Riscopriamo in blu-ray la saga horror House

Per la gioia di tutti i seguaci irriducibili del cinema dell’orrore degni di questa classificazione, la collaborazione tra Quadrifoglio e Digitmovies sta dando non pochi frutti, come possono testimoniare le apprezzabilissime riscoperte su supporto in alta definizione di autentici cult appartenenti al genere.

Riscoperte cui si aggiungono i quattro lungometraggi che, tra la metà degli anni Ottanta e il 1992, hanno costituito la saga House, tutti prodotti dallo Sean S. Cunningham cui dobbiamo il primo Venerdì 13 e distribuiti nei cinema italiani con titoli che non lasciavano affatto intuire fossero l’uno il sequel dell’altro. Sebbene le vicende che li costituiscono siano tutte a sé e slegate l’una dall’altra.

 

Chi è sepolto in quella casa? (1985)

William Katt, ovvero il ragazzo buono di Carrie – Lo sguardo di Satana, nonché protagonista della popolare serie televisiva Ralph supermaxieroe, è Roger Cobb, scrittore che, ritiratosi in casa della zia morta impiccata in cerca della tranquillità necessaria per scrivere un romanzo riguardante i suoi trascorsi in Vietnam, si trova a doversela vedere con strani fenomeni spazianti da assalti di pericolosi oggetti che prendono vita ad apparizioni di creature mostruose.

A Steve Miner – dietro la macchina da presa del secondo e terzo Venerdì 13 – basta questo soggetto a firma del Fred Dekker poi regista di Dimensione terrore e Scuola di mostri per concretizzare su grande schermo l’allegorica rappresentazione di un viaggio continuamente sospeso tra allucinazione e realtà e finalizzato alla sconfitta delle personali fobie.

Queste ultime residenti in un passato situato in una dimensione al di là dello specchio dove, a quanto pare, è finito il figlioletto scomparso di Roger, complice il suo vero e proprio scheletro nell’armadio: Big Ben, compagno di guerra lasciato a morire in preda a torture e sofferenze.

Il Big Ben che rappresenta l’incarnazione definitiva delle sue paure da debellare e che, pronto a tornare vendicativamente in forma di zombi in divisa sbrindellata, si rivela la principale attrazione di una oltre ora e mezza di visione infarcita in maniera originale, oltretutto, di nient’affatto disprezzabili parentesi ironiche.

Un aspetto che ha contribuito a rendere ulteriormente questo primo House – alla cui produzione esecutiva, non accreditato, abbiamo il re dei b-movie Roger Corman – uno dei principali horror cult del decennio reaganiano. In questo caso accompagnato nella sezione extra dal trailer originale e da undici minuti di making of.

 

La casa di Helen (1987)

Sceneggiatore di Chi è sepolto in quella casa?, Ethan Wiley passa in cabina di regia per questo House II: The second story (come s’intitola in patria il film) che, pur tirando in ballo morti viventi ed elementi del cinema della paura, sembra strizzare fortemente l’occhio alle produzioni live action Disney degli anni Sessanta.

Ne è infatti protagonista il giovane Jesse alias Arye Gross che, tornato insieme alla moglie Kate (la Lar Park-Lincoln di Venerdì 13 parte VII – Il sangue scorre di nuovo) e ad una coppia di amici nella casa in cui vennero assassinati i genitori quando era in fasce, dissotterra il proprio bisnonno nel tentativo di far luce su un misterioso teschio di cristallo dai magici poteri. Lo stesso teschio che l’anziano cowboy, risorto più arzillo del previsto, è ancora disposto a difendere, con l’aiuto del ragazzo, dai malvagi esseri soprannaturali che intendono prenderne possesso.

E, in mezzo a dinosauri, varchi temporali e il brucane (incrocio tra un bruco e un cane!), trova spazio anche un elettricista avventuriero in quella che, anziché risultare spaventosa, si rivela una spassosa pellicola indirizzata al pubblico dei ragazzi – con il sopra menzionato Corman ancora produttore esecutivo non accreditato – e, di conseguenza, propensa a spingere ancor di più sul pedale dell’umorismo rispetto al capostipite.

Il trailer originale fa da contenuto speciale.

 

La casa 7 (1989)

Iniziato dal David Blyth già dedicatosi a Neuro killers, è stato poi terminato dall’effettista Jim Isaac questo The horror show che, però, finì per diventare il terzo capitolo della serie in quanto distribuito in diversi paesi come House III. A complicare ulteriormente le cose, poi, ha provveduto il titolo italiano La casa 7, dovuto al fatto che la factory Filmirage di Joe D’Amato alias Aristide Massaccesi aveva depositato un La casa 6 (poi non più girato) per proseguire il proprio tentativo – iniziato con La casa 3 di Umberto Lenzi, La casa 4 di Fabrizio Laurenti e La casa 5 di Claudio Fragasso – di cavalcare il successo dei primi due La casa di Sam Raimi.

Passando al plot, Brion James è il feroce serial killer armato di mannaja Max Jenke, ovvero Brion James, il quale, giustiziato sulla sedia elettrica, abbandona il piano materiale per trasferirsi, in forma di malvagia presenza, nell’abitazione in cui vive la famiglia dell’agente di polizia Lucas McCarthy, ovvero alias Lance Henricksen, che lo ha catturato, e la sua famiglia.

Un plot che, curiosamente, si basa su un’idea analoga a quella del contemporaneo Sotto shock di Wes Craven, autore da cui, tra l’altro, l’operazione in questione sembra riprendere la propensione a confondere realtà e dimensione onirica introdotta dal capolavoro Nightmare – Dal profondo della notte.

Perché è tra gli incubi di cui è spesso preda Lucas (citiamo il tacchino arrosto che prende vita) e le sanguinose imprese dell’omicida che viene orchestrato questo terzo House, unico tassello del franchise che non sembra concedere alcuno spazio all’ironia.

Un tassello che, accompagnato dal trailer originale quale extra, nel blu-ray è presente sia nella sua versione integrale europea di novantacinque minuti che in quella cinematografica USA, più breve di sessanta secondi circa.

 

House IV – Presenze impalpabili (1992)

Visto che, come già spiegato, The horror show venne spacciato in giro per il mondo in qualità di terzo House, una volta terminati gli anni Ottanta Sean S. Cunningham pensò bene di mettere in cantiere una quarta puntata della serie, unica regia del Lewis Abernathy sceneggiatore del suo Creatura degli abissi e che è stato poi addirittura tra gli attori di Titanic di James Cameron.

Quarta puntata in cui, curiosamente, torna da Chi è sepolto in quella casa? William Katt per interpretare un altro personaggio che si chiama Roger Cobb, proprio come lo scrittore che fu al centro di quel primo film.

La sua presenza, però, si riduce soltanto a pochissimi minuti di visione, in quanto lo vediamo perire in un incidente d’auto dopo cui la moglie Kelly, dal volto di Terri Treas, decide di andare a vivere insieme alla figlia nella vecchia abitazione di campagna che l’uomo amava tanto.

Un punto di partenza utile per inanellare la sequela di assurde situazioni atte a tempestare un insieme caratterizzato oltretutto dalla presenza di malviventi in agguato e da un più o meno evidente sottotesto ecologista.

Situazioni che, se da un lato si pongono continuamente a metà strada tra il serio e il grottesco, dall’altro risentono non poco dell’influenza night mariana nel giocare sempre con allucinazioni e realtà.

Inoltre, mentre la sequenza cult rimane indubbiamente quella in cui abbiamo un vero e proprio confronto violento con una pizza parlante, la presenza di un indiano richiama alla memoria il secondo Poltergeist, il finale sembra strizzare in parte l’occhio a Ghost – Fantasma e, nel mucchio, non manca neppure una doccia al sangue che non avrebbe sfigurato in uno dei tanti Amityville horror.

Trailer originale nel comparto extra.

 

Francesco Lomuscio