Tonno spiaggiato: Matano da morire

John Lennon è meglio di Nek o sono soltanto gusti?

Ci si potrebbe riflettere sopra dopo aver visionato Tonno spiaggiato, primo lungometraggio diretto dal Matteo Martinez che ne firma anche la sceneggiatura insieme al protagonista Frank Matano.

Un Frank Matano che ricopre il ruolo del giovane Francesco, il quale, lasciato dalla fidanzata Francesca alias Marika Costabile, escogita di tutto nel tentativo di riconquistarla, arrivando perfino a sfruttare il funerale della nonna di lei.

Evento che, supportato dall’amico Niccolò interpretato da Niccolò Senni, lo porta a maturare un pensiero decisamente discutibile: uccidere un membro della famiglia della ragazza potrebbe portarla a riavvicinarsi a lui.

Ed è la vulcanica e bizzarra zia Nanna incarnata da una stupefacente Lucia Guzzardi e esageratamente devota a padre Pio ad essere presa di mira da Francesco, che si intrufola nella sua casa vestendo i panni di un improbabile padre Gesù (!!!), entrandole anche nel cuore.

Ma soltanto dopo aver fatto ricorso addirittura alla trasmissione televisiva C’è videochiamata per te condotta da un Eduardo De Filippi (!!!) dalle fattezze di Francesco Arienzo, nel corso della quale ha anche modo di sfoggiare esilaranti discorsi riguardanti Maurizio Costanzo e la sua mancanza di collo (!!!).

Perché, tra una versione storpiata di Pugni chiusi dei Ribelli e l’entrata in scena dell’Istituto specializzato in santi (ISIS!), è su una comicità decisamente surreale che si basa la circa ora e mezza di visione, non priva neppure di fase conclusiva che sembra strizzare l’occhio all’umorismo nero di Mario Monicelli.

Una comicità debitrice, a tratti, nei confronti di quella di Maccio Capatonda, complici soprattutto lo sguardo ai grotteschi gusti dei telespettatori italiani (oltre al sopra menzionato show, abbiamo un Medicina imbarazzante) e l’evidente ricorso ad una tipologia di risata da grande schermo che si rifà occasionalmente a quella demenziale a stelle e strisce.

A tal proposito, basterebbe citare la geniale gag del sacerdote con voce impostata di Luca Ward, di sicuro la più divertente trovata della circa ora e mezza di visione insieme a quella delle bestemmie censurate.

Trovate sufficienti a rendere scorrevole e piacevole il tutto, talmente folle e assurdamente strappa-risate da far dimenticare quanto lo script si basi unicamente su esse, camuffando la propria pochezza di fondo.

         

Francesco Lomuscio