NEWDRESS: quando la musica diventa glamour

Un titolo forte e visionario ma è sostanzialmente portatore sano di visioni sonore. Sono i bresciani NEWDRESS che tornano in scena con un bellissimo disco dal titolo “LEIcontroLEI” pubblicato per Discipline Records di Garbo e Luca Urbani. Un concept? Possiamo dirlo? Sicuramente c’è un forte filo che lega a se tutti i brani e si tratto della donna… donne importanti che hanno segnato la storia dell’uomo in grande misura, la stanno contaminando o l’hanno macchiata. Storie di società e di passione, storia di grandi crimini o di insperate salvezze. E tutto questo in una musica glamour che richiama il sapore fusion di grandissimi autori internazionali della new wave elettronica con larghissimi guizzi di genio che si lasciano ispirare dai tardi anni ’90. Elettronica e quel certo potere seduttivo dentro melodie che prendono, complici anche arrangiamenti davvero gustosi. Il video del primo singolo estratto, “Pallida”, è solo un esempio di quanto sia ricco il nuovo disco dei NEWDRESS… bella questa copertina frutto del lavoro dell’artista bresciana Giulia Rosa, nota per il suo libro illustrato dedicato a Marina Abramović. Ancora donne…

Noi parliamo sempre di estetica. Estetica che non significa per forza di cose bellezza sfacciata, ma anche estetica di culto, di carattere, di stile… per voi penso abbia un gran peso questa parola, non è così?
Risponde Jordan
Hai decisamente ragione e sarei curioso di sapere da dove arriva questa tua conclusione, cerchiamo sempre di fare le cose nel migliore dei modi e con lo stile più consono a noi, non lasciamo mai nulla al caso, da un colore ad un carattere, da una frase ad un titolo, tutto deve tornare e tutto deve essere al nostro servizio per aiutarci a comunicare oltre alle parole. Siamo degli esteti, sempre alla ricerca della bellezza sia musicale che narrativa nonché fisica cercando sempre di apparire nel migliore dei modi con i mezzi a nostra disposizione; oggi è un biglietto da visita importante e non trascurabile.

E partiamo proprio dal vostro nome: un nuovo abito per essere se stessi o per cambiare faccia alla realtà?
Risponde Jordan
Una cosa non esclude l’altra, un nuovo abito per vestire la nostra musica partendo dalle nostre radici e regalandogli un taglio più moderno, attingere al passato per migliorare il presente senza perdere di vista se stessi.

Il vostro ultimo video “Pallida”: importante questo concetto di apparire contro quello di essere se stessi… oggi siamo condannati alla soppressione della personalità… eppure la protagonista del vostro video ha fatto vincere se stessa…
Risponde Jordan
La canzone nasce in concomitanza alla candidatura della paladina LGBT Elizabeth Warren alle primarie statunitensi del 2020 contro Trump e dalla necessità di dare una scossa all’attuale situazione culturale italiana in merito a una realtà omosessuale ancora troppo discriminata. La problematica relazione di una coppia è il veicolo, all’apparenza banale, usato per denunciare le difficoltà affrontate da una donna nel percorso verso il suo coming out, il segreto da lei conservato è la fonte di ogni diverbio che la coppia deve risolvere e per fortuna lei lo risolve rivelando la sua verà identità, è questa la sua vittoria.  Non tutti abbiamo la capacità e la volontà di fare il nostro coming-out di qualsiasi natura sia, di rivelare se stessi alla società moderna sempre più bisognosa di “personaggi” perfetti, belli e inattacabili e invece bisognerebbe fare come la protagonista del video, sbattersene di tutto e tutti per essere se stessi con i propri pregi e difetti, ci aiuterebbe a vivere meglio e ad avere una società più reale.

Se un alieno tornasse oggi, dopo secoli, sulla terra? Siamo davvero così retrocessi come popolo e come natura?
Risponde Jordan
Siamo retrocessi da un punto di vista “umano” non certo tecnologicamente o come qualità di vita, abbiamo perso di vista le cose importanti lasciando spazio a futilità e fugacità.
Pensiamo sempre e solo a noi stessi, siamo tutti disgustati da come stiamo trattando il pianeta ma sono pochi quelli che stanno materialmente cercando di migliorare le cose, siamo sbruffoni altezzosi e sempre al corrente di tutto, abbiamo perso umiltà e senso civico, lasciando spazio all’odio e al disprezzo del lavoro altrui.

Il vostro disco ha immaginari forti e visioni assai caratterizzanti. Dateci delle coordinate: da quale pianeta viene la nuova musica dei Newdress?
Risponde Jordan
Il sound florido e pungente del disco vive nel presente ma si fonda sui canoni della new wave britannica dell’elettronica anni 80 aprendosi alle contaminazioni più contemporanee, in una sorta di ritorno al futuro cerchiamo di rendere moderna quella musica che negli anni 80 era nuova e futuristica, usando messaggi e ritmiche ben chiari, a volte ridondanti, ipnotici e pressanti.
In questo modo cerchiamo di far calare l’ascoltatore nel nostro mondo cercando di toglierlo da qualsiasi distrazione, di fargli muovere la testa, i piedi ma anche il cervello.

E visto il taglio futuristico che date alla vostra forma canzone, dare un taglio in questa direzione anche al supporto disco o alla scena live?
Risponde Jordan
La mia generazione è alquanto variegata di supporti fisici per i dischi, il vinile era già scemato e siamo passati dalle musicassette ai compact disc, dalle pen drive alla musica digitale, per poi strizzare l’occhio al passato tornando alla stampa del vinile. Noi volenti o nolenti abbiamo sempre e comunque stampato i nostri dischi anche se pressati dall’era digitale e dalle vendite sempre in calo dei supporti fisici, sinceramente non abbiamo mai pensato ad un’alternativa moderna per divulgare la nostra musica ,certo i nostri dischi li trovi in tutti gli store digitali ma sono comunque distribuiti fisicamente e ai nostri concerti li puoi acquistare.
Concerti dove al giorno d’oggi è sempre più richiesto qualcosa che vada oltre alla “semplice” musica , c’è chi si maschera nei modi più improbabili, chi porta ballerini sul palco, chi inonda profumi sul pubblico, noi abbiamo scelto di seguire una linea più semplice,attuale, concreta e d’impatto allestendo sul palco una serie di led luminosi programmati a tempo con tutto il concerto, un’esperienza visiva che porta l’ascoltatore a calarsi nelle ritmiche ipnotiche dello spettacolo.

E a chiudere: l’omologazione i oggi quanto penalizza un artista che vuol essere se stesso? Anche questa, se volete, è materia di estetica…
Risponde Jordan
Credo che influisca parecchio sia artisti meno famosi che mainstream, vediamo così un’orda di musicisti che pur di piacere segue le mode del momento, qualche anno fa tutti cercavano di inserire ritmiche dub-step oggi nessuno più se ne ricorda lasciando spazio a derive trap di dubbiosa natura oppure cantanti affermati che collaborano con le giovani leve per appropriarsi di uno slang a loro sconosciuto per far breccia sulle nuove generazioni ma finendo per rendersi ridicoli. Noi in tutti questi anni siamo sempre stati coerenti, non abbiamo mai seguito le mode ma anzi cerchiamo di dettarle, non ci facciamo influenzare dal nuovo che avanza ma cerchiamo di rendere nuova la nostra proposta musicale cercando temi e sonorità che veicolino la nostra musica ad un pubblico sempre maggiore ed esigente.