Disponibile su RaiPlay Solo gli amanti sopravvivono di Jim Jarmusch

Disponibile su RaiPlay Solo gli amanti sopravvivono (Only Lovers Left Alive), un film del 2013 scritto e diretto da Jim Jarmusch, con protagonisti Tom Hiddleston, Tilda Swinton e Mia Wasikowska. La pellicola è stata presentata in concorso alla 66ª edizione del Festival di Cannes. La sceneggiatura, scritta dallo Jarmusch, è in parte ispirata a Il diario di Adamo ed Eva, l’ultimo libro di Mark Twain, a cui però non vi è alcun riferimento diretto ad esclusione dei nomi dei personaggi. Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dall’11 Aprile 2014 e nelle sale italiane dal 15 Maggio dello stesso anno. Solo gli amanti sopravvivono è stata vietato ai minori di 17 anni negli Stati Uniti per la presenza di “linguaggio scurrile e nudità”. Con Tom Hiddleston, Tilda Swinton, Mia Wasikowska, John Hurt, Anton Yelchin, Jeffrey Wright, Slimane Dazi, Wayne Brinston, Yasmine Hamdan.

Trama
Sullo sfondo della desolazione romantica di Detroit e Tangeri, due vampiri saggi ma fragili provano a sopravvivere al crollo del mondo moderno che li circonda. Adam (Tom Hiddleston), musicista underground profondamente depresso per la direzione presa dall’umanità, si ricongiunge con Eve (Tilda Swinton) la sua forte ed enigmatica amata. La loro storia d’amore dura da diversi secoli ma il loro idillio è presto interrotto dalla sorella di lei (Mia Wasikowska), giovane selvaggia e incontrollabile.

I vampiri di Jim Jarmusch danzano leggeri mentre trascorrono i secoli. Vivono a contatto con l’umanità ma sono distanti da essa. Nel corso degli anni hanno imparato ad adattarsi alla società che muta, che si rivolta, che si autodistrugge. Hanno imparato a convivere con essa mantenendo le distanze. Eve e Adam, vicini ma al tempo stesso lontani dagli esseri umani, danzano sotto le stelle. A differenza di noi, però, non hanno mai smesso di amare.

Solo gli amanti sopravvivono, sulle note della cover di Funnel of Love di Wanda Jackson, apre le porte del suo mondo. Due stanze ruotano su se stesse. È l’inizio dell’ipnosi. I due eterni amanti hanno vissuto i secoli del passato ed ora, da due città differenti (Tangeri e Detroit), conducono le loro vite notturne. Ma la distanza è troppa e Adam, sentendosi come “la sabbia sul fondo della clessidra”, si è procurato un proiettile di legno per poter porre fine alla sua vita. Sarà l’arrivo di Eve a portare ordine e pace nella vita del marito. Fino al ritorno di Eva.

Jim Jarmusch porta sul grande schermo una storia che, più che raccontare, preferisce ipnotizzare lo spettatore, mostrandogli il mondo dei vampiri come lo specchio possibile nel quale guardarsi e riconoscere i propri errori. I due protagonisti vivono nel loro isolamento, disgustati da quegli zombie (che siamo noi) che non hanno fatto altro che corrompere e degradare il pianeta. Il loro mondo è fatto di musica e di letteratura. Un mondo decadente. Eppure, a differenza del nostro, capace di conservare una sincerità e una profondità che lo rende estremamente affascinante.

Il racconto di Jarmusch, nella sua prima ora di durata, si mostra assai seducente. Assieme ad Eve ci spostiamo tra i vicoli di Tangeri e facciamo conoscenza con il famoso poeta e drammaturgo inglese Christopher Marlowe, anche lui vampiro. Adam, invece, trascorre i suoi giorni segregato nella sua abitazione di Detroit, ascoltando e componendo musica. Il loro ricongiungimento darà vita alla parte visivamente e narrativamente più coinvolgente di tutto il film. I due amanti vivono insieme l’eternità, ascoltando canzoni e viaggiando per le strade notturne di un’enorme città desolata. E se il nostro mondo comincia a collassare su se stesso, il loro, nonostante i secoli e la parvenza decadente, sembra ancora resistere.

Solo gli amanti sopravvivono rimane al di fuori del racconto, incantandoci attraverso un tempo che non trascorre e i gesti e le azioni di una quotidianità estranea al flusso degli eventi. E questa immobilità dell’anima e della narrazione riesce a far colpo. L’arrivo di Eva, la sorella minore di Eve, segna però un notevole cambiamento. Il racconto prende vita e il fascino immobile e ipnotico della prima ora di durata sembra svanire. Jarmusch spezza l’incantesimo e, ponendo l’accento sulla vicenda, finisce per annientare (quasi) totalmente quell’attraente staticità che caratterizza il suo lungometraggio. Niente più danze sulla note di Trapped by a thing called love di Denise LaSalle o discussioni su Lord Byron e Mary Wollstonecraft. Il cambio di rotta è definitivo. Fortunatamente anche dopo la trasformazione, il film continua a funzionare e, grazie alla sua bellezza visiva e a una narrazione coinvolgente, riesce a recuperare, nella parte conclusiva, quello splendore perduto della prima ora di durata. O almeno, in parte.

I tempi sono lenti e lo svolgersi dell’azione segue un andamento calmo e sinuoso. Non c’è frenesia nel mondo parallelo di Jim Jarmusch. I due amanti si muovono come se fossero stati maledetti dall’incantesimo di un eterno ralenti. Gli interni delle abitazioni di Eve e Adam diventano i luoghi privilegiati della vicenda e gli esterni, anch’essi, vengono trattati quasi come fossero spazi chiusi. La magnetica colonna sonora, tra rivisitazioni e brani originali, ha il compito di intensificare l’esperienza visiva. Tilda Swinton e Tom Hiddleston sono perfetti nel ruolo di eterni amanti che danzano sugli orrori e sulle macerie del nostro mondo; ottima anche l’interpretazione del sempre apprezzabile John Hurt, nei panni del vampiro-drammaturgo Christopher Marlowe. Solo gli amanti sopravvivono è un’eterna danza in bilico tra una trance visiva e una narrazione tradizionale. Nonostante il cambio di rotta a metà della pellicola si faccia parecchio sentire e nonostante la seconda parte si presenti meno attraente e meno originale rispetto alla prima, il lungometraggio funziona e riesce comunque a distinguersi.

 

 

Luca Biscontini