzazione del male

Midnight Factory riesce ancora a stupire con la selezione di film proposta all’interno della sua ricca collana horror. Stavolta è il turno di The devil’s candy (2015), secondo lungometraggio del regista australiano Sean Byrne, giunto nelle nostre sale a Settembre 2017. Piace, in particolare, di questo onesto ed efficace horror l’ostinata rigorosità, in riferimento alla sua capacità di resistere alla tentazione di antropomorfizzare furbescamente il Male, il diavolo, Satana, o chiamatelo come volete, allo scopo di sortire i consueti e abusati effetti per spaventare lo spettatore. Pur affrontando direttamente la questione della possessione diabolica, The devil’s candy si svincola coraggiosamente e orgogliosamente da un’iconografia consunta, quella delle tipiche, improvvise e terrificanti apparizioni di entità malefiche varie, viste spesso in tutta quella cinematografia che si è confrontata con l’argomento.

Qui, invece, viene subito chiaramente espressa una decisiva premessa: assistiamo al discorso alla televisione di un prete che esorta a non abboccare alle varie immagini raffiguranti il demonio, le quali da tempo circolano abbondantemente nell’editoria o in rete e con cui abbiamo imparato a convivere; è bene comprendere, al contrario, quanto il male sia dentro di noi, concretizzandosi attraverso le nostre scellerate azioni (il riferimento è a tutti quegli orrori veicolati quotidianamente dai mezzi di informazione, e di cui siamo i diretti responsabili).

Il Male è una voce che viene da dentro, una sospensione della ragione, la quale, invece, come spesso ipostatizzato da una vasta tendenza della tradizione filosofica, è da sempre naturalmente orientata verso il bene, nostro e degli altri, pur seguendo strumentalmente, innanzitutto e per lo più, un innato istinto di conservazione. Spesso può accadere di essere irresistibilmente attratti da un vuoto in cui non si può evitare di precipitare; eppure rimane ogni volta la possibilità di resistere all’ipnotico richiamo di quel pericoloso canto di sirene, cui fu sottoposto per primo l’eroico Ulisse.

The devil’s candy non cede alla tentazione della rappresentazione, se non indirettamente. L’orrore prende corpo solo sulla tela che il protagonista dipinge, assumendo le fattezze di una visione anticipatrice, che rivela un funesto futuro cui si tenterà in ogni modo di sfuggire. L’effetto spavento è affidato all’inquietudine prodotta dall’oralità di una voce che cattura, ammaliando, chiunque l’ascolti. Ma non è un richiamo che viene da fuori e cui i soggetti sono esposti; è qualcosa già da sempre contenuto in noi e che, proprio per tale motivo, può essere, anche se non senza difficoltà, dominato.

Jesse, un pittore tormentato da conflitti interiori, la giovane moglie Astrid e la figlia Zooey comprano la casa dei loro sogni, il cui prezzo è sceso a seguito dell’oscuro passato che l’avvolge. La loro vita inizia a complicarsi quando i quadri dell’uomo assumono un aspetto demoniaco e lui comincia a sussurrare con la voce del diavolo. Nel frattempo Ray, il figlio disturbato dei vecchi proprietari, sviluppa un’ossessione per Zooey, dopo essere comparso sulla soglia di casa chiedendo di ritornarvi. Appare subito evidente che Ray e Jesse sono entrambi posseduti da forze oscure e che la famiglia non è al sicuro né da Ray né dal diavolo stesso.

Appena 76 minuti per un film agile, che, contrariamente a quanto potrebbe di primo acchito sembrare, non solo intrattiene piacevolmente, trascinando lo spettatore in una crescente spirale di tensione, ma riesce anche a rielaborare sensibilmente alcuni dei più significativi cliché del cinema horror, che da tempo necessitavano di una decisa riformulazione. Consigliatissima, dunque, la visione.

Pubblicato e distribuito da Mindnight Factory, The devil’s candy è disponibile in dvd, in formato 2.39:1, con audio in italiano e inglese (Dolby Digital 5.1) e sottotitoli opzionabili. Nei contenuti extra è presente il trailer del film.

Luca Biscontini