Olita, fuori il nuovo singolo “Lontano”

Il 23 aprile è stato un venerdì di fuoco e tra le uscite degne di nota c’è anche “Lontano” del cantautore romano Olita. Questo è il quarto brano dell’artista e il primo che abbiamo il piacere di recensire. Ci troviamo tra le mani una piccola perla di dolce malinconia.

Lontano olita

Olita – Lontano

“Lontano” è una storia d’amore costretta a fare i conti con la distanza. Si stringono i denti e si spera di sopravvivere, ma entrambi nel proprio cuore sanno già che la relazione è destinata alla fine. “Lontano” sembra l’ultimo addio, quell’ultima dedica d’amore a una persona speciale che ci ha fatto battere il cuore. Olita mette in musica il dolore e l’amore con grande maestria. Siamo molti colpiti da come riesce a esprimere il dolore di un addio con estrema dolcezza.

In “Lontano” ci piace molto anche il sound. Olita mescola la malinconia dell’indie con il cantautorato italiano. Il risultato è un brano con dei ritmi che rimangono in testa. Nel giro di poco tempo ci si ritrova a ballare sulle note di “Lontano”.

Per la copertina abbiamo scelto con Mattia Nicolai una silhouette davanti ad una porta dove non si sa bene se sto entrando o se sono girato per dare un ultimo sguardo prima di uscire. Il concept delle mie canzoni uscite finora è proprio questa lontananza tra le persone. L’amore a distanza non è solo fisico.

Ho iniziato con “Vuoi vedere”, brano in cui la coppia è rotta e c’è una lontananza data dal distacco nel vedere ciò che è stato. Il secondo singolo “Forse no” è una persona che prova ad avvicinarsi e l’altra la tratta con distacco e successivamente avviene il contrario che li porterà ad una lontananza definitiva. Poi è stato il turno di “Nebbia” storia nella quale la coppia è unita ma distante, sono due persone che stanno insieme ma ci sono dei forti dubbi e delle spaccature che potrebbero portare ad un allontanamento. Per ultimo, per ora, esce “Lontano” dove ho trattato la lontananza fisica che però, paradossalmente non porta a nessuna rottura tra la coppia ma ad un malessere interiore di chi parla e di chi sta vivendo questo viaggio fino all’aeroporto, come un calvario“.

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