In dvd torna La lingua del santo, con Fabrizio Bentivoglio e Antonio Albanese diretti da Carlo Mazzacurati

Compianto cineasta che ci ha lasciati nel 2014, Carlo Mazzacurati è sempre stato un autore attento al tipo di film che voleva portare sui grandi schermi, realizzando opere che, con un po’ d’ironia ma molta più sensibilità, ricreassero spaccati nostrani pregni delle atmosfere che caratterizzano le province.

Veneto di nascita, ha prestato non poca attenzione ad una descrizione della sua regione con fare creativo e attento alle giuste sfumature, utilizzando per protagonisti emblematici personaggi, mai fini a se stessi.

Seguendo l’eredità de I soliti ignoti, Mazzacurati nel 2000 diresse una pellicola che strizzava l’occhio a quel titolo monicelliano: La lingua del santo, con protagonisti Fabrizio Bentivoglio, poi anche nel seguente A cavallo della tigre, e Antonio Albanese, già al suo servizio in Vesna va veloce, che sdoganò cinematograficamente il noto comico, che negli anni Novanta imperava in tv.

La storia è quella dei due ladruncoli da strapazzo Willy (Bentivoglio) e Antonio (Albanese), incontratisi per caso durante uno dei loro miseri colpi e poi uniti per sempre in ogni altro furto da portare in atto, consolidando un’amicizia profonda, fatta di confronti all’ombra di svariate sconfitte.

Durante uno di questi colpi, però, entrambi incappano in un oggetto di alto valore per la città in cui vivono, ovvero la Lingua di Sant’Antonio, reliquia locale di alto valore.

Preso questo pezzo inestimabile, i due si ritrovano alle costole, ovviamente, tutte le autorità del posto, tanto che decidono di scappare via, senza riuscire ad evitare, comunque, di andare incontro a rocambolesche disavventure.

In concorso presso la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2000, La lingua del santo è un Mazzacurati più leggero del solito, che getta sprazzi di ironia immersi in un’amara descrizione di una zona destinata a lasciare poco spazio ai perdenti di nascita.

A tutto ciò si aggiunge un’aurea di misticismo che pervade l’intera visione, regalata dalla presenza della reliquia qua rubata, metafora di un pensiero religioso che domina le province italiane e qui elemento centrale della trama.

In più, Bentivoglio e Albaense si cimentano in un testa a testa recitativo di grande classe, ognuno con i propri tempi predisposti e uno spalleggiarsi che rasenta la perfezione, tanto che furono insigniti di un premio Pasinetti proprio al Festival di Venezia; oltretutto affiancati da validi comprimari come l’ora scomparso Toni Bertorelli, Ivano Marescotti e Isabella Ferrari, quest’ultima nei panni dell’ex moglie di Willy.

Edito in dvd da Mustang Entertainment (www.cgentertainment.it), La lingua del santo è accompagnato nella sezione extra da un trailer e dallo speciale La storia di un film, di tredici minuti.

 

Mirko Lomuscio