Stasera in tv Nato il quattro Luglio di Oliver Stone

Stasera in tv su Iris alle 21 Nato il quattro Luglio, un film del 1989 diretto da Oliver Stone. Tratta le vicende vissute da Ron Kovic (ex marine e poi attivista e scrittore impegnato per la pace) in Vietnam e, al ritorno, negli Stati Uniti. Il film è dedicato alla memoria dell’attivista politico Abbie Hoffman. Per la creazione del film, Oliver Stone si è liberamente ispirato alla vera storia di Ron Kovic, personaggio realmente esistito, partito volontario per la guerra del Vietnam e ferito in battaglia alla spina dorsale. Tornò a casa senza più l’uso delle gambe e decise di dedicarsi all’attivismo pacifista. Oggi è uno scrittore, nel libro, Nato il quattro Luglio (1976), narra la propria vita, descritta dal film omonimo di Stone. Ron Kovic, oltre che ad aver contribuito alla sceneggiatura del film, è anche apparso in un breve cameo durante la sfilata di apertura del film come uno dei soldati che sussulta all’esplosione dei petardi. Nel film, seppur con ruoli secondari, parteciparono sia Tom Berenger che Willem Dafoe, attori coi quali Stone lavorò in Platoon. Il film ha vinto due premi Oscar (Migliore regia a Oliver Stone, Miglior montaggio a David Brenner e Joe Hutshing) e quattro Golden Globe (Miglior film drammatico, Migliore regia a Oliver Stone, Miglior attore in un film drammatico a Tom Cruise, Migliore sceneggiatura a Ron Kovic e Oliver Stone). Con Tom Cruise, Willem Dafoe, Kyra Sedgwick, Raymond J. Barry, Tom Berenger, Stephen Baldwin.

Trama
Ron è nato il 4 luglio, anniversario dell’indipendenza americana. Volontario in Vietnam, nel paese asiatico conosce l’inferno: vede uccidere donne e bambini e provoca a sua volta la morte di un amico. Ferito gravemente alla spina dorsale Ron torna in patria paralizzato. È costretto a un lungo periodo di ricovero in un ospedale militare durante il quale cambia profondamente opinione sulla guerra e le sue motivazioni. Cade preda di una forte depressione da cui esce per dedicarsi anima a corpo alla causa del pacifismo e alla politica del partito democratico.

Nato il quattro Luglio è un film di protesta e di ferite aperte, il Vietnam compare velatamente e mostra il fuoco e il sangue in movimenti di camera al ralenty, come un volersi soffermare sull’assurdità della violenza per la patria o la bandiera. Stone si affida alla sua regia vigorosa e dai tocchi retorici ma ammalianti e dolorosi nel commuovere. Tom Cruise offre la migliore performance della carriera nei panni del soldato traumatizzato nel corpo e nell’animo, la dimostrazione umana di come l’uomo è una cosa a sé, non integrata con retoriche da nazionalismo ed esaltazione. Un film forse troppo dilungato negli eccessi di dolore e “colore” ma bellissimo nella fotografia “opacizzata” in pieno stile anni ’60. La regia è magnetica ed emozionale nel regalarci la vita della famiglia a stelle e strisce, quella cattolica e impregnata di stereotipi nazionalisti, coi riti domenicali, tacchini del ringraziamento e i college, ovvero i serbatoi del virilismo maschio tramutato poi in corpi amputati e menti depresse. Ron Kovic dal suo dolore trae una forza vitale utile a far conoscere come la guerra e le vittorie siano solo una facciata stupida e sporca, una gioventù terminata in una serata di ballo da college, con un bacio sotto la pioggia .Un passaggio scenico significativo, donante la forza nostalgica di rimpianti mai sopiti espressi attraverso urla di rabbia e dolore. Cruise e Stone hanno rappresentato l’America ferita e urlante e sconfitta in una sorta di manifesto generazionale, dove il giovane della porta accanto diviene un “eroe” suo malgrado, coinvolgente e amaro risulta il viaggio in Messico di Ron, alla ricerca di un se perduto, dove l’amore è qualcosa espresso nelle lacrime rabbiose e non nel fisico. L’incontro/scontro con un altro reduce mutilato (Willem Dafoe) è straordinario nel donarci la rabbia incontrollata e dolorosa di due vittime della politica guerrafondaia. Una pellicola che non è tra le migliori sul Vietnam per un didascalismo cercato ad ogni costo e in ogni posto. Le sottolineature sul dolore e le ferite rimangono però significative soprattutto nel mostrare il travaglio interiore di un reduce, utilizzato come polvere da cannone, di cui oggi rimane solo la voce ed uno spiritualismo molto “figlio dei fiori”, denotabile nel look di Cruise, capellone e con barba. Una metamorfosi emblematica nel cancellare il ragazzino esaltato e patriota regalandoci una voce e un corpo a meta’ scagliato conto le ingiustizie politiche che diverrà il simbolo di una vita da rimpiangere e di una generazione spezzata”.
(FilmTv)

 

 

Luca Biscontini