50 km all’ora: Fabio De Luigi e la velocità dei ricordi

Rifacimento italiano del tedesco 25 km/h, 50 km all’ora, diretto da Fabio De Luigi, è un road movie che vede lo stesso affiancato da Stefano Accorsi.

I due vestono i panni di una coppia di fratelli il cui rapporto è altalenante e pieno di sensi di colpa.

50 km all’ora è infatti il percorso perfetto per spettatori che hanno crepe familiari o problemi mai risolti. Fabio De Luigi si cala nel ruolo del fratello e figlio apprensivo, colui che non abbandona il padre (Alessandro Haber), nonostante il carattere burbero e non riconoscente, e che finisce per accompagnarlo per tutta la sua malattia. Fabio si sente incatenato e incapace di spiccare il volo con le proprie ali ed è proprio qui che subentra il fratello, più libertino, che a diciotto anni se ne è andato di casa in cerca di fortuna. Stefano ha abbandonato presto il nido e uno dei motivi è stata sicuramente la poca resistenza al modo di fare molto duro del padre. Dopo un tradimento pure la mamma dei due emiliani ha abbandonato la nave familiare. Una situazione sicuramente non semplice, soprattutto se le strade di due fratelli, che potrebbero farsi forza l’un l’altro, si dividono. 50 km all’ora è più di un viaggio percorso con dei motorini vecchi di almeno quarant’anni, è una riconciliazione di due persone con stili di vita opposti e che solo un lutto e la ricerca di risposte può fare in modo che si riuniscano.

Tutto ha inizio da una partita a ping pong e qualche bottiglia di troppo e i due uomini iniziano a percorrere insieme, sdraiati sotto al tavolo ubriachi, i vecchi momenti passati insieme. Sotto al tavolo c’erano delle regole di un fantomatico viaggio che, prima o poi, avrebbero dovuto compiere. Esiste momento migliore per prendere una decisione del genere sotto una grande sbronza? Assolutamente no. Soprattutto se l’obiettivo è portare le ceneri del padre defunto accanto a quelle della madre. Il viaggio, che è sinonimo di rinascita e di rottura dei vecchi schemi mentali e sociali, viene finalmente messo in atto. La cosa principale e da non sottovalutare? I due fratelli sono insieme e hanno un obiettivo comune. I ricordi non solo si possono inventare, come dice Stefano nelle scene iniziali di 50 km all’ora, ma si possono anche riscrivere dall’inizio.

 

 

Virginia Lepri