C’era una volta WHITNEY, c’era una volta la voce di Dio!

Whitney

Presentato a  CANNES, nella sezione Mezzanotte, “WHITNEY”, il documentario del premio oscar  Kevin Macdonald, realizzato con i materiali della famiglia ma in piena autonomia, un film doc fuori concorso, dedicato alla “Voce di Dio”, forse la più bella di tutti i tempi,  Whitney Houston, e come per Amy Winehouse

ritratta splendidamente post mortem da Asif Capadia nel 2015, sempre a Cannes,  anche  questo, “WHITNEY”,  è un film doc post mortem, e mentre si fa fatica a trattenere la commozione, in entrambi i casi una domanda ci assale: PERCHE? Amy e Whitney, due grandi artiste, un unico tragico destino, il suicidio.

Se per la povera Amy, queste ragioni che porteranno alla scomparsa prematura, sono state ampiamente esplorate e oggetto di diversi articoli, per Whitney tutto ciò è rimasto sempre avvolto in un grande punto interrogativo. E forse questo è il primo vero tentativo di darvi una risposta. E in questo documentario, per la prima volta, la sua tormentata esistenza, per certi versi già conosciuta, viene associata ad un fatto terribile: la violenza subita ancorchè giovanissima (tra i sette e i nove anni!).

Whitney

“Whitney”, presentato  in anteprima al Festival di Cannes. uscirà nei cinema a stelle e strisce il 6 luglio. Questo flm doc è nato dalla volontà di Nicole David che per trent’anni è stata l’agente dell’artista. È stata lei a convincere il regista scozzese a prendere in mano questa indagine su quello che lo stesso Macdonald definisce “un mistero intrappolato in un enigma”.

Whitmey

E come si legge nell’edizione  americana di Vanity Fair, durante la visione del  film si scopre che Whitney Houston e il fratellastro Gary da bambini sarebbero stati molestati e violentati dalla loro cugina Dee Dee Warwick, sorella di Dionne Warwick e nipote della madre di Whitney, Cissy Houston. Un episodio, questo, avrebbe segnato  per sempre la sua vita. E da lì, nonostante la fama, il passo verso l’alcool e la droga diventerà davvero breve e devastante.

Macdonald in un’altra intervista a Vanity Fair, ha raccontato che, guardando video privati di Whitney Houston, si è reso conto che non era mai a suo agio. Sembrava quasi asessuata. Era bellissima, ma mai particolarmente sexy. Ho visto e girato persone che hanno subito abusi sessuali durante l’infanzia e i suoi modi di fare me li hanno ricordati: come se non fosse a suo agio fisicamente, e forse era la stessa cosa”.

Whitmey

E sarà proprio partendo da queste sensazioni terribili, che il regista MacDonald riferirà  il racconto di Gary fratellastro di Whitney Houston, nel doc.-film, Inoltre è la stessa assistente della cantante, Aunt Mary Jones,  nel documentario, a confermare  la stessa tristissima storia: “Non ne ha mai parlato perché se ne vergognava. E pensava di aver fatto qualcosa per far pensare alla cugina di volerlo…”. Potrebbe dunque essere questa la  triste spiegazione della fragilità della cantante?

Whitmey

Whitney Houston muore  purtroppo l’11 febbraio 2012, uccisa dall’abuso di droghe, alcol e medicinali, annegata in una vasca da bagno, a soli 48 anni, nel pieno di una carriera già strepitosa e in continua ascesa.

 

Ci lascia coi sui 190  milioni di dischi venduti, in 20 anni di carriere, 14 album, con successi planetari, ben sette singoli di fila finiti dritti in testa, al primo posto nella classifica USA, un record a oggi ancora ineguagliato, film cult come The Bodiguard (1992) con Kevin Conster che ne fanno una icona anti razzista e paladina per tutti neri, sdoganando la parità razziale ad Hollywood; il successo di tutti i tempi, I Will Always Love You. Troviamo nel film-doc molte scene e esibizioni rimaste memorabili, come l’inno americano The Star-Spangled Banner cantato in un memorabile SuperBowls del 1991 (interpretazione da pelle d’oca!); il concerto di beneficenza tenutosi a Johanesburg nel ’94; le poi la lenta discesa verso l’abisso, tra droga, alcool, e un marito violento e manesco, squilibrato e tossico il cantante R&B Bobby Brown. la depressione, la voglia di farla finita, una famiglia troppo numerosa, che la chiamava Nippy, e che puntava solo ai suoi soldi; una vita che avrebbe potuto darle ancora molto, fama e gloria, ricchezza e serenità. E che invece è finita nel peggiore dei modi,  lasciandoci attoniti e sgomenti.

https://youtu.be/5bW5Wf_dH7Q
Restano, per nostra fortuna, la sua voce meravigliosa, le sue splendide canzoni, lasciando, al pari di Amy un vuoto davvero incolmabile, ma la sua musica, la loro musica, resteranno per sempre nei nostri cuori.

 

WHITNEY LOVE 4 EVER!

Galgano PALAFERRI