Museo – Folle rapina a Città del Messico: due imbranati criminali in erba

Dopo un interessantissimo esordio nel 2014 con Gueros – commedia adolescenziale dagli echi nouvellevaguiani – il giovane cineasta messicano Alonso Ruizpalacios è approdato prima in concorso al sessantottesimo Festival di Berlino (dove si è aggiudicato l’Orso d’Argento per la migliore sceneggiatura), poi nelle sale italiane con Museo – Folle rapina a Città del Messico, in cui viene messa in scena una singolare storia vera.

Si tratta della storia di Juan e Benjamin, trentenni che non sembrano avere intenzione di costruirsi un proprio futuro o di lasciare la casa dei genitori, i quali, durante la Vigilia di Natale, progettano un’importante rapina al Museo Nazionale di Antropologia del Messico – presso cui lavora Juan – realizzando quello che sarà ricordato come il più famigerato furto di reperti della storia del Messico stesso.

Abbandonando, almeno in parte, lo stile particolarmente ricercato che aveva caratterizzato il suo primo lungometraggio, Ruizpalacios dà vita ad un prodotto altresì raffinato e curato fin nel minimo dettaglio, dove la forte autorialità – con tanto di elegante bianco e nero – lascia il posto a una messa in scena più moderata. Una messa in scena all’interno della quale, tuttavia, non mancano inquadrature sghembe, tempi volutamente dilatati e piani sequenza che vedono sovente le figure degli stessi protagonisti raffigurati quasi come se il regista avesse optato per dei frozen frame.

Seppur in modo assai meno esplicito, dunque, le influenze della Nouvelle Vague – tanto amata dallo stesso Ruizpalacios – si fanno sentire e, più in generale, diventano parte integrante dello stesso stile narrativo e di messa in scena del regista messicano, il quale, nonostante ciò, dimostra anche in questa occasione una spiccata personalità e un’ottima padronanza del mezzo cinematografico.

Con uno script pulito e privo di sbavature (con tanto di storia ai limiti dell’assurdo che riesce a catalizzare l’attenzione dello spettatore sin dai primi minuti), una regia matura e consapevole e le ottime interpretazioni dei protagonisti Gael Garcia Bernal e Leonardo Ortizgris, Museo – Folle rapina a Città del Messico, pur presentando ritmi altalenanti man mano che ci si avvicina al finale, si rivela una vera e propria chicca della cinematografia sudamericana.

 

 

Marina Pavido