Per la prima volta in blu-ray L’imbalsamatore di Matteo Garrone

Con già tre fatiche registiche alle spalle (Terra di mezzo, Ospiti e Estate romana), nel 2002 il giovane Matteo Garrone fece risaltare il suo nome grazie a L’imbalsamatore, innanzitutto prendendo parte alla Quinzaines des Realisateures del cinquantacinquesimo Festival di Cannes.

Un trampolino di lancio che fece finire il suo nome tra quelli degli autori italiani da tenere d’occhio. E di acqua sotto i ponti ne è passata da allora, in quanto, grazie a titoli come lo strapremiato Gomorra, il fantasy Il racconto dei racconti e il recente Dogman, il cineasta ha fatto non poca strada.

Ma, se non vi fosse stato L’imbalsamatore nella sua filmografia, questo regista di origini romane, cantore per lo più di una Napoli oscura, non avrebbe probabilmente mai avuto il riscontro positivo odierno.

Tutto cominciò con l’ispirazione ad un fatto di cronaca realmente avvenuto nel 1990: il caso del nano di Termini Domenico Semeraro, un tassidermista omosessuale che si innamorò di un suo protetto, Armando Lovaglio, ma con esiti tragici, tanto che quest’ultimo lo uccise.

Tale vicenda fornì quindi lo spunto alla storia del film di Garrone, ambientato in terre campane e narrante la vicenda del piccolo imbalsamatore Peppino Profeta (un bravissimo Ernesto Mahieux), uomo che primeggia nel suo campo e che nel giovane cameriere di bell’aspetto Valerio (il fotomodello Valerio Foglia Manzillo) riconosce delle qualità per assumerlo come proprio assistente.

Tra i due si instaura un’amicizia profonda (forse anche troppo), ma le cose si complicano quando si presenta Debora (Elisabetta Rocchetti), ragazza dalla bocca rifatta che con Valerio comincia una relazione amorosa, facendo crescere nel piccolo Peppino un enorme sentimento di gelosia.

Il modo per uscirne sembra essere solo uno e la tragedia, prima o poi, verrà fare visita ai loro destini.

Ad oltre quindici anni dalla sua uscita nelle sale, L’imbalsamatore riesce ancora ad essere quel titolo dal taglio neorealista di non poco conto quale è. Uno sguardo lucido e freddo che condensò lo stile di un autore a tutto tondo, allora giovane, ma che col tempo ha saputo dimostrare di avere qualità da vendere.

L’intricato racconto qui messo in piedi gli offre modo di approfondire un discorso che volge verso un amore impossibile, non corrisposto, capace anche di tirar fuori il peggio dell’animo umano.

Vengono messi sotto una lente d’ingrandimento i risvolti psicologi del trio di protagonisti, che, grazie ad uno script calibrato, concepito da Garrone stesso insieme a Ugo Chiti e Massimo Gaudioso, garantisce la qualità complessiva dell’operazione.

Coadiuvato da una descrizione arida degli ambienti circostanti e dalla fotografia simil noir del bravo Marco Onorato (l’immagine in copertina parla da sé), L’imbalsamatore è un gioiello che detta le regole per un prodotto di qualità.

Memorabili, poi, le performance dei tre emblematici protagonisti, tra cui spicca il piccolo Mahieux al top della sua carriera, dopo aver preso parte a svariati film nel passato (Giuramento, Torna, Guapparia).

Non a caso, come miglior attore non protagonista è il suo uno dei due David di Donatello andati alla pellicola (l’altro se lo è aggiudicato la sceneggiatura).

Edito per la prima volta in blu-ray da CG Entertainment (www.cgentertainment.it)  in collaborazione con Fandango, con il trailer e diciassette minuti di dietro le quinte nella sezione riservata ai contenuti speciali.

 

Mirko Lomuscio