Magazzino San Salvario: la bellezza è semplice… sempre!!!

Un gruppo di amici con la musica nel sangue da sempre. E diverse sono state le contaminazioni, la storia dentro i suoni vissuti e inseguiti. Poi un magazzino dentro cui ritrovare se stessi, riconoscersi. Il pop rock d’autore diviene semplice e ben suonato e questo disco porta il nome di un luogo che somiglia più ad un modo di essere. “Magazzino San Salvario”, esordio eponimo che ospita anche la voce di Federico Sirianni, la canzone rock italiana, di pop goliardico e di allegorie quotidiane. L’Italia vista da noi altri, la vita vissuta da noi altri. Non manca niente. Rotta verso l’essenzialità.

Noi iniziamo sempre parlando di bellezza. Andiamo oltre quella scenica e di facciata. Per voi cos’è la bellezza?
L’unica bellezza che conta è quella dell’anima. Quando si dice “essere una bella persona” non è solo una frase fatta, ma dovrebbe essere la regola base della nostra esistenza. La bellezza dell’anima per quanto mi riguarda coincide con la “gentilezza”, intesa in senso classico e quasi dantesco, come la capacità di farsi carico della vulnerabilità degli altri, con un sentimento di vicinanza e partecipazione. Se tutti fossimo più belli e gentili il mondo sarebbe un posto migliore. La cosa affascinante è che poi la bellezza interiore trapela anche magicamente all’esterno e la si può leggere negli occhi delle persone; e poi è un bene infinitamente prezioso, poiché la bellezza esteriore inesorabilmente passa, lasciando spazio al rimpianto e arricchendo i chirurghi plastici, la bellezza interiore invece rimane fino alla fine.

Come e dove trovarla? Una ricetta buona?
Purtroppo viviamo in un mondo ormai tutto basato sull’immagine e sull’apparenza; l’esistenza stessa dei social ha esasperato questa modalità; l’importante ormai non è più chi siamo veramente ma come la gente ci percepisce. Dunque la bellezza interiore è sempre più difficile da trovare. La ricetta buona sta nell’altruismo, questa strana parola ormai caduta in disuso. Viviamo tutti chiusi in noi stessi, sempre e solo attenti alle nostre esigenze e al nostro benessere. Raramente ci chiediamo quali siano le esigenze e i bisogni degli altri. Dovremmo tutti obbligarci ogni tanto a fare un po’ di volontariato, ne esistono di mille forme e modalità. La bellezza interiore non è un manufatto donatoci da qualcuno da tenere in cassaforte, e più che altro una pianta che va coltivata tutti i giorni.

La bellezza nella vostra musica ha radici di qualche generazione fa. Perché? C’è una ragione secondo voi?
La ragione credo sia soprattutto anagrafica. Come si dice, non siamo più di primo pelo. Musicalmente parlando i MAGAZZINO SAN SALVARIO sono figli degli anni Novanta, e dunque nei nostri pezzi puoi cogliere le tipiche sonorità graffianti di quel periodo, dal grunge al britpop, seppure opportunamente rivisitate. Anche dal punto di vista dei testi guardiamo al passato, cercando di recuperare la grande tradizione del cantautorato italiano, da Dalla a De Gregori, da Battiato a Bennato (solo per citarne alcuni). Fa parte del nostro DNA. Trovo che sia molto naturale ed onesto esprimere ciò che siamo veramente anziché inseguire le mode e le sonorità del momento.

Anche il video di “Europa chiama Italia” inneggia ad un modo di fare molto figlio degli anni ’90… sembra quasi prendere le distanze da certi modi “moderni” di fare… o sbaglio?
Esattamente. Il video realizzato degli amici della LOOKUP Music Staff, vuole proprio ricreare quell’atmosfera festaiola e spensierata da vacanza estiva, tipica degli anni del benessere e del boom economico, a cui gli italiani nel profondo sono ancora tanto affezionati. Quella delle cartoline (oggi rimpiazzate dai selfie) e dei souvenir da portare ai parenti. In questa canzone mettiamo in ridicolo quel tipico provincialismo dell’italiano medio nel porsi di fronte al Mondo. L’Italiano in vacanza è una categoria antropologica che andrebbe studiata. Anche immerso in luoghi magnifici e città che trasudano cultura e tradizione, il vero turista italiota cerca comunque una pizzeria nei paraggi ed in fondo rimpiange la vita tranquilla e monotona del suo paesino di provincia. A noi piace spesso usare l’arma dell’ironia e della satira e dunque non avremmo mai potuto fare uno di quei video in cui siamo tutti convinti e contriti. Diffidiamo sempre da chi si prende troppo sul serio.

Critica sociale: questo disco posso definirlo anche “politico”? Con tutte le virgolette del caso…
Assolutamente sì!!! Penso che uno dei compiti fondamentali di chi scrive canzoni sia anche quello di raccontare il Mondo che lo circonda e la società in cui si vive, magari stigmatizzandone i difetti per stimolare nel pubblico una riflessione. Questo disco è composto da dieci tracce e tratta una grande varietà di argomenti. Ci sono brani con testi più personali ed introspettivi, quali ad esempio “Cose che non ti ho mai detto”, “Oceano Mare” o “Voglia di vivere”; ci sono due canzoni d’amore come “Addominali” e “L’altra metà”. Ma le rimanenti cinque canzoni hanno invece un dichiarato intento di critica politica e sociale. Talvolta lo facciamo in modo duro e diretto, come ad esempio in “Pesci Rossi” e “Cavernicoli” mentre altre volte attraverso l’uso dell’ironia, come in “Abecedario”, “Chiamami Alfredo” e la già citata “Europa chiama Italia”. Per dire cose serie, non bisogna per forza essere seriosi. Non a caso, nella nostra formazione musicale è stata fondamentale anche la lezione di alcuni grandi cantautori italiani, da Bennato a Rino Gaetano, passando da Gaber a Jannacci che hanno fatto dell’umorismo (nel senso pirandelliano del termine) un’arma tagliente con la quale affrontare anche argomenti e tematiche molto importanti.

Arrivate all’esordio in età matura e dunque con tanto alle spalle… un gioco, un’evasione, una salvezza… cos’è?
Ognuno di noi quattro “magazzinieri” ha alle spalle un lungo percorso musicale, ma una delle cose straordinarie di questo progetto è che trasuda una grande freschezza. Per certi versi ci sembra davvero di essere degli esordienti, e ci emozioniamo e ci divertiamo come dei ragazzini. I MAGAZZINO SAN SALVARIO sono nati nei primi mesi del 2020 in pieno lock down. Ci trovavamo a suonare in clandestinità in un periodo in cui il distanziamento e l’isolamento sembravano aver cancellato la socialità che davamo per scontata. Da quel punto di vista allora sicuramente la musica ha rappresentato un’evasione ed una salvezza. Poi le cose si sono fatte sempre più serie e ci siamo accorti che stava venendo fuori davvero qualcosa di nuovo ed importante, e così appena è stato possibile abbiamo ricominciato a fare concerti (che rimane la nostra dimensione più naturale). Il disco ha rappresentato la continuazione naturale di questo percorso.

E cosa sarà?
Nel breve periodo abbiamo una gran voglia di suonare dal vivo e di portare in giro e far conoscere a più gente possibile la nostra musica. Speriamo di fare una bella primavere ed estate ricca di appuntamenti. Per il futuro, magari a fine 2023, c’è sicuramente l’idea di tornare in studio di registrazione. Abbiamo già un sacco di materiale nuovo a cui lavorare e personalmente sto attraversando una fase creativa molto florida. Quindi credo proprio che un “Magazzino San Salvario” Volume 2 vi toccherà ascoltarlo.