Piuma e la pittura glamour pop a Torino

     Un uomo sportivo, curato ma  molto impegnato nel socio sanitario nella misteriosa Torino  decide di reinventare la storia dell’estetica dell’arte attraverso un approccio autodidatta e aggressivo volto  a nuovi significati e concettualizzazioni, lui è Fabrizio Piuma.

L’attesa di una sua personale  a breve  aTorino pare essere argomento molto discusso nell’ambiente culturale torinese.

Il suo istinto estetico vaga liberamente nelle immagini prodotte dalla riflessione sui volumi e sui profili di corpi, visi, dive mondiali, il tutto in assemblaggi di colori quasi violenti che in certi momenti appaiono delle lastre di figure umane,  forme disincarnate  ma seducenti.
Emulo inconsapevole della pop art Fabrizio Piuma pare aver fatto un bagno nei colori violenti del fauvismo per astrarne delle figure estremamente iconiche e talvolta erotiche, pop  e glamour.


La sua arte pare un ‘assorbimento stratificato e saturato dal cinema,  dai fumetti, dalla pubblicità,dal mondo del fitness,  con una scelta estetica che parte dal pop e arriva al glamour estetico di certe fotografie d’autore di Newton,La Chapelle o Beaton. Un puro istinto di sintesi della forza dei corpi. E l’opera di Piuma pare avere una mitologia di immagini-simbolo del glamour che va dal volto di Virna Lisi alle inconfondibili bottigliette, al sushi.


Il gruppo dei Fauves, in francese belve, fu un movimento forte e svincolato che reputava che il dipinto deve comporsi unicamente di colore. Senza ricercare la verosimiglianza con la natura dei corpi e dei visi, il colore deve nascere dal proprio sentire interiore. Il colore viene quindi svincolato dalla realtà che rappresenta ma esprime le sensazioni che l’artista prova di fronte all’oggetto che riproduce. Piuma pare abbia aggiunto alla forza del colore la forza dei volumi dei corpi, la sintesi assoluta dei profili, addirittura un effetto di negativo fotografico ci appare all’orizzonte nelle sue opere.
Piuma usa spesso colori primari di getto stesi con forza e senza stemperatura tonale. Ad essi accosta dei colori complementari con l’evidente intento di creare il contrasto timbrico. Ne risulta un insieme molto forte, deciso con un preciso gusto per la decoratività.

Fabrizio pare parlarci di una certa società dell’immagine odierna, del culto del corpo, della seduzione a volte smaccata della gente, ma anche della statuarietà delle icone, ormai quasi riferimenti spirituali nella mente dei fan. Ironia e forza del kitsch che dilaga nella nostra società, sensualità e astrazione. La società di corpi e di volti che ci sintetizza appare saturata e virata su tinte forti, un nuovo mondo, un nuova civiltà dedita al culto del corpo e del colore ma con chiari riferimenti sulla potenza del corpo, oggi come ieri tempio dell’essere, riferimento questo assolutamente classico.

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