Ischia Film Festival, dall’Iran alla Corea: in viaggio con i corti e le opere di animazione in concorso

Cortometraggi tra impegno sociale, rivisitazioni storiche e riflessioni intimiste, e una nuova sezione dedicata alle opere di animazione per un viaggio immaginifico che tocca quasi tutti i paesi del mondo, dalla Corea del Sud al Brasile, dall’Iran all’Islanda, sottolineando il legame tra cinema e location.
Si va delineando la diciottesima edizione dell’Ischia Film Festival, che si svolgerà in versione ibrida, in parte in presenza e in parte online, dal 27 Giugno al 4 Luglio 2020 (www.ischiafilmfestivalonline.it).

In particolare, la sezione Cortometraggi si estende alle opere di durata fino a cinquantadue minuti, mettendo insieme lavori di fiction e documentari. Sono diciotto i titoli in competizione. Anche gli uomini hanno fame, diretto da Francesco Lorusso, Gabriele Licchelli e Andrea Settembrini, storie di fatica e di dolore, di emigrazioni e di ritorni alla propria terra natia, su uno dei luoghi oggi più in voga di tutta l’Italia, il Salento; Anna, di Dekel Berenson, su una donna ucraina che sogna di evadere dalla tormentata realtà del suo paese sposando un facoltoso texano; Ape Regina, di Nicola Sorcinelli, l’incontro tra un’anziana apicultrice e un giovane immigrato; Il Congedo, progetto nato in ambito scolastico dell’affermato regista salentino Edoardo Winspeare; Dreamless Sleep, onirico viaggio nella giungla dei suicidi dell’iraniano Foad Asadi; Fram, dei filnlandesi Thomas Freundlich e Valtteri Raekallio, mescola documentario e danza per un’incredibile performance sulle isole Svalbard; Heimaey (The Home Island), di Sonia Ladidà Schiavone, descrive la vita quotidiana di una piccola isola al largo delle coste islandesi.

E ancora, The Hunter, di Jero Yun, distopica immersione tra gli istinti xenofobi che attraversano la società sudcoreana; Inverno, di Giulio Mastromauro, recente vincitore del David di Donatello, è una poetica riflessione sull’elaborazione del lutto; Lugar Algum – No Place, di Gabriel Amaral, racconta l’alienazione di una fazenda brasiliana; Mighty, commedia on the road al femminile dell’americana Lola Glaudini; Milk, della regista neozelandese Pennie Hunt, ricostruisce l’incontro di una donna con due soldati tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale; The Oceans are the Real Continents, di Tommaso Santambrogio, cronaca di un amore in bianco e nero sullo sfondo di Cuba; The Other, diretto da Saman Hosseinpuor e Ako Zandkarimi, storia iraniana di gelosia e integralismo; Stunned, I Remain Alert, di Lucas H. Rossi dos Santos e Henrique Amud, denuncia la violazione dei diritti umani in Brasile; The Swing, di Samara Sagynbaeva, sul rigore dell’inverno in un remoto villaggio del Kyrgyzstan; Il vaccino, del marchigiano Edoardo Ferraro, è un dramma storico sul tema delle trasfusioni di sangue; Weekend, di Ario Motevaghe, allegorica osservazione sulla violenza che si insinua nella società iraniana.

“La sezione Cortometraggi – spiega il direttore artistico del festival Michelangelo Messina – include diversi linguaggi cinematografici, dalla fiction al cinema del reale, in un giro intorno al mondo per cogliere le specificità e le diverse identità culturali del nostro pianeta. Il tutto filtrato dalla sensibilità di autori in grado di condensare nello spazio breve di un cortometraggio emozioni ed esperienze disparate”.

Uno spazio a parte è riservato alle sette opere di Animazione selezionate in concorso. Arturo e il Gabbiano, di Luca Di Cecca, sulla bizzarra disputa tra un novantenne e un volatile dispettoso; Butterflies in Berlin, di Monica Manganelli, contro ogni forma di discriminazione sessuale; La Grande Onda, di Francesco Tortorella, opera di grande valore civile sul sacrificio di un imprenditore calabrese vessato dalla Ndrangheta; Makum – Drawings in an Immigrants Detention Center, di Emilio Martí López, che in forma di documentario denuncia la segregazione di migliaia di innocenti; The Music Box, di Joe Chang, ambientato nel corso della grande Rivoluzione Culturale cinese; Song Sparrow, sul dramma dell’immigrazione clandestina, diretto dall’iraniana Farzaneh Omidvarnia; Dodici minuti di pioggia, diretto da Fabio Teriaca e Juan Pablo Etcheverry, film sulla memoria e sul passato, con le musiche di Sergio Cammariere.