Pet sematary – Cimitero vivente resuscita in blu-ray per il trentesimo anniversario

Proprio nel periodo in cui gli appassionati di cinema horror non attendono altro che l’arrivo nelle sale italiane del rifacimento curato da Kevin Kölsch e Dennis Widmyer, previsto per il 9 Maggio 2019, Paramount rende disponibile su supporto blu-ray Pet sematary – Cimitero vivente, ovvero la pellicola che provvide trent’anni prima a trasferire su grande schermo il popolare romanzo scritto dal re della paura su carta Stephen King, in questo caso autore anche della sceneggiatura.

Lo Stephen King che, tra l’altro, è presente brevemente nei panni di un sacerdote all’interno della tragica vicenda del medico Louis Creed, interpretato da Dale Midkiff, il quale, trasferitosi insieme alla sua famiglia, da Chicago, in una cittadina del Maine e addolorato a causa dell’improvvisa morte del figlioletto Gage alias Miko Hughes, investito da un camion in corsa, decide di seppellirlo in un antico cimitero indiano per animali in cui ha già portato, inoltre, il proprio gatto.

Un cimitero dove, a quanto pare, tornano sì in vita coloro che vi vengono sepolti, ma forniti di un’insolita aggressività che non manca di renderli pericolosi assassini; come avviene, appunto, sia con il micio che con il piccolo.

Segnando l’inizio di un massacro che, in realtà, avviene soltanto negli ultimi trenta minuti della oltre ora e quaranta, efficacemente orchestrata attraverso un crescendo di tensione costruito sfruttando sapientemente anche il montaggio di Daniel Hanley e Michael Hill nel generare una prima parte d’attesa tempestata di inquietanti visioni e immagini forti.

Una oltre ora e quaranta che, con incluso nel cast il Fred Gwynne che fu Herman Munster nella serie televisiva I mostri, doveva inizialmente vedere al timone di regia il maestro assoluto degli zombie movie George A. Romero, poi rimpiazzato con la Mary Lambert occupatasi in precedenza soltanto del drammatico Siesta e di numerosi videoclip.

La Mary Lambert che non solo firma una delle migliori trasposizioni cinematografiche kinghiane, ma concretizza in fotogrammi una angosciante riflessione riguardante l’incapacità di accettare il lutto e le azzardate scelte che possono conseguenti al dolore che esso porta.

Una angosciante riflessione che, debitrice nell’idea di partenza nei confronti del Zeder realizzato nel 1983 da Pupi Avati, concede spazio soltanto in minima parte – ma in dose più che sufficiente – allo splatter, privilegiando una raffinata regia destinata a far distaccare coraggiosamente l’insieme dalle contemporanee produzioni dell’orrore dell’epoca, per lo più basate sul facile e veloce intrattenimento da slasher e sul sensazionalismo da effettistica sanguinolenta.

Fino ai titoli di coda accompagnati dalla mitica Pet sematary dei Ramones (presenti nella colonna sonora anche con la sempreverde Sheena is a punk rocker), a suo tempo ingiustamente candidata ai Razzie come peggior canzone ma che, al contrario, rappresenta l’ulteriore pregio di un classico della celluloide di paura cui rende altamente giustizia questa edizione in alta definizione.

Perché, al di là dei contenuti speciali originali rappresentati dalle featurette Il territorio di Stephen King (tredici minuti), I personaggi (quasi tredici minuti) e Filmare l’orrore, dispensa una sezione tutta nuova in occasione del trentesimo anniversario del film.

Una sezione che, oltre al commento audio della regista e di una nuova intervista alla stessa (dieci minuti), regala uno sguardo al capostipite da parte del cast e dei realizzatori del remake (sette minuti) e gallerie fotografiche di dietro le quinte, storyboard e marketing.

 

 

Francesco Lomuscio