The Young Nope: il passato che sempre ritorna

Sotto mentite spoglie ma neanche tanto. Il passato di un suono vintage che sembra ballare tra ironia e introspezione, tra la voglia di tradire le aspettative ormai omologate e il bisogno di riallacciarsi a stilemi conosciuti. Sono i The Young Nope: gira questo “Gulp!” che ha una faccia austera e malinconica, che un poco accarezza il fascino visionario della musica ruvida e analogica e un poco gioca con seduzione alle soluzioni pop italiane. Un disco che vive in un limbo, dove la bellezza significa tanto altro oltre alle belle estetiche di facciata. E non è un caso che il disco si chiude con una composizione strumentale come “Musica per un Film” che sembra provenire direttamente da quel cinema italiano degli anni ’70…

Noi parliamo sempre di bellezza e non solo di quella effimera che arriva agli occhi. Parliamo invece di una bellezza che vive tra le righe. Per voi cos’è la bellezza?
La bellezza è l’arte, è il lavoro, è il sacrificio e tutto ciò che non ignoriamo, che ci fa innamorare.

E ci piace sempre conoscere il punto di vista di un artista che in fondo riteniamo essere un artigiano a tutti gli effetti. Come equilibrate l’estetica e il contenuto? Cos’è più importante?
In passato era il contenuto a dare forma all’estetica. Oggi non funziona più così, viviamo in un mondo che si basa sul concetto di “maschere sociali”, è importantissimo presentarsi bene oltre che con le giuste intenzioni; purtroppo o per fortuna, questo non lo sappiamo. Per importanza estetica e contenuto vanno a pari passo.

Che poi, parlando di apparenza, la vostra estetica richiama gli anni ’70. Perché? Soprattutto oggi che siamo totalmente immersi nel futuro…
È vero, ci sono forti influenze estetiche che riportano al vintage e ai ‘70, perché è il mondo ideale intorno al quale l’album si sviluppa, non escludiamo che le prossime produzioni possano avere sfumature di altri periodi storici.

E la produzione di “Gulp!” ha cercato anche tecniche e suoni di quel tempo?
Certo, ci sono forte ispirazioni che derivano da quel tempo, sia nella composizione che a livello sonoro; infatti abbiamo utilizzato alcuni elementi vintage e inusuali per favorire la ricerca sonora, come la chitarra resofonica, la farfisa, ecc.

Ispirazioni… parlando di colonne portanti dentro la vostra storia? Cosa ha caratterizzato la scrittura di “Gulp!”?
La nostra spontaneità, l’amicizia e la fiducia reciproca. “Gulp!” È un disco nato per unire, per raccontare la nostra storia e per essere un libro aperto a qualsiasi variazione, infatti dalla molteplicità di sonorità, idee e intuizioni nella scrittura, questo aspetto è venuto a galla.