Stasera in tv The Game di David Fincher, con Michael Douglas

Stasera in tv su Iris alle 21 The Game, un film del 1997 diretto da David Fincher. Iniziato nell’agosto 1996, il film fu girato quasi totalmente a San Francisco, città in cui è ambientato il racconto. Alcune scene di azione furono girate in zone degradate di Los Angeles, mentre il risveglio del protagonista dopo essere stato drogato avviene nel cimitero di Mexicali, in Messico. Per la produzione del film è stato investito un budget di 70 milioni di dollari. La sontuosa dimora dell’agente finanziario fu situata nella tenuta di Filoli, 25 miglia a sud di San Francisco, in una villa di 43 camere, costruita all’inizio del XX secolo e meta di visite guidate. L’uso di luci soffuse si rese necessario per le riprese girate nell’antica cucina, ormai inutilizzata e conservata a fini turistici. Per quanto riguarda San Francisco sono facilmente identificabili l’inconfondibile forma (tra la nave e la torta nuziale) dello Sheraton Palace Hotel, costruito nel 1875, il Letterman Hospital e il molo 24, dal quale il taxi su cui viaggiava Nicholas Van Orton precipita in mare. Come brano di chiusura, fu usato White Rabbit dei Jefferson Airplane. Il film ha incassato 109,4 milioni di dollari al botteghino. Con Michael Douglas, Sean Penn, Deborah Kara Unger, Armin Müller-Stahl.

Trama
Nicholas Van Horton è un uomo d’affari che riscuote molto successo e che è abituato a tenere sotto controllo ogni aspetto dei suoi investimenti. La sua vita, fin troppo ordinata, cambia improvvisamente corso nel momento in cui suo fratello Conrad, in occasione del suo compleanno, gli organizza una sorpresa, un vero e proprio gioco di ruolo. Appena entrato nel gioco Nicholas si rende conto che i rischi sono altissimi e scopre di essere tenuto sotto controllo, perfino dentro casa, da cospiratori sconosciuti che lo vogliono annientare.

Dopo l’enorme successo tanto di critica quanto di pubblico ottenuto con Seven, David Fincher si tuffa nuovamente negli ambienti oscuri del mistero con un film dalla sceneggiatura estremamente densa. Le chiavi di lettura di questo The Game sono più d’una: da un lato lo si potrebbe leggere come un’analisi del personaggio principale, interpretato da Michael Douglas, fatto a pezzettini piccoli piccoli, come se lo si volesse osservare scientificamente al microscopio. Dall’altro lato si può invece interpretare il film in maniera meno profonda, come un gioco (come suggerisce il titolo) che si confonde con la realtà e costringe continuamente lo spettatore a riconsiderare ciò che ha già veduto sotto una nuova ottica. In entrambi i casi si di fronte a un film riuscito.

Certamente un thriller che si distingue dagli altri, quantomeno per la trama. Nella prima parte il ritmo è contenuto, quando si tratta di descrivere le giornate del ricco finanziare “che non deve chiedere mai”, spregiudicato perfino nel licenziare vecchi amici del defunto padre, per arrivare a farsi serrato quando il gioco comincia e la tensione cresce via via. Nella seconda un po’ di verve si perde perché si comincia a non capire più chi sta dalla parte di chi, ma probabilmente il bello è questo: il protagonista si ritrova completamente solo, a dover dare fiducia a quelle poche persone che fino a pochi giorni prima preferiva evitare del tutto.

The Game è un inquietante “gioco” al massacro kafkiano che tiene incollati alla poltrona dalla prima all’ultima scena. David Fincher dimostra una volta di più di essere uno dei migliori autori di thriller degli anni ’90. Il finale è da amare o da odiare ma, comunque, è difficile che lasci indifferenti. Da segnalare, infine, la prova dell’affascinante attrice canadese Deborah Kara Unger, poi praticamente scomparsa dai circuiti che contano.

 

 

Luca Biscontini